Non chiari tempi e modi delle riassunzioni
PIOMBINO 30 maggio 2015 — L’ultimo verbale di riunione firmato da Aferpi e organizzazioni sindacali, quello del 29 maggio, afferma, a proposito del trasferimento dei lavoratori, che «.…tutti i lavoratori in forza ai rami d’azienda dei complessi aziendali LUCCHINI Piombino, VERTEK Piombino e LUCCHINI SERVIZI saranno trasferiti al promissario acquirente AFERPI SpA a fasi progressive, usufruendo della disponibilità degli ammortizzatori sociali in capo alle procedure e comunque entro e non oltre il 6.11.2016 secondo i termini, le limitazioni e le esclusioni contenute nell’accordo sindacale che sarà concluso dalle parti stesse ai sensi e per gli effetti dell’art. 47, comma 4 Bis, della Legge 428/1990 e potranno essere ricollocati anche presso altre società facenti capo al gruppo cevital operanti in altre attività produttive, commerciali e logistiche nei siti ex Lucchini…».
Si fa seguito a ciò che il 29 aprile era stato scritto in un precedente verbale d’incontro dove si affermava che «…Il potenziale acquirente ha dichiarato la propria disponibilità, condizionata al perfezionamento del contratto d’acquisto.….….a trasferire tutto il personale in forza.… al momento del rogito con trasferimento da eseguirsi a fasi progressive secondo le necessità tecnico – organizzative e produttive correlate e conseguenti alle fasi di attuazione del proprio Progetto industriale...».
Compare dunque nel secondo verbale il termine del 6.11.2016 come data entro la quale i lavoratori dovrebbero essere riassunti dal gruppo Cevital uscendo dalla Lucchini in amminstrazione straordinaria dopo essere rimasti lì in cassa integrazione.
Il Piano industriale per la rinascita del sito di Piombino, presentato da Cevital nell’ aprile 2015, prevede espressamente 2.200 (poi più precisamente 2.160) unità occupate al termine del quinquennio, cioè prevedibilmente nel giugno 2020 mentre non sono quantificabili ad oggi gli occupati nello smontaggio dei vecchi impianti e nel montaggio dei nuovi.
La non coincidenza delle date merita dunque un approfondimento basato sui documenti ufficiali che sono quelli che contano.
Il piano, o progetto che sia, non contiene un cronoprogramma per le attività agroindustria (complesso di triturazione di semi oleosi e complesso di raffinazione e trattamento di oli vegetali), porto e logistica che complessivamente dovrebbero occupare 750 dipendenti e questo costituisce un primo problema per la comprensione di ciò che succederà realmente.
Il cronoprogramma del progetto siderurgico prevede che nel dicembre 2016 siano terminati gli investimenti relativi a acciaieria 1, servizi di stabilimento, treno medio piccolo e treno vergella:
Dunque non vi è la possibilità che tutti i lavoratori che saranno riassunti entro il 6 novembre 2016 possano essere occupati a tempo pieno tant’è che sia nel primo che nel secondo verbale si individua quale strumento ottimale per la gestione del piano industriale l’utilizzo dei contratti di solidarietà secondo condizioni e durata (24 mesi + 24 mesi) previste dalla normativa vigente.
Anche seguendo questa ipotesi e cioè che per loro scatti il contratto di solidarietà e non la cassa integrazione quanti lavoratori rimarranno via via in cassa integrazione nell’ amministrazione straordinaria Lucchini e per quanto tempo e quale sarà la riduzione oraria conseguente al contratto di solidarietà al momento non è dato sapere, lo ripetiamo, dai documenti ufficiali.
Sarebbe auspicabile che le risposte venissero nel passaggio dai verbali d’incontro all’accordo definitivo.