Non prolungare l’agonia della fabbrica e della città
PIOMBINO 26 aprile 2017 — Il sindacato UNICOBAS di Piombino esprime il suo parere negativo circa l’esito dell’incontro del 19 aprile al MISE riguardo alla situazione Aferpi.
Risultano drammatiche la mancanza di indicazioni concrete sul futuro dell’azienda e l’assenza di un intervento del governo, che, dopo due anni dall’acquisto e in presenza di totale inadempienza, ha inviato, da parte del ministro Calenda, una lettera di messa in mora a Rebrab, il cui testo peraltro non è stato reso pubblico.
Troviamo inutile il tentativo delle amministrazioni pubbliche di addossare tutte le colpe della vicenda a Rebrab, che, essendo il padrone della fabbrica, è ovvio che persegua unicamente i propri interessi economici. Riteniamo che le maggiori responsabilità della attuale situazione di crisi siano da attribuirsi a politiche governative fallimentari, a tutti i livelli (nazionale, regionale e comunale), per aver lasciato spegnere l’altoforno, per non aver valutato adeguatamente la fattibilità del piano presentato da Rebrab sia dal punto di vista finanziario che progettuale, per non aver fatto nulla finora contro l’inadempienza di Rebrab, per non essersi assunto la responsabilità di intervenire direttamente con fondi pubblici per consentire la ripresa della produzione. In questi anni inoltre gli amministratori locali e i dirigenti dei loro partiti sono sempre stati incondizionatamente al servizio di Rebrab, negando ripetutamente i dubbi riguardo la serietà e la consistenza finanziaria di Cevital, apostrofando come “gufi” tutti gli scettici riguardo il piano industriale e accusandoli di voler riproporre schemi superati come l’impegno diretto dello Stato, facendo approvare la “variante Aferpi” al piano urbanistico, nonostante il parere contrario di tutti i Consigli di Quartiere di Piombino.
L’unica ipotesi a sostegno dei lavoratori che si sta ventilando in questo momento è la possibilità di un prolungamento della “legge Marzano”, un modo per prolungare l’agonia della fabbrica e dell’intera città, che non può certo essere visto come una soluzione del problema.
Riteniamo che al momento l’unica soluzione possibile sia che il Governo garantisca a Piombino la ripresa della produzione di acciaio e l’occupazione di tutti i lavoratori, diretti e indiretti, investendo capitali pubblici e rilevando o partecipando alla gestione dell’azienda. È inoltre necessario che vengano estesi gli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori dell’indotto.
UNICOBAS PIOMBINO
(Foto di Pino Bertelli)