Niente piano industriale, niente partner, niente soldi
PIOMBINO 2 luglio 2017 — Troppe le contraddizioni, troppe le lacune, troppe le genericità dei troppi comunicati stampa emessi dopo la riunione romana nella quale è stato presentato l’addendum al contratto di vendita della Lucchini a Cevital del 30 giugno 2015. Se si pensa poi che comunicati e dichiarazioni vengono dopo anni di comunicati e dichiarazioni puntualmente smentiti dalla realtà non si può non dedurre la necessità di un atteggiamento di grande prudenza.
Basterebbe un solo esempio.
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo aver dato per scontato per mesi il finanziamento del primo lotto della 398 da Montegemoli a Gagno, oggi si dice preoccupato per il fatto che quei 50 milioni non ci sono, confermando così ciò che Stile libero aveva già dimostrato in tempi non sospetti. Naturalmente tutti gli altri protagonisti di quegli inni al governo, sensibile ai problemi delle infrastrutture di Piombino, per i soldi stanziati (la sottosegretaria Velo e il sindaco di Piombino Giuliani ad esempio) tacciono e lasciano solo soletto il presidente Rossi. Perché? Ulteriore esempio di conformismo e sudditanza nei confronti del governo stesso?
Ma gli esempi non finiscono qui.
Pensiamo al cosiddetto “ammortizzatore” che non si capisce bene cosa sia ma è quello che dovrebbe traghettare i lavoratori fino alla completa ripresa produttiva (ne parleremo più avanti). Le organizzazioni sindacali affermano che sarà erogato fino al 31/12/2018 con la possibilità di prorogarlo per altri 18 mesi con le stesse caratteristiche salariali del contratto di solidarietà che abbiamo avuto fino al 30 giugno 2017 e che, il Ministero ha confermato, può essere anticipato dall’azienda così come è sempre stato fatto. Peccato che l’azienda lo stesso giorno abbia detto il contrario sicuramente per il pagamento da parte sua, forse anche per il quantum salariale. Chi ha ragione?
E la dichiarazione di Cevital/Aferpi/Piombino Logistics secondo la quale Cevital, che aveva già impegnato 100 milioni di euro, ha sbloccato un finanziamento supplementare di circa 50 milioni di euro che permetteranno di assicurare la continuità della produzione dall’agosto 2017? La cosa curiosa è che, dopo aver tanto rivendicato la risoluzione del problema del “circolante” e della messa a disposizione di soldi freschi, nessuno tra istituzioni di ogni livello e sindacati abbia ripreso e sottolineato questo impegno. Davvero strano.
Ed infine la certezza manifestata dal presidente Rossi: «Penso che la firma sull’addendum posta stamani consenta di fare punto e a capo in una vicenda complessa, e di dare certezze ai lavoratori che ieri hanno giustamente fatto sentire la loro protesta. Il nostro obiettivo deve essere quello di tornare a produrre acciaio e non si può prescindere dall’accensione del forno elettrico. In questa vicenda si è indubbiamente perso tempo e ci sono stati ritardi da parte di Aferpi.……Oggi questo addendum mi convince, perché fissa tappe precise per la ripresa dell’attività produttiva, per gli investimenti, per l’attuazione di quanto previsto dal piano finanziario, stabilendo un nuovo traguardo per la fine del prossimo ottobre. E mi convince anche perché dà garanzie ai lavoratori». Tanta certezza proprio non ci deve essere se anche il sindaco di Piombino è costretto a prendere in considerazione il caso di violazione di quanto stabilito nell’addendum (in merito alla ripresa produttiva, ricerca della partnership e presentazione del piano industriale) in conseguenza del quale Aferpi sarà considerata gravemente inadempiente, con la conseguente risoluzione del contratto. Come se non fosse stato possibile prima. Ma lasciamo perdere. Il problema è che almeno il 30 giugno 2015 un po’ di fogli accreditati come piano industriale c’erano, del tutto non credibili per il più sprovveduto dei lettori ma c’erano. Ora non c’è proprio nulla.
L’impegno di Cevital/Aferpi, a individuare, entro il 31 ottobre 2017, una partnership per la parte siderurgica del Progetto Piombino o a presentare, nello stesso termine, un piano industriale con evidenza delle fonti di finanziamento certe non può non voler dire che oggi non c’è piano industriale per la parte siderurgica né soldi e se e quando ci sarà un partner industriale i contenuti del piano industriale sanno scritti con lui e non è detto che ci sia il forno elettrico.
L’impegno poi a presentare le proposte operative per parte logistica e agroalimentare entro sei mesi dalla approvazione del piano siderurgico vuol dire la stessa cosa. Non c’è niente ed in realtà nemmeno loro sanno cosa farci e come (e sopratutto con quali e quanti soldi) al di là dlle tante chiacchiere dette o scritte. Ma intanto Cevital/Aferpi continua a tenersi le concessioni demaniali marittime presenti e future (oltre 50 ettari e più di un chilometro di banchine naturalmente tutto da bonificare e costruire) e ad impegnare un territorio che la variante adottata dal Comune ha destinato come voleva la sua volontà. Di Cevital/Aferpi/Piombino Logistics naturalmente.
Ci fermiamo qui, ce n’è in abbondanza.
E chissà cosa c’è scritto davvero in quell’addenum. Speriamo che non si debbano aspettare altri due anni per leggerlo così come abbiamo dovuto fare per il contratto di vendita.