Non bastano le faccine che ridono

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 6 novem­bre 2013 — La trasparen­za è un prob­le­ma seris­si­mo. Han­no fat­to bene M5S e Comi­ta­to per Campiglia a soll­e­vare il prob­le­ma dopo che il Comune di Campiglia era fini­to all’ultimo pos­to in una grad­u­a­to­ria del Gov­er­no sul­la trasparen­za dei siti web. Purtrop­po l’indagine era cir­co­scrit­ta solo agli aspet­ti for­mali e non a quel­li sostanziali. Lo dice lo stes­so asses­sore Bertoc­chi quan­do affer­ma che “ Per far sor­rid­ere le 65 fac­cine (gli indi­ca­tori dell’indagine) è nec­es­sario instal­lare il soft­ware che per­me­tte alle notizie pre­sen­ti sul sito di occu­pare le caselle giuste”. Cosa che il Comune ha fat­to tar­di­va­mente, vis­to che ora le fac­cine sor­ri­dono. Ma l’assessore non dice che nelle “caselle al pos­to gius­to” man­cano del tut­to le infor­mazioni e che ai cit­ta­di­ni con­tin­ua ad essere nega­to il dirit­to alla conoscen­za. Il prob­le­ma, purtrop­po, non è solo la gius­ta col­lo­cazione delle caselle, ma l’esistenza delle infor­mazioni e l’accessibilità per chi­unque. Per legge oggi tut­to deve essere pub­bli­co e acces­si­bile, con la sola eccezione dei dati sen­si­bili defin­i­ti legge 675/90.
A Campiglia questo non suc­cede. Se non fos­se sta­to per le nos­tre pres­san­ti richi­este non sareb­bero state pub­bli­cate le delibere sul sito e anco­ra oggi i con­siglieri comu­nali dovreb­bero recar­si negli uffi­ci comu­nali per vision­are i doc­u­men­ti car­ta­cei poche ore pri­ma delle sedute. Abbi­amo ottenu­to fati­cosa­mente l’invio per pos­ta elet­tron­i­ca, ma anco­ra oggi molti elab­o­rati tec­ni­ci non ven­gono trasmes­si, così come non ven­gono pub­bli­cati dopo la loro approvazione tra gli alle­gati delle delib­er­azioni. Basterebbe creare uno spazio sul sito web per poter­li vision­are da parte di chi­unque e invece i cit­ta­di­ni sono costret­ti a chiedere e,  se va bene, pagare per ottenere quel­lo che è un loro dirit­to.
Nel 2013 abbi­amo nota­to addirit­tura che nel­la sezione atti pub­bli­ci han­no smes­so di pub­bli­care ordi­ni del giorno e inter­pel­lanze sui argo­men­ti come cave, autostra­da, Ital­ian Food, crisi del­la siderur­gia, ecc. Non è inter­esse dell’amministrazione, oltre che un dovere, far conoscere ai pro­pri cit­ta­di­ni questi argo­men­ti? Sono solo pochi esem­pi per dimostrare che non bas­ta la for­ma per garan­tire la trasparen­za.
E infine l’accessibilità agli atti. E’ garan­ti­ta per legge e la dig­i­tal­iz­zazione la rende pos­si­bile, purchè lo si voglia. Tut­to può essere pub­bli­ca­to sui siti e reso acces­si­bile sen­za bisog­no di fare istanze buro­cratiche e fornire moti­vazioni per richiedere atti e doc­u­men­ti. Nel 2013 è sta­to emana­to il decre­to leg­isla­ti­vo n.33 del 14 mar­zo 2013 nel quale sta scrit­to, art. 2, che atti e doc­u­men­ti devono essere pub­bli­cati sui siti delle ammin­is­trazioni e che è” dirit­to di chi­unque di accedere ai siti diret­ta­mente ed imme­di­ata­mente, sen­za aut­en­ti­cazione ed iden­ti­fi­cazione.”
Bertoc­chi e la Giun­ta di Campiglia san­no bene che tut­to questo non accade, ma non sem­bra­no aver assun­to questo tra gli obi­et­tivi del loro manda­to. La fac­cine che ridono, purtrop­po, non can­cel­lano l’arretratezza del­la nos­tra ammin­is­trazione in mate­ria di trasparen­za, quin­di di democrazia.

Comune dei Cit­ta­di­ni

 

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