Non sappiamo più cosa sia la politica d’area”

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pervenuta in redazione

SUVERETO 8 giug­no 2017 - È tem­po del­la con­cretez­za. Leg­gere sul­la stam­pa del­la polem­i­ca tra due asses­sori di comu­ni con­fi­nan­ti ver­rebbe da sor­rid­ere ma, riflet­ten­do un pochi­no, vedi­amo una realtà ben diver­sa e si oscu­ra subito la fronte e l’amarezza assale la gola. La polit­i­ca che ha ammin­is­tra­to questo ter­ri­to­rio e gli stes­si ammin­is­tra­tori han­no tra­di­to le sper­anze di chi sper­a­va in dis­eg­ni del futuro che sapessero guardare agli inter­es­si col­let­tivi, invece ha preval­so ogni ego­is­mo e ogni voglia di primeg­gia­re per chi­unque, pen­san­do ognuno per sé e nes­suno per tut­ti noi. Ogni giorno ci viene servi­to su un piat­to d’argento un nuo­vo argo­men­to che dimostra tut­to il loro fal­li­men­to e noi, cit­ta­di­ni tra­di­ti, sarebbe ora che chiedessi­mo con­to delle cose non fat­te a tut­ti loro, in prim­is alla polit­i­ca che li ha pro­posti e sostenu­ti.
Non sono inter­es­sato ad appro­fondire questo argo­men­to dei parcheg­gi a Rim­igliano, non per­ché non avrei niente da dire, ma sem­plice­mente per­ché il prob­le­ma non è set­to­ri­ale, ma purtrop­po ben più largo e pro­fon­do. La ver­ità vera è che in questo ter­ri­to­rio non esiste più niente che pos­sa essere defini­to come polit­i­ca d’area, ogni comune attua le pro­prie scelte sen­za che vi sia un prog­et­to comune, un obi­et­ti­vo di ter­ri­to­rio che esalti la bon­tà del­lo stare insieme e affer­mi la con­sapev­olez­za del­la forza rap­p­re­sen­ta­ta dall’unità di inten­ti e quin­di di polit­i­ca-ammin­is­tra­ti­va vera e attua­ta ogni giorno. Eppure se giri­amo la Toscana e anche in tante par­ti dell’Italia, sco­pri­amo — con vero piacere — che il nos­tro ter­ri­to­rio è conosci­u­to per la capac­ità di gov­er­no uni­tario, per quel­la parte di Toscana che ha saputo lib­er­are la Ster­pa­ia dagli abu­sivi, che ha saputo resp­in­gere il rad­doppio del­la cen­trale Enel di Torre del Sale e sua trasfor­mazione a car­bone, che ha saputo sal­va­guardare la zona di Mon­tioni dall’assalto prepara­to per aper­tu­ra di miniere che ha chiu­so tre ospedali per farne uno solo e per quel ter­ri­to­rio che ha saputo offrire ai pro­pri cit­ta­di­ni e tur­isti, oltre quar­an­ta chilometri di spi­ag­gia lib­era. Tut­to questo lo ha fat­to con una forte coe­sione e capac­ità di gov­er­no uni­tario da parte di tut­ti i comu­ni del ter­ri­to­rio, con una voce che era sem­pre una sola a sosteg­no di politiche, scelte e obi­et­tivi che era­no sta­ti costru­iti, con con­fron­to ser­ra­to a volte anche aspro, ma alla fine sostenu­to da tut­ti.
Ma è chiaro che di ren­di­ta non si pro­gre­disce, si può soprav­vi­vere per peri­o­di bre­vi ma non si può cer­ta­mente pen­sare di costru­ire un gradi­no più avan­ti di dove già siamo. Altro che parcheg­gi a paga­men­to, altro che pen­sieri cor­ti o lunghi, qui abbi­amo bisog­no di chiedere con­to delle politiche man­cate e che avreb­bero potu­to far­ci pro­gredire. Questo la polit­i­ca dei nos­tri gov­erni locali e gli stes­si ammin­is­tra­tori dovreb­bero dirci per­ché tut­to questo oggi non esiste più e che cosa vogliono per il nos­tro domani. Noi non vogliamo stare girati indi­etro, sarebbe scioc­co oltre che inutile, ma vor­rem­mo sen­tire pro­gram­mi e impeg­ni rispet­tati per il bene comune. Siamo stanchi di procla­mi che ser­vono solo a tac­itare sper­anze.

Wal­ter Gasperi­ni

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