DOPO CHE IL TAR HA ANNULLATO LA SECONDA DELIBERA SUI QUARTIERI

Non rispettando le regole si va a sbattere

· Inserito in Editoriale
Redazione

PIOMBINO 14 feb­braio 2016 — Ciò che è suc­ces­so sul­la nom­i­na dei mem­bri dei con­sigli di quartiere di Piom­bi­no non è un inci­dente di per­cor­so. Il Par­ti­to demo­c­ra­ti­co non è scivola­to su una buc­cia di banana. Ciò che è suc­ces­so è l’ul­ti­ma per­la di una col­lana che ne con­tene­va già molte e dunque ciò sig­nifi­ca che le deci­sioni prese pog­giano su un retroter­ra di con­vinzioni e di con­cezioni del fun­zion­a­men­to delle isti­tuzioni almeno da dis­cutere.
Il Tri­bunale ammin­is­tra­ti­vo regionale (TAR) ha annul­la­to le due delibere sul­la nom­i­na dei com­po­nen­ti i con­sigli di quartiere: la pri­ma basan­dosi su una inter­pre­tazione aut­en­ti­ca (riv­e­latasi impro­poni­bile) mod­i­fi­ca­va il rego­la­men­to di dis­ci­plina dei quartieri con effet­to retroat­ti­vo, così da per­me­t­tere al Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co di ria­vere ciò che ave­va gius­ta­mente per­so non aven­do pre­sen­ta­to per tem­po i pro­pri nom­i­na­tivi, la sec­on­da ave­va annul­la­to la pro­pos­ta di nom­i­na dei quartieri (sen­za i rap­p­re­sen­tan­ti del Pd) pre­sen­ta­ta in ese­cuzione del­la pri­ma sen­ten­za del TAR.
Tut­to, ha det­to il TAR, palese­mente ille­git­ti­mo.
Ciò che colpisce sono le moti­vazioni addotte dal par­ti­to di mag­gio­ran­za. La pri­ma affer­ma­va come un dirit­to a pri­ori per sé, in nome del­la rap­p­re­sen­tan­za, avere con­siglieri di quartiere a pre­scindere dal fat­to che si sia vio­la­to il rego­la­men­to non pre­sen­tan­do nei tem­pi sta­bil­i­ti la pro­poste (las­ci­amo perdere la lib­era inter­pre­tazione del­l’ar­ti­co­lo rel­a­ti­vo pro­pos­ta dal­la seg­re­taria gen­erale del Comune). La sec­on­da raf­forza­va la pri­ma evi­den­zian­do che il Par­ti­to demo­c­ra­ti­co è sta­to vota­to dal­la stra­grande mag­gio­ran­za dei cit­ta­di­ni piom­bi­ne­si. Tut­to questo a pre­scindere dal rispet­to delle regole. Le con­seguen­ze di queste tesi sono evi­den­zi­ate nel caso del­la sec­on­da delib­er­azione che non era altro che l’ap­pli­cazione obbli­ga­to­ria del­la sen­ten­za del TAR ma che in nome di quei prin­cipi non venne vota­ta provo­can­do così pri­ma il non fun­zion­a­men­to dei quartieri e poi l’an­nul­la­men­to del TAR.
Non ci sono gius­ti­fi­cazioni ma si potrebbe anche ipo­tiz­zare che si trat­ti di un caso ver­i­fi­catosi in una situ­azione polit­i­ca che ha reso impos­si­bile qualunque soluzione, appun­to polit­i­ca. Si potrebbe, ma solo se non ci fos­sero prece­den­ti ed invece i prece­den­ti ci sono, forse addirit­tura più gravi. Non si può dimen­ti­care che la mag­gio­ran­za ha boc­cia­to la pro­pos­ta di delib­er­azione pre­sen­ta­ta dai grup­pi con­sil­iari Movi­men­to 5 Stelle, Rifon­dazione Comu­nista, Un’al­tra Piom­bi­no e Fer­rari Sin­da­co — Forza Italia, per l’is­ti­tuzione del­la Com­mis­sione con­sil­iare di con­trol­lo e garanzia. Sen­za, mag­a­ri suc­ces­si­va­mente, farne ogget­to di una pro­pos­ta autono­ma per col­mare una lacu­na, quel­la del­l’e­ser­cizio dei com­pi­ti di con­trol­lo, che in un modo o nel­l’al­tro è una delle com­po­nen­ti su cui si reg­gono le fun­zioni di un’assem­blea elet­ti­va (nel nos­tro caso il con­siglio comu­nale) nei con­fron­ti del­l’organo esec­u­ti­vo (nel nos­tro caso la giun­ta comu­nale ed il sin­da­co) e l’e­qui­lib­rio tra mag­gio­ran­za e mino­ran­za (las­ci­amo perdere anche in questo caso il parere tec­ni­co espres­so).
Ma non si pos­sono nem­meno sot­tacere le inap­pli­cazioni dei rego­la­men­ti sulle parte­ci­pate (quel­lo attuale e quel­lo prece­dente), rego­la­men­ti approvati dal­lo stes­so Comune. Stile libero ne ha par­la­to in più occa­sioni ma non si può non met­tere in evi­den­za, persi­no con stu­pore, la per­du­rante non­cu­ran­za delle regole da parte addirit­tura di chi le ha approvate.
Come non capire, anche rima­nen­do solo a questi tre esem­pi, che ci tro­vi­amo di fronte ad una palese sot­to­va­l­u­tazione del­l’im­por­tan­za delle regole non solo come fat­tore di legit­tim­ità delle deci­sioni pub­bliche ma anche di equi­lib­rio tra mag­gio­ran­za e mino­ran­za ed equi­lib­rio tra poteri che è inter­esse di tut­ti tute­lare, anche delle mag­gio­ranze.
Non regge pro­prio l’ap­pel­lo gius­ti­fica­ti­vo “siamo sta­ti elet­ti dal­la mag­gio­ran­za dei cit­ta­di­ni e li rap­p­re­sen­ti­amo” per­ché è anche inter­esse del­la mag­gio­ran­za, ai fini del miglio­ra­men­to delle deci­sioni e delle azioni, che le regole vengano rispet­tate sem­pre e che le mino­ranze siano messe in con­dizione di esercitare al meglio la loro fun­zione, che è quel­la di sti­mo­lare, sug­gerire, con­trol­lare.
È una rego­la isti­tuzionale che viene addirit­tura pri­ma del­la polit­i­ca: un’in­vari­ante, si potrebbe dire, del­la quale la polit­i­ca non può e non deve mai dimen­ti­car­si anche quan­do va alla ricer­ca di quelle che si chia­mano “soluzioni politiche”.
Non tenere sem­pre pre­sente ques­ta rego­la si può ritenere utile per per­cor­rere scor­ci­a­toie ma è bene sapere che sono scor­ci­a­toie che non si sa mai dove por­tano.
Nel caso dei quartieri han­no por­ta­to a sbat­tere con­tro un muro.

Una risposta a “Non rispettando le regole si va a sbattere”

  1. Mario Valentini says:

    L’in­ter­ven­to sul­la stam­pa del capogrup­po Bar­sot­ti a com­men­to del­la sen­ten­za del Tar pre­sen­ta­to e vin­to per ben due volte dal M5S dimostra in modo inequiv­o­ca­bile l’ar­ro­gan­za per­son­ale e quel­la del Par­ti­to al quale appar­tiene e il ‘dis­prez­zo’ per la Mag­i­s­tratu­ra.
    Evi­den­te­mente è una for­ma men­tis di ‘anti­co’ retag­gio del­la serie “Coman­di­amo noi, Siamo i più for­ti… Siamo infal­li­bili!” .. . e chi non è con noi è con­tro di noi!

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