Nessuna palazzina al posto dell’ex pizzeria
SAN VINCENZO 5 maggio 2017 — “Ad Assemblea Sanvincenzina non farei amministrare un condominio”, con queste parole Roventini pretende una ben superiore capacità politica amministrativa. Se non bastassero a smentirlo i casi dei cinque ettari d’abuso al Park Albatros, dell’“ecomostro” dei Lecci sanato con 516 euro, dei muri sulla spiaggia che vanno demoliti a giorni alterni, del percorso amministrativo di Rimigliano, dell’ex officina Bensi ecc … ci pensa il TAR a smentirlo con una sentenza che demolisce il permesso a costruire una palazzina con cambio di destinazione d’uso al posto dell’ex pizzeria il Faro. La sentenza, schiacciante, annulla la concessione rilasciata dal Comune “C/2016.29 del 12/10/2016 per il recupero del volume del ristorante Il Faro in via Pianosa” perché, come da noi sostenuto più volte, evidentemente in contrasto con quanto disposto dal Piano strutturale. Sindaco e assessore, che tanto bene conoscono la cosa pubblica, hanno approvato il Piano strutturale ma riescono a violarne le norme dandone, di volta in volta, interpretazioni politiche di comodo che espongono l’ente a contenziosi costosi e vanificano ogni residua percezione di parità di trattamento nella cittadinanza. Questo modo di interpretare le regole che a San Vincenzo sono da sempre uguali per tutti ma più uguali per alcuni, è spudorato e oltre a costar caro ai cittadini in termini economici, a causa delle spese legali da sostenere, ha ormai annientato la logica e l’utilità della pianificazione urbanistica: fissare norme chiare a beneficio della conservazione e fruizione collettiva del territorio. A difesa di quest’ennesimo sfregio alla pianificazione territoriale, sindaco e assessore si sono spesi fino al ridicolo elaborando l’imbarazzante teoria dei buchi secondo cui nel vietare la sopraelevazione degli edifici compresi tra il mare e l’asse urbano di Via della Principessa, Corso Italia, Corso Vittorio Emanuele e Viale Serristori, il Piano strutturale in realtà prevedeva che ci fossero alcuni buchi di cui uno, caso strano, in corrispondenza di Via Pianosa. Ridicoli. Centinaia di migliaia di euro, anni e anni di lavoro per fare un Piano strutturale che è carta straccia. Ci siamo divertiti abbastanza, gioverà correre ai ripari. Quello che dopo la sentenza del TAR è ancora più chiaro è che nessuna traccia di interesse pubblico si riscontra nell’intervento edilizio autorizzato anzi si rileva un gravissimo smacco al concetto di parità del trattamento di ogni cittadino e in campo urbanistico: in questo Comune non ce n’è proprio bisogno di dimostrazioni in tal senso. Ora l’amministrazione, anziché giocare con i soldi dei cittadini per autorizzare uno strappo alle regole da essa stessa disposte, prenda atto dell’annullamento del permesso di costruire, non ricorra in Consiglio di Stato perché, al di là dell’inconsistenza delle argomentazioni di diritto, mancano i presupposti di interesse pubblico per farlo. A San Vincenzo non servono più palazzine sul mare. L’incongruenza da noi segnalata e sancita dal TAR è già costata troppo in termini di credibilità all’ente; l’amministrazione si limiti ad applicare il Piano strutturale che ha approvato e che prevede l’impossibilità di rialzare gli edifici sul mare senza inventarsi stravaganti interpretazioni. Un’amministrazione che si comportasse in questo modo non sarebbe più debole né avrebbe perso, perché, ristabilendo il principio di eguaglianza di trattamento dei cittadini e la non interpretabilità delle norme, avrebbe guadagnato credibilità e autorevolezza. Viceversa, anche per evitare l’imbarazzo sconcertante delle teorie dei buchi e dello skyline che vale se lo si vede non dalla battigia ma da Capraia, sindaco e assessore straccino il Piano strutturale perché a nulla serve la pianificazione urbanistica. Basteranno poche, chiare parole per sancire un concetto ben noto a molti cittadini: chiedi e, se mi piaci, ti sarà dato.
Gruppo consiliare Assemblea Sanvincenzina