Non supera il periodo di prova: torna a Gavorrano

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AGGIORNATO AL 3 GENNAIO 2020 ORE 16:12 —  Il sin­da­co di Mon­tero­ton­do Marit­ti­mo (Gr), dot­tor Gia­co­mo Ter­mine, è sta­to licen­zi­a­to dal Comune di Piom­bi­no. La moti­vazione uffi­ciale del­l’am­min­is­trazione piom­bi­nese (il provved­i­men­to è sta­to for­mal­iz­za­to lo scor­so 24 dicem­bre) è che Ter­mine non abbia super­a­to il peri­o­do di pro­va. Il sospet­to è che si trat­ti solo di un pretesto per mascher­are un vero e pro­prio licen­zi­a­men­to “politi­co”. Ter­mine è infat­ti un sin­da­co del Pd: non vor­rem­mo che il cen­trode­stra stesse cer­can­do di creare un “caso” per sfrut­tar­lo a fini elet­torali in vista delle prossime elezioni region­ali.
Ter­mine è da anni sin­da­co di un Comune che con­ta poco più di un migli­aio di abi­tan­ti: la sua ret­ribuzione non è dunque com­pa­ra­bile a quel­la di un sin­da­co di una cit­tà di medie dimen­sioni. Il 31 dicem­bre 2018 il pri­mo cit­tadi­no è sta­to assun­to dal Comune di Piom­bi­no – in quel momen­to guida­to da un’am­min­is­trazione di cen­trosin­is­tra — come istrut­tore diret­ti­vo ammin­is­tra­ti­vo (cat. D). Ovvi­a­mente Ter­mine – per pot­er con­tin­uare a svol­gere nel migliore dei modi il suo manda­to elet­ti­vo a Mon­tero­ton­do Marit­ti­mo — ha potu­to e dovu­to usufruire dei per­me­s­si pre­visti dal­la legge per assen­tar­si da Piom­bi­no.
La stes­sa cosa avveni­va quan­do Ter­mine era anco­ra dipen­dente pres­so il Comune di Gavor­ra­no: il pri­mo cit­tadi­no di Mon­tero­ton­do Marit­ti­mo uti­liz­za­va legit­ti­ma­mente i per­me­s­si pre­visti dal­la legge per svol­gere al meglio il suo incar­i­co elet­ti­vo e infat­ti non ha mai rice­vu­to con­tes­tazioni.
Ter­mine è anche pres­i­dente del­la Con­feren­za dei sin­daci Ausl sud-est, pres­i­dente del­la Soci­età del­la Salute Colline Met­al­lif­ere e mem­bro del­la giun­ta esec­u­ti­va Unione di Comu­ni Mon­tana Colline Met­al­lif­ere (tut­ti incar­ichi svolti a tito­lo gra­tu­ito). La ques­tione è la stes­sa: mal­gra­do il pri­mo cit­tadi­no abbia usufruito dei per­me­s­si pre­visti dal­la nor­ma­ti­va non ha mai rice­vu­to con­tes­tazioni dal­l’am­min­is­trazione di Gavor­ra­no.
Fino a che il Comune di Piom­bi­no è sta­to guida­to dal cen­trosin­is­tra il dot­tor Ter­mine non ha mai rice­vu­to con­tes­tazioni. Neanche lo scor­so giug­no – con l’inse­di­a­men­to del­la nuo­va ammin­is­trazione – era­no state evi­den­zi­ate crit­ic­ità. Non capi­amo dunque il com­por­ta­men­to del­l’am­min­is­trazione gui­da­ta dal sin­da­co Francesco Fer­rari. Il sospet­to è che si voglia sfruttare la vicen­da a fini elet­torali. La deci­sione del Comune di Piom­bi­no di recedere dal rap­por­to di lavoro instau­ra­to con il dot­tor Ter­mine è pro­fon­da­mente ingius­ta e stru­men­tale. Il mes­sag­gio che si trasmette è peri­coloso: si vuol far inten­dere che solo i cit­ta­di­ni eco­nomi­ca­mente facoltosi o pen­sion­ati pos­sono per­me­t­ter­si di diventare sin­daci di Comu­ni pic­coli. In bal­lo c’è il dirit­to di cias­cun cit­tadi­no di pot­er svol­gere nel migliore dei modi l’in­car­i­co per cui si è sta­ti elet­ti. Tut­ti insom­ma devono pot­er avere la pos­si­bil­ità di assumere incar­ichi politi­co-ammin­is­tra­tivi. Se tale pos­si­bil­ità viene nega­ta, soltan­to le per­sone eco­nomi­ca­mente facoltose potran­no per­me­t­ter­si di diventare sin­da­co di un pic­co­lo Comune: una prospet­ti­va che rite­ni­amo pro­fon­da­mente ingius­ta.
La moti­vazione del licen­zi­a­men­to non ha fon­da­men­to: Ter­mine ave­va infat­ti già super­a­to il peri­o­do di pro­va rel­a­ti­vo alla man­sione in ogget­to quan­do era alle dipen­den­ze del Comune di Gavor­ra­no. Il sin­da­co ha comunque sem­pre sot­to­lin­eato la sua disponi­bil­ità a ess­er trasfer­i­to – man­te­nen­do invari­a­to il suo inquadra­men­to — in altri uffi­ci del­l’am­min­is­trazione piom­bi­nese.
Al Comune di Piom­bi­no chiedi­amo dunque di fare un pas­so indi­etro e di rivedere la pro­pria deci­sione. In caso con­trario la Cgil uti­lizzerà tut­ti gli stru­men­ti pre­visti dal­la legge per far valere i dirit­ti del dot­tor Ter­mine e impugn­erà il licen­zi­a­men­to.

Fab­rizio Zan­not­ti, seg­re­tario gen­erale Cgil provin­cia di Livorno
Mau­ro Scal­abri­ni, seg­rete­ria Fp-Cgil provin­cia di Livorno

Francesco Fer­rari, sin­da­co di Piom­bi­no, chiarisce la deci­sione del Comune di non con­fer­mare Gia­co­mo Ter­mine
Il sin­da­co Francesco Fer­rari chiarisce la situ­azione in mer­i­to alla deci­sione di non con­fer­mare la posizione di Gia­co­mo Ter­mine nell’organico del Comune di Piom­bi­no a con­clu­sione del peri­o­do di pro­va:
“Gia­co­mo Ter­mine risul­ta nell’organico del Comune di Piom­bi­no dal 31 dicem­bre 2018, peri­o­do durante il quale si è pre­sen­ta­to al lavoro in rare occa­sioni usufru­en­do, pur legit­ti­ma­mente, dei per­me­s­si dati dai suoi moltepli­ci incar­ichi isti­tuzion­ali e politi­ci. Altret­tan­to legit­ti­ma­mente, alla luce dell’impossibilità di val­utare il suo rendi­men­to, abbi­amo deciso di non con­fer­mare la sua posizione. Il peri­o­do di pro­va obbli­ga­to­rio nor­mal­mente dura sei mesi, nel suo caso, pro­prio a causa dei giorni di assen­za mat­u­rati che ne fan­no slittare la con­clu­sione, non è bas­ta­to neanche un anno: ciò ha com­por­ta­to l’impossibilità da parte del Comune di Piom­bi­no di val­utare il suo oper­a­to, moti­vo per cui il peri­o­do di pro­va è sta­to con­cepi­to, e con­fer­marne la posizione nell’organico. Non è una scelta polit­i­ca, il sign­or Ter­mine a Piom­bi­no gode degli stes­si dirit­ti di un qual­si­asi altro lavo­ra­tore ma, allo stes­so tem­po, deve ottem­per­are anche ai doveri che la sua posizione impli­ca. Non cre­do sia gius­to che qual­cuno per­cepis­ca uno stipen­dio sen­za svol­gere il lavoro che è chiam­a­to a fare, soprat­tut­to in un ente che si regge su denaro pub­bli­co e che deve garan­tire servizi ai cit­ta­di­ni.
Non sarebbe gius­to nei con­fron­ti di tut­ti gli altri dipen­den­ti comu­nali che quo­tid­i­ana­mente svol­go­no il pro­prio lavoro con com­pe­ten­za e sen­so del dovere, come non sarebbe cor­ret­to per i molti piom­bi­ne­si sen­za lavoro.
Abbi­amo più volte pro­pos­to al sign­or Ter­mine delle soluzioni che potessero con­cil­iare i suoi ruoli isti­tuzion­ali con il lavoro in Comune, per esem­pio un peri­o­do di aspet­ta­ti­va che gli avrebbe garan­ti­to di ripren­dere la sua posizione a con­clu­sione dei man­dati isti­tuzion­ali, ma lui ha sem­pre rifi­u­ta­to queste soluzioni. Oltre a non essere eti­ca­mente cor­ret­to, il Comune di Piom­bi­no non è in con­dizioni eco­nomiche tali da pot­er­si per­me­t­tere di pagare uno stipen­dio sen­za che quel­la man­sione sia real­mente svol­ta e, quin­di, abbi­amo deciso di non con­fer­mare il ruo­lo di Gia­co­mo Ter­mine che, comunque, non rimar­rà sen­za lavoro ma, sem­plice­mente, tornerà nell’organico del Comune da cui ave­va chiesto il trasfer­i­men­to”.

Aggior­na­men­to dell’1 gen­naio 2020 ore 10:19 di Fab­rizio Zan­not­ti, seg­re­tario gen­erale Cgil provin­cia di Livorno
“Chi è chiam­a­to a fun­zioni pub­bliche elet­tive ha dirit­to di dis­porre del tem­po nec­es­sario al loro adem­pi­men­to e di con­ser­vare il suo pos­to di lavoro”. Ques­ta frase non è una dichiarazione di un espo­nente del­la Cgil: è il com­ma 3 del­l’ar­ti­co­lo 51 del­la Cos­ti­tuzione ital­iana. Stupisce dunque che l’avvo­ca­to Francesco Fer­rari – adesso sin­da­co di Piom­bi­no – non ne sia pien­amente a conoscen­za. Delle due l’u­na: o Fer­rari non conosce la Cos­ti­tuzione o la con­sid­era car­ta strac­cia e dunque non la rispet­ta. Le dichiarazioni di Fer­rari in relazione al dot­tor Gia­co­mo Ter­mine han­no del­l’in­cred­i­bile e con­fer­mano quan­to ave­va­mo sospet­ta­to: il licen­zi­a­men­to in realtà è sta­to deter­mi­na­to da moti­vazioni politiche, prece­dente peri­coloso per ogni lavo­ra­tore pub­bli­co di qual­si­asi col­ore politi­co. L’am­min­is­trazione comu­nale di Piom­bi­no in questo momen­to non sta garan­ten­do la piena appli­cazione di un sacrosan­to dirit­to garan­ti­to dal­la Cos­ti­tuzione. Fac­ciamo dunque appel­lo al Par­la­men­to e al Min­istro com­pe­tente affinchè si inter­ven­ga imme­di­ata­mente sul­la ques­tione e si torni a garan­tire anche a Piom­bi­no il pieno rispet­to del­la Cos­ti­tuzione. Chiedi­amo inoltre che del­la ques­tione se ne par­li al più presto anche in con­siglio comu­nale, mag­a­ri tramite l’is­ti­tuzione di una com­mis­sione spe­ciale. L’aus­pi­cio è che l’am­min­is­trazione comu­nale piom­bi­nese annul­li la deci­sione di recedere dal con­trat­to di lavoro instau­ra­to con il dot­tor Ter­mine: sarebbe un seg­nale impor­tante non tan­to per far felice la Cgil quan­to per dimostrare che anche a Piom­bi­no si rispet­ta quan­to pre­vis­to nel det­ta­to cos­ti­tuzionale. Fer­rari dimostri insom­ma di essere il sin­da­co di tut­ti non solo a parole ma anche con i fat­ti.

Aggior­na­men­to dell’1 gen­naio 2020 ore 15:25 del con­sigliere regionale Pao­lo March­eschi (Fdi)
“In Toscana va elim­i­na­ta la degen­er­azione del­la com­mistione fra Sin­is­tra e posti pub­bli­ci. Fare il dipen­dente pub­bli­co è un onore. Stop agli approf­itta­tori e più spazio alla mer­i­tocrazia”.
Lo dichiara il con­sigliere regionale Pao­lo March­eschi (FdI) in relazione al caso di Gia­co­mo Ter­mine, sin­da­co del Comune di Mon­tero­ton­do marit­ti­mo, non assun­to dal Comune di Piom­bi­no, dopo un peri­o­do di pro­va, a causa delle tante assen­ze per per­me­s­si politi­ci.
“Gia­co­mo Ter­mine non è sta­to licen­zi­a­to per­ché tornerà a lavo­rare per il Comune di Gavor­ra­no. Il provved­i­men­to del sin­da­co di Piom­bi­no Fer­rari è gius­to ed equo. Ter­mine nel peri­o­do di pro­va a Piom­bi­no ha usufruito di tal­mente tan­ti per­me­s­si per impeg­ni politi­ci che in un anno su 250 giorni lavo­ra­tivi si è pre­sen­ta­to soltan­to una ses­san­ti­na di volte. Ogni datore di lavoro deve val­utare la pro­dut­tiv­ità dei dipen­den­ti e l’effettiva neces­si­ta di aver­li in organ­i­co. A mag­gior ragione deve far­lo chi gestisce sol­di pub­bli­ci ‑dichiara il con­sigliere regionale Pao­lo March­eschi (Fdi) — Quin­di bra­vo il sin­da­co Fer­rari per aver fat­to emerg­ere chi si nasconde nei posti pub­bli­ci per fare invece un altro tipo di attiv­ità, dif­fer­ente da quel­la per cui è sta­to assun­to e paga­to dai con­tribuen­ti. Un buon gov­er­no di Destra abolirà anche questi priv­i­le­gi che negli enti pub­bli­ci, le Asl e altri enti inter­me­di del­la Toscana sono diven­tati un’abitudine per la Sin­is­tra. Bas­ta con i “com­pag­ni” mascherati da dipen­den­ti pub­bli­ci, va elim­i­na­ta la degen­er­azione del­la com­mistione fra Sin­is­tra e posti pub­bli­ci che è pos­si­bile solo nei sis­te­mi dove non c’è alter­nan­za di gov­er­no da trop­pi anni”.

Aggior­na­men­to dell’1 gen­naio 2020 ore 17:03 del coor­di­na­tore regionale Fratel­li d’I­talia Francesco Torsel­li
Il sin­da­co di Mon­tero­ton­do Marit­ti­mo (del Pd) lavo­ra­va come dipen­dente pub­bli­co (in pro­va) al Comune di Piom­bi­no. Negli ulti­mi quat­tro mesi, pare che questo sig­nore si sia pre­sen­ta­to a lavoro 8 volte e così, il sin­da­co di Piom­bi­no (di Fratel­li d’I­talia) lo ha licen­zi­a­to. Questo ha scate­na­to il Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co toscano (inclu­so il can­dida­to gov­er­na­tore Euge­nio Giani) e la CGIL che han­no grida­to al “licen­zi­a­men­to politi­co”.
Adesso, due doman­dine facili facili…

  1. Se un dipen­dente va a lavoro 8 volte in 4 mesi, deve essere licen­zi­a­to o deve essere paga­to lo stes­so, coi sol­di dei cit­ta­di­ni?
  2. Il can­dida­to gov­er­na­tore Giani, ha in mente una Toscana in cui, sei hai la tessera di par­ti­to, puoi fare quel­lo che ti pare, oppure una Toscana dove ven­gono pre­miati mer­i­to e com­pe­ten­za?

Per finire, ecco il soli­to sin­da­ca­to che si mobili­ta per difend­ere i com­pag­ni di par­ti­to… Ma a voi, se vi pre­sen­tate a lavoro 8 volte in 4 mesi, dicono bravi o vi man­dano a casa?

Aggior­na­men­to del 2 gen­naio 2020 ore 14:20 di Oppo­sizione Cgil  Provin­cia di Livorno
Al Comune di Piom­bi­no nasce una “nuo­va”, pes­si­ma con­cezione dei dirit­ti dei lavo­ra­tori,  con il licen­zi­a­men­to del dipen­dente Gia­co­mo Ter­mine,  Sin­da­co di Mon­tero­ton­do Marit­ti­mo elet­to con il Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co. Nel­la nota  del Sin­da­co Fer­rari  si dice che il dipen­dente, assun­to con rego­lare con­cor­so, viene licen­zi­a­to per non aver super­a­to il peri­o­do di pro­va in quan­to impos­si­bil­i­tati a darne una val­u­tazione. Un peri­o­do di pro­va dura­to 12 mesi a causa delle “assen­ze”, che in realtà sono  per­me­s­si pre­visti dal­la legge per con­sen­tire a chi svolge cariche elet­tive di coni­u­gare lavoro e servizio alla col­let­tiv­ità  sen­za vol­er  sco­modare l’articolo 51 del­la Cos­ti­tuzione.
Anche a par­ti  politiche inver­tite sarem­mo sta­ti  dal­la parte del lavo­ra­tore e dei suoi dirit­ti, ma tale vicen­da pone inter­rog­a­tivi su quale sia la con­cezione di democrazia  da parte dell’amministrazione Fer­rari. speran­do che tale licen­zi­a­men­to non sia inquadra­to in una strate­gia di pro­pa­gan­da  polit­i­ca.
Se durante la pro­va il lavo­ra­tore non può usufruire di ciò che la legge e la Cos­ti­tuzione del­la Repub­bli­ca Ital­iana preve­dono si aprono  sce­nari  inqui­etan­ti per tut­ti i lavo­ra­tori del Comune di Piom­bi­no.  Cosa suc­ced­erà quan­do in pro­va sarà una lavo­ra­trice in mater­nità o un lavo­ra­tore che dovesse usufruire dei con­ge­di parentali o che deb­ba accud­ire un par­ente? Ne usufruirà rischi­an­do il licen­zi­a­men­to oppure “spon­tanea­mente” rin­uncerà ai dirit­ti? Si par­la di un peri­o­do di pro­va di 12 mesi  a causa dei per­me­s­si o è un  ten­ta­ti­vo di tenere “sul filo del rasoio”  il dipen­dente? È nor­male impedire ad un lavo­ra­tore di svol­gere la fun­zione  elet­ti­va ponen­do come alter­na­ti­va l’aspettativa- sapen­do che con l’indennità di Sin­da­co di Mon­tero­ton­do  (meno di 900 euro net­ti al mese) il dipen­dente non avrebbe accetta­to pref­er­en­do svol­gere il pro­prio lavoro, usufru­en­do dei per­me­s­si e riceven­do la metà dell’indennità di Sin­da­co ? Se pas­sa questo chi mai vor­rà fare il Sin­da­co di un pic­co­lo comune? Si vuole  tornare ai politi­ci di cen­so che  pos­sono fare polit­i­ca per­ché ben­es­tanti? Un con­cet­to non  demo­c­ra­ti­co con i ric­chi che fan­no polit­i­ca ed i poveri che guardano.
Fac­ciamo appel­lo al Sin­da­co Fer­rari,  affinché evi­ti di far tornare Piom­bi­no ai dis­onori del­la cronaca riti­ran­do il licen­zi­a­men­to del dipen­dente Gia­co­mo Ter­mine, non “impela­gan­dosi” in una causa di lavoro che potrebbe vedere l’amministrazione  dover rias­sumere il dipen­dente, pagare il peri­o­do di man­cati stipen­di,  ver­sa­men­ti con­tribu­tivi e infor­tunis­ti­ci, inter­es­si vari, spese proces­su­ali etc mag­a­ri anche con l’intervento del­la Corte di Con­ti che potrebbe imputare  anche un dan­no erar­i­ale e tali spese usci­ran­no dalle tasche dei cit­ta­di­ni di Piom­bi­no  che non  ne sentono pro­prio la neces­sità.
Noi sare­mo a fian­co dei lavo­ra­tori indipen­den­te­mente dalle loro idee politiche  con­tra­stan­do chi intende calpes­tarne i dirit­ti .

Aggior­na­men­to del 2 gen­naio 2020 ore 16:00 del­la Lista Civi­ca Fer­rari Sin­da­co
Si par­la di licen­zi­a­men­to politi­co ma ques­ta vicen­da è tutt’altro che polit­i­ca.
Gia­co­mo Ter­mine non è sta­to licen­zi­a­to, il Comune ha deciso di non con­fer­mare la sua posizione in quan­to non è sta­to pos­si­bile val­utare il suo oper­a­to viste le numero­sis­sime assen­ze dal pos­to di lavoro e, per questo, tornerà a lavo­rare nel Comune che ave­va las­ci­a­to per trasferir­si a Piom­bi­no. Non si par­la cer­ta­mente di una dis­crim­i­nazione in quan­to sin­da­co di un par­ti­to politi­ca­mente lon­tano dall’amministrazione piom­bi­nese. I per­me­s­si per ottem­per­are ai com­pi­ti dati dai ruoli politi­ci e isti­tuzion­ali sono un suo dirit­to, il buon sen­so, però, avrebbe impos­to quan­tomeno di provare a con­cil­iare le sue cariche con il lavoro per cui per­cepisce uno stipen­dio. Il sign­or Ter­mine, invece, si è pre­sen­ta­to al lavoro 62 giorni in un anno e, a causa di tutte queste assen­ze, il peri­o­do di pro­va di sei mesi è slit­ta­to a qua­si un anno. Ora una cer­ta polit­i­ca si arrab­bia e bat­te i pie­di invo­can­do la vio­lazione dei dirit­ti cos­ti­tuzion­ali: il sen­so del dovere nei con­fron­ti dei cit­ta­di­ni non vale solo quan­do si rico­prono cariche politiche, dovrebbe essere un val­ore da rispettare in ogni ambito pro­fes­sion­ale, soprat­tut­to quan­do è pro­prio gra­zie al denaro pub­bli­co che si per­cepisce uno stipen­dio. L’amministrazione ha pre­so una deci­sione a tutela del­la macchi­na comu­nale e nel rispet­to di tut­ti gli altri dipen­den­ti che ogni giorno tim­bra­no il cartelli­no e por­tano avan­ti il pro­prio lavoro con com­pe­ten­za e dili­gen­za. Avrebbe potu­to dialog­a­re con l’amministrazione per cer­care insieme una soluzione che potesse con­cil­iare le neces­sità di un Comune come Piom­bi­no con i ruoli che Ter­mine rico­pre, invece ha prefer­i­to sem­plice­mente pren­dere tut­ti i per­me­s­si che ave­va a dis­po­sizione e per­cepire comunque uno stipen­dio. Per quan­to scarsa sia l’indennità da sin­da­co di Mon­tero­ton­do pre­tendere di guadagnare sen­za lavo­rare è inam­mis­si­bile.

Aggior­na­men­to del 2 gen­naio 2020 ore 22:36 del­la Seg­rete­ria provin­ciale LEGA Salvi­ni Pre­mier Livorno
La Lega prende le difese dell’ ammin­is­trazione comu­nale di Piom­bi­no per riconoscerne l’ imparziale capac­ità di ges­tione del­la cosa pubblica.Ci sen­ti­amo in dovere di far­lo non solo per­ché quel­la macchi­na comu­nale é oggi ammin­is­tra­ta dal cen­trode­stra, di cui la Leg fa parte, ma, soprat­tut­to, per­ché quel­la ammin­is­trazione è pesan­te­mente crit­i­ca­ta pro­prio da quel­la parte polit­i­ca che sino a pochi mesi fa l’ ha gui­da­ta per 70 anni.
I par­ti­ti di sin­is­tra ed un sin­da­ca­to loro affine si scagliano infat­ti con­tro il sin­da­co Fer­rari a causa del­la man­ca­ta assun­zione da parte del Comune di Piom­bi­no di un dipen­dente che rico­pre la car­i­ca di sin­da­co di un pic­co­lo paese di cam­pagna.
Affer­mare che si sia trat­ta­to di dis­crim­inare un sin­da­co iscrit­to al PD sig­nifi­ca man­care di rispet­to ad una intera strut­tura ammin­is­tra­ti­va pub­bli­ca cui è deman­da­ta la dis­crezionale val­u­tazione di una serie di prestazioni rese, tra le quali non sono ricom­pre­si impeg­ni elet­tivi o politi­ci esterni all’ ente.
Rite­ni­amo offen­si­vo da parte del PD annuire alla pos­si­bil­ità che oggi una pub­bli­ca ammin­is­trazione uti­lizzi cri­teri di dis­crim­i­nazione,  per­al­tro ben noti alla sin­is­tra per aver­li ques­ta legit­ti­mati in molti set­tori dell’ impiego pub­bli­co e pri­va­to per vari decen­ni, a far data dal­la guer­ra civile di lib­er­azione, spes­so tan­to decanta­ta come fine delle dis­crim­i­nazioni.
Difend­er­e­mo il dirit­to dei cit­ta­di­ni toscani a pot­er final­mente esclud­ere con il loro voto queste forze politiche di sin­is­tra dal­la ges­tione degli enti pub­bli­ci del­la Toscana, ad ogni liv­el­lo per­ché anche questo caso dimostra nuo­va­mente — se anco­ra ce ne fos­se bisog­no — che ques­ta sin­is­tra vuole con­tin­uare a fare un uso per­son­ale, di parte e non imparziale del­la cosa pub­bli­ca!

Aggior­na­men­to del 3 gen­naio 2020 ore 14:26 del Cir­co­lo PRC Piom­bi­no e del  Grup­po con­sil­iare PRC Piom­bi­no
“Cos­ti­tuzione del­la Repub­bli­ca Ital­iana
Art.51 3° com­ma:
CHI E’ CHIAMATO A FUNZIONI PUBBLICHE ELETTIVE HA DIRITTO DI DISPORRE DEL TEMPO NECESSARIO AL LORO ADEMPIMENTO E DI CONSERVARE IL SUO POSTO DI LAVORO.”
La ques­tione del licen­zi­a­men­to di Ter­mine è il frut­to di strate­gie che han­no sot­trat­to energie alla polit­i­ca rap­p­re­sen­ta­ti­va.
I Padri Cos­tituen­ti decis­ero che fos­se nec­es­sario assi­cu­rare a tut­ti la pos­si­bil­ità di fare polit­i­ca e di accedere alle cariche elet­tive in con­dizioni di eguaglian­za.
Questo, non solo per con­sen­tire a chi­unque di impeg­nar­si in polit­i­ca anche se non è ric­co, ma anche per assi­cu­rare a tutte le fasce popo­lari la pos­si­bil­ità di sceglier­si demo­c­ra­ti­ca­mente da chi far­si rap­p­re­sentare.
Pen­sate voi se l’impegno politi­co fos­se pos­si­bile solo per col­oro che sono così ric­chi da per­me­t­ter­si di dedi­care alla polit­i­ca tut­to il tem­po che vogliono sen­za un rim­bor­so.
L’impegno politi­co richiede tem­po e se si vuol adem­piere al meglio all’incarico che i concit­ta­di­ni con­feriscono, è nec­es­sario poter­gli dedi­care le deb­ite energie. Se un elet­to deve però andare a lavoro per un tem­po uguale a quel­lo di un altro cit­tadi­no, è chiaro che potrà ris­er­vare all’impegno politi­co, e quin­di al bene dei suoi concit­ta­di­ni, un tem­po molto lim­i­ta­to, come quel­lo che si ded­i­ca ad un hob­by.
Vi pare oppor­tuno? Noi cre­di­amo che chi ammin­is­tra una comu­nità deb­ba impeg­nar­si al mas­si­mo, anche del suo tem­po, per il bene del­la pro­pria cit­tà.
Allo­ra  vi pare pos­si­bile che il sin­da­co di un pic­co­lo Comune pos­sa vivere con 450 euro al mese?
Allo­ra è inevitabile che chi svolge una fun­zione pub­bli­ca deb­ba godere dei per­me­s­si e delle altre tutele nec­es­sarie a con­sen­tir­gli di bene espletare il pro­prio com­pi­to sen­za perdere il pos­to di lavoro.
Altri­men­ti il sis­tema ver­rà leso nel­la pro­pria strut­tura demo­c­ra­t­i­ca, ossia quel­la di con­sen­tire a tut­ti di fare polit­i­ca e soprat­tut­to a tut­ti di sceglier­si da chi far­si rap­p­re­sentare. Altri­men­ti, come det­to sopra, solo i ric­chi potreb­bero far­si rap­p­re­sentare.
Quel­lo che deve ess­er chiaro, è che sono le fasce popo­lari più deboli che han­no bisog­no del­la polit­i­ca, per­ché i ric­chi han­no già il potere eco­nom­i­co e quin­di anche quel­lo mil­itare: loro non han­no bisog­no del­la polit­i­ca, loro coman­dano già. È il popo­lo che ha bisog­no del­la polit­i­ca, per avere un appa­ra­to di regole e di isti­tuzioni che ser­vano a far fun­zionare un sis­tema in cui non sia la forza dei più ric­chi a prevalere.
Se qual­cuno pen­sa che il peso eco­nom­i­co di un incar­i­co di sin­da­co di un pic­co­lo Comune non deb­ba essere sostenu­to dalle casse di un altro Comune (e non ci  adden­tri­amo sul­la dis­cus­sione sis­temi­co-sol­i­daris­ti­ca che potrebbe sca­turirne), allo­ra dovrebbe accettare che la polit­i­ca abbia dei costi, per­ché quel­li sono i costi del­la DEMOCRAZIA.
E lo sono per tut­ti i motivi esposti sopra.
Ma vi pare pos­si­bile che il sin­da­co di un paese guadag­ni un ter­zo del­lo stipen­dio di un imp­ie­ga­to che eserci­ta le sue fun­zioni nel­lo stes­so Comune?
Allo­ra evi­den­te­mente è nec­es­sario riaprire la dis­cus­sione sui costi nec­es­sari per un sis­tema demo­c­ra­ti­co. Invece in questi anni qual­cuno ha sfrut­ta­to l’indignazione popo­lare gen­er­a­ta da col­oro che ruba­vano approf­ittan­do del pro­prio potere, per con­vin­cere la gente a cam­biare sis­tema invece che cam­biare le per­sone. Con il risul­ta­to che i ladri ci sono anco­ra, però in com­pen­so è dimi­nui­ta la capac­ità per le masse di essere rap­p­re­sen­tate.
Ci sarebbe da fare una dis­cus­sione anche sul fat­to che ora va a votare solo la metà degli aven­ti dirit­to. In uno sta­to demo­c­ra­ti­co van­no a votare almeno l’80% degli elet­tori. Pen­sate che sia solo per­ché la gente è delusa dagli attuali par­ti­ti pre­sen­ti in Par­la­men­to? Sicu­ra­mente SI. Ma non solo. Dipende anche dal fat­to che molti non vedono la pos­si­bil­ità di vedere rap­p­re­sen­ta­ta la pro­pria idea.
Il mag­gior­i­tario è servi­to a questo, ma non solo il mag­gior­i­tario, anche la dimin­uzione delle spese per i rap­p­re­sen­tan­ti politi­ci, il che ha con­sen­ti­to ai ric­chi di con­tin­uare a fare polit­i­ca per­ché loro non han­no bisog­no di sol­di, men­tre i rap­p­re­sen­tan­ti dei più poveri non ave­vano più risorse per dedi­care tem­po alle ricerche, alle cam­pagne elet­torali, al lavoro nelle piazze etc.
Così si dis­trug­gono i sis­te­mi demo­c­ra­ti­ci.
E voi ci siete cas­cati con le scarpe e tut­to. Incan­tati da Gril­lo e Casa­leg­gio, pagati dai ric­chi per dis­trug­gere il sis­tema che con­sen­ti­va ai più deboli di difend­er­si.
Chi non vuole vedere spender sol­di per con­sen­tire ad un cit­tadi­no di dedi­care il tem­po nec­es­sario a fare il sin­da­co di un pic­co­lo Comune, si riv­ol­ga a quel­li che negli anni pas­sati han­no vota­to le leg­gi che han­no taglia­to i costi del­la polit­i­ca.

Aggior­na­men­to del 3 gen­naio 2020 ore  14:41 di Clau­dio Luc­ch­esi, Seg­rete­ria UGL Livorno
Non vogliamo entrare nel mer­i­to del­la ques­tione riguardante il non supera­men­to del peri­o­do di pro­va del Sin­da­co di Mon­tero­ton­do Marit­ti­mo, dipen­dente del Comune di Piom­bi­no.
Come è gius­to che sia, la verten­za ver­rà dibat­tuta nelle oppor­tune sedi. Ci preme però fare una rif­les­sione.  Fa piacere vedere un Par­ti­to, il PD , che difende a spa­da trat­ta un lavo­ra­tore, da quel­lo che appren­di­amo dal­la stam­pa , andan­do a sco­modare anche espo­nen­ti politi­ci region­ali e nazion­ali come Min­istri  Sot­toseg­re­tari, Seg­re­tari del Par­ti­to.
Si è fat­to addirit­tura il nome del Pres­i­dente del­la Repub­bli­ca, Ser­gio Mattarel­la. Tut­ta ques­ta forza e ques­ta deter­mi­nazione nel difend­ere un lavo­ra­tore è enco­mi­a­bile, non c’è dub­bio.
Dob­bi­amo sot­to­lin­eare però,  che ci avrebbe fat­to molto piacere e siamo sicuri avrebbe fat­to molto piacere anche a moltissi­mi lavo­ra­tori, vedere lo stes­so indomi­to impeg­no, la stes­sa tenace e cor­ag­giosa dife­sa dei dirit­ti, la stes­sa fer­ma deter­mi­nazione, anche per quelle centi­na­ia e centi­na­ia di lavo­ra­tori del com­pren­so­rio, che han­no vis­to vio­lati e calpes­ta­ti i pro­pri dirit­ti, quei lavo­ra­tori che pren­dono un salario da fame spes­so anche al di sot­to degli 800 men­sili, quei tan­ti, trop­pi lavo­ra­tori dimen­ti­cati dal­la polit­i­ca, abban­do­nati a loro stes­si e al loro triste des­ti­no. Quei tan­ti, trop­pi lavo­ra­tori che sono dovu­ti scap­pare e che con­tin­u­ano a scap­pare da questo ter­ri­to­rio, per man­can­za di lavoro e di prospet­ti­va. Oltre a tut­ti quel­li che quo­tid­i­ana­mente per­dono la vita sul pos­to di lavoro, per portare a casa un toz­zo di pane.
Aus­pichi­amo che da qui in avan­ti, il PD spen­da tutte sue energie anche per tut­ti gli altri.

Aggior­na­men­to del 3 gen­naio 2020 ore 16:12 del­la lista LAVORO&AMBIENTE
L’am­min­is­trazione comu­nale di Piom­bi­no che, ricor­diamo, è a forte trazione civi­ca, ha fat­to gli inter­es­si del Comune e dei suoi cit­ta­di­ni. Nes­sun caso politi­co, con­trari­a­mente a quan­to in modo stru­men­tale e fal­so si cer­ca di far apparire.  A con­clu­sione del peri­o­do di pro­va di un dipen­dente, un ente pub­bli­co può decidere se con­tin­uare  il rap­por­to di lavoro  o reced­er­lo: i sei mesi dovreb­bero con­sen­tire al datore di lavoro di testare  le capac­ità di assol­vere i com­pi­ti affi­dati e di inser­i­men­to effi­cace nel con­testo lavo­ra­ti­vo. Nei fat­ti ciò non è sta­to pos­si­bile. La pro­va obbli­ga­to­ria è slit­ta­ta ad un anno e questo di per sé fa capire la dif­fi­coltà di val­utare il rendi­men­to e le capac­ità del dipen­dente in ques­tione. Tante stru­men­tali e pretes­tu­ose inesat­tezze ser­vono solo a con­fondere i dirit­ti, sacrosan­ti, con i priv­i­le­gi, che invece devono essere com­bat­tuti.
Se è vero che un sin­da­co di un pic­co­lo Comune non può vivere con 1.450 euro lor­di, è altret­tan­to vero che ammin­is­trare un Comune di cir­ca mille ani­me non richiede un impeg­no di 24 ore al giorno. Il dipen­dente in ques­tione avrebbe potu­to ottem­per­are con seri­età al supera­men­to dei mesi di pro­va ono­ran­do un dovere, quel­lo del lavoro, che eti­ca­mente è una pri­or­ità e social­mente, oggi, un bene prezioso, non con­ces­so purtrop­po a tut­ti. Usufru­en­do legit­ti­ma­mente dei per­me­s­si cui ave­va dirit­to, avrebbe potu­to garan­tire un numero di pre­sen­ze tali da con­quis­tar­si fidu­cia e giudizi favorevoli. L’art. 51 dice che chi è chiam­a­to a fun­zioni pub­bliche elet­tive ha dirit­to di dis­porre del tem­po nec­es­sario al loro adem­pi­men­to e di con­ser­vare il suo pos­to di lavoro. Non dice che per ammin­is­trare con onore un Comune di mille ani­me devi pre­sen­tar­ti sul tuo pos­to di lavoro 62 giorni in un anno, per­cepen­do uno stipen­dio pieno (oltre­tut­to di un pro­fi­lo pro­fes­sion­ale ele­va­to) in aggiun­ta all’in­den­nità di Sin­da­co. Di cosa si sta par­lan­do? Per quan­to si cer­chi di soll­e­vare un polverone medi­ati­co spo­stan­do l’at­ten­zione su una pre­sun­ta dis­crim­i­nazione polit­i­ca, siamo con tut­ta evi­den­za di fronte ad un priv­i­le­gio ingius­ti­fi­ca­bile e ad un com­por­ta­men­to scor­ret­to, sul piano eti­co e sociale. Tra l’al­tro il dipen­dente non è sta­to licen­zi­a­to come erronea­mente si scrive ma rimanda­to nel Comune da cui proveni­va. Si potrebbe aprire un mon­do di rif­les­sioni sui tan­ti lavo­ra­tori, mag­a­ri lau­re­ati, che oggi sono costret­ti a vivere con 900 euro men­sili, lavo­ran­do con turni mas­sacran­ti e in spre­gio ai dirit­ti dovu­ti, o sui tan­ti pre­cari. Il lavoro oggi ha un val­ore eti­co che deve essere ono­ra­to e rispet­ta­to, a par­tire da chi ammin­is­tra o rico­pre cariche politiche.

 

2 risposte a “Non supera il periodo di prova: torna a Gavorrano”

  1. Lirio Gentili says:

    Una doman­da: ma se il dipen­dente era una per­sona qual­si­asi, sen­za tessera o tessera di un altro par­ti­to, si sarebbe scate­na­ta tut­ta ques­ta battaglia??? Quan­do è sta­to assun­to era il migliore oppure per apparte­nen­za?

  2. Vincenzo says:

    Se ver­rà chiam­a­to un giu­dice ad esprimer­si sul fat­to, egli non potrà esimer­si da ciò che sono le norme e le leg­gi che regolano questi tipi di rap­por­to di lavoro. Pun­to. Politi­ca­mente ciò che sta facen­do il PD lo tro­vo di una cecità polit­i­ca allu­ci­nante. Ma vor­rei essere anco­ra più sibilli­no: quale ani­ma del PD sta alzan­do il polverone? Quel­lo ren­ziano? Quel­lo del­l’ab­o­lizione del­l’art. 18 e l’in­tro­duzione del jobs act che tan­to pre­cari­a­to ha cre­ato? O quel­lo con­ser­va­tore, quel­lo del­la cas­ta, dove pri­ma veni­vano i dirit­ti poi, even­tual­mente, i doveri? E’ buf­fo vedere gon­fi­are il caso e leg­gere gli inter­ven­ti sgangherati dei con­tenden­ti sem­pre più infer­vo­rati sul­la dife­sa di parte. Ma a noi, per­sone comu­ni, ci inter­es­sa? Non cre­do. Sono migli­a­ia le cause di lavoro che finis­cono in tri­bunale ogni anno e ques­ta non sarà diver­sa, solo che riguar­da un per­son­ag­gio pub­bli­co e come tale sale agli onori del­la cronaca per il tem­po nec­es­sario allo scam­bio di frec­ciate tra le par­ti politiche e poi tornerà nel silen­zio come forse era meglio che rimanesse. Noi per­sone comu­ni non abbi­amo bisog­no di questo teatri­no, abbi­amo bisog­no di risposte alle nos­tre dif­fi­coltà ter­ri­to­ri­ali, lavoro, san­ità, ambi­ente, questi sono i temi a cui da trop­po tem­po atten­di­amo risposte e soluzioni il resto è fuf­fa!!!!

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