Non si può tornare da Roma con niente di concreto

PIOMBINO 4 aprile 2017 — In con­comi­tan­za con la riu­nione al MiSE del 6 aprile, giovedì, i sin­da­cati che com­pon­gono la RSU di Afer­pi han­no indet­to una man­i­fes­tazione a Roma, con l’organizzazione del trasporto dei lavo­ra­tori e dei cit­ta­di­ni, anche se con modal­ità dif­fer­en­ti. Giu­dichi­amo estrema­mente impor­tante ques­ta inizia­ti­va per­ché i tem­pi per con­clud­ere pos­i­ti­va­mente la verten­za sono ormai ridot­tis­si­mi e invi­ti­amo cal­da­mente tut­ti i lavo­ra­tori, diret­ti e dell’indotto, a fare il pos­si­bile per parte­ci­pare e con­vin­cere gli ami­ci ed i col­leghi a parte­ci­pare.
Quel­lo che deve essere chiaro è cosa ci aspet­ti­amo da ques­ta mobil­i­tazione, da questo momen­to di forte pres­sione nei con­fron­ti di Cevi­tal e del Gov­er­no. Per­ché sia chiaro: NON SI PUÒ TORNARE DA ROMA SENZA QUALCOSA DI CONCRETO!
Se i diri­gen­ti di Cevi­tal si pre­sen­ter­an­no con le solite quat­tro paginette piene di vuo­to o, peg­gio anco­ra, NON si pre­sen­ter­an­no, allo­ra la deci­sione di con­testare for­mal­mente le inadem­piemze a Rebrab e annullare il con­trat­to con questo sig­nore deve essere pre­sa imme­di­ata­mente, per­ché sarà Cevi­tal a dimostrare di non vol­er rispettare il con­trat­to e sarà Cevi­tal ad avere un com­por­ta­men­to lesi­vo del­la dig­nità dei lavo­ra­tori, las­ciati per anni sen­za lavoro, ma anche del­la dig­nità del Gov­er­no.
Lo Sta­to deve rias­sumere il con­trol­lo del­la fab­bri­ca, con l’intento di garan­tire la con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va attra­ver­so una serie di mis­ure: sta­bilire il ruo­lo di Piom­bi­no in un piano di siderur­gia nazionale; met­tere in cam­po le risorse nec­es­sarie nell’immediato per garan­tire il pieno sfrut­ta­men­to degli impianti, soprat­tut­to il treno per rotaie, investen­do anche per il suo poten­zi­a­men­to.
Con questi obi­et­tivi chiari, uni­ci capaci di riportare Piom­bi­no sul­la stra­da di pro­durre acciaio, noi parteciper­e­mo alla man­i­fes­tazione di Roma e rib­a­di­amo con forza l’invito a tut­ti i lavo­ra­tori e ai cit­ta­di­ni a parte­ci­pare.
Ovvi­a­mente, in ogni caso, va garan­ti­to il man­ten­i­men­to degli ammor­tiz­za­tori sociali (ed in par­ti­co­lare il con­trat­to di sol­i­da­ri­età) per tut­ti i lavo­ra­tori col­pi­ti da ques­ta crisi, che oltre­tut­to ha com­por­ta­to due anni get­tati via. Ma questo non può essere l’unico risul­ta­to da rag­giun­gere a Roma: l’impegno deve essere quel­lo di non desistere fino al rag­giung­i­men­to di obi­et­tivi che garan­tis­cano la ripresa imme­di­a­ta delle attiv­ità pro­dut­tive.
Se ciò non avver­rà, se la mobil­i­tazione a Roma fos­se un’altra tap­pa inter­locu­to­ria, un altro rin­vio, allo­ra sarà nec­es­sario met­tere in cam­po da subito quelle forme di mobil­i­tazione paci­fi­ca che sono state pro­poste e accettate nell’ultima assem­blea in fab­bri­ca: bloc­co con­tin­uo delle portiner­ie per impedire che dal­la fab­bri­ca escano par­ti di impianti che Afer­pi ha mes­so in vendita;,occupazione sim­bol­i­ca del­la sala del Con­siglio Comu­nale, con l’avvio di una dis­cus­sione per­ma­nente con le forze sociali e politiche del ter­ri­to­rio per rilan­cia­re la verten­za e farne un caso nazionale.

Coor­di­na­men­to Art 1 — Camp­ing CIG

(Foto di Pino Bertel­li)

Commenta il post