Niente strada ma la Provincia deve comunque pagare
PIOMBINO 24 giugno 2015 - L’autostrada Tirrenica muore, secondo abitudine, ad ogni inizio d’estate per rinascere sui soliti tavoli inconcludenti a fine vacanze, nel mese di settembre. Ad oggi siamo fermi alla poco chiarita situazione del tratto Rosignano- Grosseto sud dove la Variante dovrebbe rimanere con le caratteristiche attuali, ovvero una superstrada senza caselli per regolare i pagamenti. Addirittura “gratuita” secondo le prime notizie uscite alla presentazione dell’ultimo nuovo progetto dell’autostrada. Ma, ahinoi, di gratuito nel Belpaese è rimasto ben poco e non ha sorpreso che, ai primi annunci del “tutto gratis”, abbia fatto seguito una immediata correzione. E così è spuntata una sorta di forfait, che hanno chiamato “pedaggio aperto” da pagarsi ai varchi di Rosignano, come del resto accade oggi, e di Grosseto. Non si è mai capito cosa accada ad un automobilista che non tocchi i due caselli. Ovvero risulta inconcepibile che nulla si paghi immettendosi, per esempio, sulla Variante a Gavorrano per uscire a Cecina (circa 70 chilometri); mentre si dovrebbero sborsare tre euro (così pare) per viaggiare – nuovo esempio – da Grosseto a Braccagni (una decina di chilometri). Al momento non c’è uno straccio di chiarimento che faccia luce su un assurdo del genere.
L’attesa di notizie in merito è ancora più stringente per quel che riguarda la 398, bretella di collegamento indispensabile per la città e per valorizzare il nuovo porto. Dopo infiniti dibattiti sui lotti Montegemoli-Gagno e poi Gagno-porto, dopo il matrimonio, durato diversi mesi, con il vecchio progetto autostradale, dopo tante rassicurazioni, tanti grafici, tanti annunci a mezzo stampa, la stato dell’arte ci regala oggi una palude immobile senza che un qualsiasi traghettatore aiuti a superare gli ostacoli.
Nel nulla infrastrutturale qualcosa per la verità in questi giorni si è mosso. Niente a che vedere con cantieri aperti, ruspe e macchine per stendere l’asfalto, solo l’ennesima amara constatazione delle abitudini della pubblica amministrazione. Il caso, a cui accenniamo, riguarda il lotto zero dell’autostrada, ovvero il collegamento da sud con la città di Livorno. Per l’esattezza il tratto di strada che collega le località di Marroccone e Chioma.
Non se ne parla più da tempo ma una decina di anni fa l’argomento era in cima all’agenda della politica. Tanto in cima che la Provincia di Livorno commissionò (anno 2005) ad un suo dipendente, l’architetto Mauro Parigi, la stesura di una progetto per questo benedetto lotto.
In questi casi, oltre al normale stipendio, al professionista va anche il cosiddetto “incentivo alla programmazione” previsto dalla legge Merloni, un bel po’ di soldini che la Provincia si è però guardata bene dal corrispondere al Parigi. Ne è nato un contenzioso davanti al giudice del lavoro che, alla fine, ha dato ragione all’architetto sentenziando per la Provincia l’obbligo di pagare 130 mila 182 euro oltre alle spese legali di giudizio, con l’aggiunta delle quali si è arrivati a 170 mila euro.
Fortuna (si fa per dire) che si è arrivati ad una transazione per evitare le lungaggini dei ricorsi in appello. Insomma, alla fine dei giochi, l’Amministrazione provinciale verserà al Parigi 90 mila euro con le quali si chiuderà la partita.
E chi mai, in ultima analisi, pagherà questa somma? La risposta è nel vecchio tormentone del compianto Totò: “…e io pago!”
La spesa non ha comunque modificato di una misera virgola la situazione per chi, soprattutto d’estate, deve raggiungere Livorno da sud. Provare per credere percorrendo il Romito.