Nemmeno un soldo alla Chiusa di Pontedoro
PIOMBINO 20 gennaio 2019 — Ė rimasta ormai la sola ETRUSCA PROFILATI SRL ad usufruire dei finanziamenti della legge 181/1989 gestiti da Invitalia nell’ambito del Progetto di riconversione e riqualificazione industriale finalizzato alla salvaguardia e al consolidamento delle imprese dell’area, all’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali e al reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro. approvato con l’Accordo di programma sottoscritto il 7 maggio 2015. Ad essa è stato assegnato un finanziamento di 1.863.745 euro per un programma di investimento di 3.280.000 euro.
È uscito definitivamente dalla graduatoria il progetto che LA CHIUSA DI PONTEDORO a.r.l. aveva presentato con un programma di investimento previsto di 22.468.437 euro e un finanziamento richiesto di 16.014.375 euro, mentre è decaduto il finanziamento di 1.171.000 euro a ECOLINE TYRE già concesso.
Il progetto de LA CHUSA DI PONTEDORO era una parte del Distretto della Nautica Polo della Cantieristica, dei Servizi e delle Attività Ittiche Chiusa della Cornia Vecchia (Pontedoro), si ipotizzava la realizzazione di un complesso affacciato sul mare dedicato ad ospitare imbarcazioni da diporto, imbarcazioni da pesca, cantieri navali, area dedicata ad un diportismo carrellabile, specchio acqueo per imbarcazioni cittadine gestite da associazioni a prezzo politico. passeggeri il cui costo complessivo era pari a 80 milioni euro.
L’idea progettuale di ECOLINE TYRE consisteva nella realizzazione di un impianto di smaltimento di pneumatici in area Apea a Colmata, ritornando alle materie prime di base, nella separazione dei materiali di cui sono composti i pneumatici fuori uso tramite la tecnologia “water jet”, nella commercializzazione dei sottoprodotti risultanti dal riciclo.
Ad oggi la situazione dei progetti e dei finanziamenti (erano a disposizione 20 milioni di euro) è la seguente:
I numeri dimostrano il totale fallimento di questa azione finalizzata principalmente alla riconversione economica della Val di Cornia.
Intervento di aiuto ai sensi della legge n. 181/1989
Il Sistema Locale del Lavoro (SLL) di Piombino (Comuni di Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo e Suvereto) è stato riconosciuto nel 2013 “area di crisi industriale complessa” a seguito della crisi della siderurgia, il settore industriale di maggiore importanza per l’economia dell’area.
A un primo Accordo di programma sottoscritto nel 2014 da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dello sviluppo economico e altri Ministeri interessati, Regione Toscana e altre amministrazioni locali, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.a. – Invitalia, volto alla definizione del quadro complessivo dell’intervento da realizzare nell’area, ha fatto seguito un secondo Accordo (pdf, 2 Mb), sottoscritto il 7 maggio 2015, con il quale, successivamente al riconoscimento per i Comuni facenti parte del Sistema Locale del Lavoro di Piombino della qualifica di territori ammissibili agli aiuti a norma dell’art. 107, par. 3, lett. c), del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, è stato approvato il Progetto di riconversione e riqualificazione industriale (PRRI), finalizzato alla salvaguardia e al consolidamento delle imprese dell’area, all’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali e al reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro.
Nel PRRI, la cui attuazione è affidata a Invitalia in base alla vigente normativa in materia di riconversione e riqualificazione produttiva di aree di crisi industriale complessa, sono previsti gli interventi di competenza del Ministero dello sviluppo economico e della Regione Toscana tramite i rispettivi strumenti agevolativi.
Nell’ ottobre 2015 è stato attivato l’intervento ministeriale ai sensi della legge n. 181/1989. La misura, in sintesi, promuove la realizzazione di una o più iniziative imprenditoriali nel territorio dei Comuni del Sistema locale del lavoro di Piombino, finalizzate al rafforzamento del tessuto produttivo locale e alla sua diversificazione in settori alternativi a quelli dell’indotto siderurgico. Le risorse finanziarie disponibili ai fini della concessione delle agevolazioni ammontano a 20 milioni di euro.