Niente aree demaniali niente finanziamenti
PIOMBINO 1 marzo 2016 — Oltre alla vicenda delle aree demaniali marittime e di quelle del demanio pubblico dello Stato ramo bonifica passate da Lucchini e dall’Autorità portuale ad Aferpi, che ha configurato l’ottenimento di un privilegio da parte di Aferpi (già Stile libero ne ha parlato), c’è nell’accordo di programma del 30 giugno 2015 anche una vicenda opposta, ma dello stesso segno, quella delle aree Lucchini che non sono passate ad Aferpi. Si tratta delle aree in concessione demaniale alla Lucchini della “discarica Lucchini” e dell’ area della “discarica LI53”.
Vicenda altrettanto foriera di problemi.
Il primo articolo dell’Accordo di programma, firmato a Roma il 30 giugno 2015 per attuare un progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo nell’area del complesso industriale ex Lucchini di Piombino, promuovere il riutilizzo di tale area in condizioni di sicurezza sanitaria e ambientale e preservare le matrici ambientali non contaminate, con particolare riferimento alle matrici suolo, sottosuolo, acque sotterranee, aria e area marina antistante lo stabilimento produttivo, delimita le aree che passano ad Aferpi in proprietà o in concessione demaniale.
Ad Aferpi si richiede la presentazione e l’attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico delle aree del complesso industriale ex Lucchini, ricomprese nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Piombino. Sono quelle visibili nella tabella sottostante divise
- in viola quelle in proprietà prevista per Cevital/Aferpi,
- in verde chiaro e giallo in concessione demaniale sempre prevista per Cevital/Aferpi,
- in rosso in concessione demaniale dell’ Autorità portuale:
Aferpi dovrà realizzare la messa in sicurezza operativa del suolo delle aree in proprietà mentre Invitalia, con finanziamenti pubblici (si tratta dei 50 milioni approvati dal Cipe), la messa in sicurezza operativa del suolo e della falda da realizzare nelle aree di proprietà e in concessione demaniale di Aferpi e del suolo delle aree in concessione demaniale.
Si tratta delle aree già in concessione demaniale alla Lucchini, per lo più comprese nel SIN di Piombino.
Tutte ma con qualche eccezione.
Non sono infatti state trasferite ad Aferpi due aree molto importanti ai fini della bonifica di esse stesse e più in generale di tutto il SIN: si tratta delle aree in concessione della discarica Lucchini e della limitrofa LI53, rea quest’ultima che deve essere messa in sicurezza.
La concessione demaniale della discarica Lucchini sta passando all’ Asiu e l’area servirà per smaltire i rifiuti pericolosi.
La discarica LI53 è sempre in concessione alla Lucchini ma Asiu è autorizzata in via provvisoria da un decreto del Ministero dell’ ambiente che risale al maggio 2014 ad avviare entro il settembre 2014 i lavori previsti nel progetto di bonifica e messa in sicurezza permanente della porzione di area Lucchini su cui sorgerà l’impianto della discarica Asiu. Da allora niente è stato fatto di quanto autorizzato e la stessa Asiu recentemente ha chiesto l’autorizzazione ad apportare una variante al progetto, variante che dovrà essere riapprovata. Dopo di che Asiu si dovrà accollare ed in tempi brevi la costosa messa in sicurezza di quest’area che è l’ultima nella serie degli interventi che costituiscono il progetto RIMateria.
La 4° variante richiede un investimento di oltre 13 milioni di euro, il progetto RIMateria nel suo complesso 40 milioni, così almeno sta scritto nel documento ufficiale consegnato al Consiglio comunale di Piombino. Si tratta di investimenti ingenti, tant’è che lo stesso presidente di RIMateria ha dichiarato pubblicamente la necessità o almeno la convenienza di finanziamenti pubblici, spingendosi persino a dire una cifra: 12 milioni. Lo stesso presidente ha formulato anche una proposta: fatemi utilizzare una parte dei 50 milioni stanziati per la messa in sicurezza delle aree in concessione demaniale passate ad Aferpi, quei 50 milioni che saranno utilizzati da Invitalia. Una proposta forte di buone ragioni perché in fin dei conti il progetto RIMateria è concepito come funzionale proprio alla bonifica dell’area industriale Aferpi. Purtroppo, però, è facile pronosticare che quella proposta
non sarà accettata, non perché non fondata ma semplicemente perché il Comune di Piombino, la Regione Toscana e lo stesso Ministero dell’ ambiente quando lo potevano fare non hanno posto le premesse indispensabili. Premesse che si dovevano concretizzare nell’inserire le aree della discarica Lucchini e quelle della discarica LI53 in concessione demaniale alla Lucchini tra le aree passate ad Aferpi insieme a tutte le altre. Se si fosse fatto questo si sarebbe potuto utilizzare il finanziamento pubblico. Non ha voluto Aferpi? Non hanno insistito le istituzioni? Se lo sono dimenticato?
L’ipotesi più credibile è un’altra. Il 31 marzo 2015 l’amministratore unico di Asiu, Fulvio Murzi, firmava un Piano industriale 2014–2018 nel quale si diceva: «…attualmente siamo in attesa della determinazione del Ministero dell’ Ambiente che includa l’area [si tratta dell’area LI53] nell’ambito dell’accordo di programma sull’intero perimetro dell’area industriale e che dovrebbe portare all’immediata esecutività dell’opera in assenza dell’intervento di bonifica della falda…». Il 30 giugno successivo l’accordo di programma è stato firmato ma le discariche Lucchini non erano nel perimetro delle aree industriali passate ad Aferpi e dunque oggetto dell’accordo.
Non è stata una dimenticanza, probabilmente Aferpi non le ha volute e Comune, Regione e Ministero non hanno eccepito.