Non si proroghi la lottizzazione alle Lavoriere

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CAMPIGLIA 30 set­tem­bre 2014 — Il 13 Aprile 2015, dopo dieci anni dal­la stip­u­la del­la Con­ven­zione, scad­ran­no i ter­mi­ni di valid­ità del­la lot­tiz­zazione per la REALIZZAZIONE DI UN’AREA PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DEGLI INERTI in local­ità Le Lavoriere.
La sto­ria del­la Lot­tiz­zazione è una delle meno traspar­en­ti del­la piani­fi­cazione urban­is­ti­ca di Campiglia.
Nel 1995 nel­la Vari­ante Gen­erale del P.R.G. il Comune pro­pose di ampli­are l’area pro­dut­ti­va di Cam­po alla Croce per instal­larvi attiv­ità rel­a­tive a lavo­razione di iner­ti e pro­duzione di con­glomerati cemen­tizi e bitu­mi­nosi e potere così spostare un impianto Beton­val dal­la zona del pre­vis­to Par­co Ter­male di Ven­tu­ri­na. La Regione respinse la pro­pos­ta, il Comune quin­di approvò la Vari­ante esclu­den­do la pre­vi­sione di ampli­a­men­to.
Nel 2000 il Comune fece una Vari­ante alla Vari­ante e ripro­pose una nuo­va area alle Lavoriere per instal­lare ditte di lavo­razione iner­ti, su un’area di mq. 80.000 com­pren­dente parcheg­gi pub­bli­ci (mq. 2.450), verde pub­bli­co (mq. 11.120), strade (mq. 6.795) e tre lot­ti edi­fi­ca­bili per com­p­lessivi mq. 55.365 con cop­er­tu­ra fino a mq. 25.250 di stan­zoni alti fino a mt. 10,00. L’area scelta era su una uni­ca pro­pri­età in aper­ta cam­pagna e fuori dal­l’area indus­tri­ale di Cam­po alla Croce non anco­ra sat­u­ra­ta.
Nel 2005, dopo alterne vicende il Piano Attua­ti­vo, inizial­mente net­ta­mente boc­cia­to dal­la Regione e con pesan­ti osser­vazioni del­la Provin­cia, ottenne le dovute autor­iz­zazioni e diven­tò oper­ante per­me­t­ten­do di fram­mentare le aree edi­fi­ca­bili in maniera illim­i­ta­ta purché i mag­a­zz­i­ni avessero un fronte min­i­mo di mt.10,00.
Nel frat­tem­po le ditte per il trasfer­i­men­to delle quali era sta­ta attua­ta la pre­vi­sione urban­is­ti­ca era­no o sparite o diver­sa­mente già local­iz­zate. Per­tan­to l’u­ni­co trasfer­i­men­to effet­tua­to è sta­to l’impianto Beton­val che occu­pa un lot­to di mq. 7.810 con una super­fi­cie cop­er­ta di mq.437,15 e una super­fi­cie utile di soli mq. 122,59 per uffi­ci e servizi.
Con­sideran­do lo sta­to delle cose affer­mi­amo che:

1) Il Piano Attua­ti­vo è sta­to un macro­scop­i­co errore di piani­fi­cazione come dimostra la sua man­ca­ta attuazione.
2) L’impianto Beton­val pote­va essere instal­la­to nelle aree anco­ra libere del PIP di Cam­po alla Croce.
3) Le affer­mazioni sul­la incom­pat­i­bil­ità del­l’impianto Beton­val con altre lavo­razioni di Cam­po alla Croce si sono riv­e­late infon­date visti gli impianti di abbat­ti­men­ti polveri imposti dal­la ASL.
4) Le affer­mazioni di impos­si­bil­ità del­la Beton­val di instal­lar­si a Cam­po alla Croce per i costi ecces­sivi dei ter­reni si sono riv­e­late infon­date visti i ben più alti prezzi richi­esti dalle agen­zie immo­bil­iari per i ter­reni edi­fi­ca­bili alle Lavoriere.
5) La sola instal­lazione del­la Beton­val ha por­ta­to a gravi prob­le­mi di via­bil­ità sul­la via delle Lavoriere per le sue carat­ter­is­tiche dimen­sion­ali insuf­fi­ci­en­ti a reg­gere il traf­fi­co di mezzi pesan­ti e betoniere.
6) Il cos­to sostenu­to dal Comune per la manuten­zione del­la via­bil­ità è già alto sen­za che la stra­da abbia ancor una sis­temazione accetta­bile e non peri­colosa. Il Comune ha pre­vis­to una spe­sa di €1.000.000 per risol­vere la situ­azione stradale che non sarà a cari­co di chi costru­isce ma solo del Comune. Per altro questo non potrà uti­liz­zare gli oneri di costruzione, vis­to che nes­suno ha costru­ito e che dal­l’u­ni­co inter­ven­to (la Beton­val) ha rica­va­to €6.101,36 (seimilacentouno/36) di oneri.
7) Il van­tag­gio pub­bli­co è sta­to nul­lo, anzi è sta­to commes­sa una vera e pro­pria rap­ina del ter­ri­to­rio dis­truggen­done le poten­zial­ità agri­cole e degradan­do­lo con strade, parcheg­gi pub­bli­ci e verde del tut­to inutili la cui manuten­zione pri­ma o poi dovrà ricadere sulle casse comu­nali. A questo si aggiunge anche il cari­co di con­sumo di acqua che la ASA ave­va con­ces­so in non più di mc. 8.000 prove­niente dal depu­ra­tore che per altro oggi è tut­ta des­ti­na­ta a Piom­bi­no.

Con­seguente­mente il Comi­ta­to per Campiglia e i cit­ta­di­ni de Le Lavoriere e dei poderi e case intorno che han­no scel­to di vivere in un con­testo agri­co­lo e che su questo han­no investi­to sol­di, energie e aspet­ta­tive di qual­ità di vita, tra­di­ti da una ammin­is­trazione che ha favorito lo scem­pio del ter­ri­to­rio per final­ità che si sono riv­e­late fin dal­l’inizio del tut­to false e prive di quel­la util­ità pub­bli­ca che gius­ti­fi­cas­se il sac­ri­fi­cio di tante per­sone, chiedono che l’Am­min­is­trazione del comune di Campiglia Marit­ti­ma non con­ce­da even­tu­ali pro­roghe o rin­novi del piano di lot­tiz­zazione per la real­iz­zazione di una area per il recu­pero e la val­oriz­zazione degli iner­ti e che si attivi per mod­i­fi­care le des­ti­nazioni pre­viste dal­l’at­tuale P.S. e R.U. esclu­den­do l’ed­i­fi­cazione.

Il Comi­ta­to per Campiglia, I cit­ta­di­ni de Le Lavoriere

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