Non è moderno unificare Campiglia e Suvereto
Dopo il Circondario il nulla. Ora il gigante si sveglia e ci consegna la proposta di unificare due comuni: Campiglia Marittima e Suvereto, presentando il tutto come innovazione, scelta coraggiosa e moderna. Mi permetto di non trovare niente di moderno in una scelta che getta a mare oltre trent’anni di storia di governo unitario del territorio con cinque comuni e non trova niente di meglio che ripartire da zero con due soli comuni e lo fa non partendo da una sperimentazione oggettiva e reale, che tenga conto delle complessità e consenta di valutare bene il nuovo e magari in itinere avere anche condizioni di modificare le scelte, ma sempre unendo senza lasciare niente indietro.
Al solito l’incapacità alla costruzione di una programmazione concreta che non sia improvvisazione oppure una risposta emotiva a batoste elettorali, diventa frettolosa e miope, diventa come costruire una casa partendo dal tetto.
Le motivazioni che vengono addotte sono di due tipi, la semplificazione gestionale con i minori costi ed i tanti soldi che dovremmo avere come incentivi. Debbo dire che mi sembrano molto labili e prive di concretezza, la semplificazione gestionale possiamo ottenerla anche con le semplici funzioni associate, lasciando in ogni comune le proprie identità, la propria storia e la propria cultura. Oppure si vuole affermare la demagogia, che al momento sembra prevalere, che i costi della politica sono rappresentati dal permanere di un comune come quello di Suvereto.
Per non parlare dei soldi che arriverebbero come incentivi, ci sembra davvero incredibile la non comprensione che proprio gli incentivi sono la chiara dimostrazione che le operazioni sanno di scelte difficili (sia sul piano politico che culturale e sociale) e che si cerca di semplificare con la brillantezza dei soldi che potrebbero facilitare il mantenimento dei servizi alla collettività.
Non accetto una simile impostazione, una comunità merita rispetto e merita ben altra capacità di programmare per il proprio futuro, chi vuol partire dal tetto per costruire la casa del domani, faccia pure, ritengo essenziale che si debba partire sempre dalle fondamenta e le fughe in avanti sono immotivate.
Non voglio fare una battaglia contro, ma ritengo giusto far conoscere ai cittadini di Campiglia Marittima e Suvereto, che la strada che oggi viene proposta è una odiosa semplificazione, è mettere al primo posto il traguardo finale per due comunità che avrebbero diritto a periodi sereni di sperimentazione e costruzione del nuovo, facendo ogni giorno qualcosa che porti avanti, senza trovarsi a fronte di scelte irreversibili dovute alla fretta.
E’ la Val di Cornia che merita qualcosa di più, lo chiede la sua storia sociale e politica. Il partito di maggioranza se vuole essere tale, deve proporre una strategia complessiva e non rimettersi a quel che capita nel proprio cammino, non è politica se non riesce a programmare e governare processi sociali e istituzionali. Mai come adesso vale la massima che suona così: “non sa dove va, chi non sa da dove viene”. Comunque sono certo che i cittadini sapranno valutare e risponderanno adeguatamente, dimostrando che il nuovo non può essere cancellazione del vecchio, ma correzione delle sue debolezze costruendo il domani, ma sempre e soltanto con un passo alla volta.
Walter Gasperini