Non si vive di soli ammortizzatori sociali
PIOMBINO 16 ottobre 2018 — Mercoledì 17 i sindacati provinciali dei metalmeccanici verranno ricevuti al ministero del lavoro; l’ incontro è stato richiesto per porre il problema degli ammortizzatori sociali per i lavoratori di Aferpi, che stanno scadendo e ci auguriamo che lo pongano con forza anche per i lavoratori dell’indotto.
Ma, anche se la priorità da dedicare alla soluzione rapida del problema degli ammortizzatori è innegabile, è il caso di cominciare anche a parlare delle soluzioni possibili per i lavoratori che sicuramente perderanno il lavoro, sia tra i diretti e gli indiretti. Nella migliore delle ipotesi, cioè che JSW realizzi tutti i sogni descritti nel cosiddetto piano industriale, gli “esuberi” saranno compresi tra 400 e 600 circa, per diventare 1200 con i soli laminatoi.
In altre situazioni (vedi Taranto, almeno a leggere le notizie stampa), sono già state individuate alcune possibilità, come quella delle dimissioni volontarie incentivate. Applicata anche a Piombino, potrebbe ridurre notevolmente il numero di coloro che attendono di rientrare in fabbrica e che dovrebbero usufruire di ammortizzatori sociali. Per i lavoratori dell’indotto si potrebbe pensare a creare fondi per creare nuove opportunità di lavoro sia individuali che in forma cooperativa. Anche la riapertura dei termini per il riconoscimento dell’esposizione all’amianto (anche per i lavoratori dell’indotto) può rappresentare un’altra possibilità da verificare.
È urgente “stringere” ora sul tema degli ammortizzatori ma subito “a ruota “ dovremo incalzare il governo non solo sulle “uscite in sicurezza” degli esuberi ma soprattutto su un piano straordinario per il lavoro e la diversificazione economica a Piombino e la Val di Cornia, area di crisi complessa e SIN, su cui tanti sono stati nel recente passato i discorsi ma quasi nulla i fatti.
Coordinamento Art. 1 – Camping CIG