Notiziona: la 398 forse la fanno davvero
PIOMBINO 26 ottobre 2018 – La notizia è finalmente ufficiale. Tra le altre indicazioni si può infatti leggere, nel sito del Cipe dopo la riunione di ieri, 25 ottobre, il seguente passaggio: “Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha approvato il progetto definitivo della S.S. n. 398 “Val di Cornia”- Bretella di collegamento tra l’autostrada Tirrenica A12 e il porto di Piombino – lotto 7, tratto 1 — Svincolo di Geodetica — Gagno (ex autostrada A12 Rosignano-Civitavecchia, lotto 7- Bretella di Piombino), per un costo complessivo pari a circa 58,9 milioni di euro, il cui finanziamento è coperto a valere sul Contratto di programma ANAS 2016–2020”.
Quindi, a questo punto, si dovrà passare alla predisposizione della progettazione esecutiva, della gara di appalto, alla consegna dell’opera all’impresa che si aggiudicherà l’esecuzione dell’opera, all’apertura dei cantiere e finalmente ai lavori fino alla conclusione.
Va precisato che non si tratta di tutta la bretella della Variante da Montegemoli al porto ma solo del primo tratto, dall’incrocio con la Geodetica fino al Gagno.
Altra cosa, non contemplata dal pronunciamento del Cipe e ancora in alto mare, è il secondo tratto della bretella, quello cioè che dovrà collegare il Gagno al porto.
Quando finiranno i lavori di questo primo tratto e quando, sulla nuova strada, potranno quindi transitare i primi automezzi?
Una risposta si può azzardare facendo riferimento alla scaletta che – tempi e finanziamenti compresi – venne annunciata nella ormai storica riunione del luglio 2017 all’Hotel Centrale di Piombino presenti l’allora viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini, l’allora sottosegretario all’ambiente Silvia Velo, il sindaco Massimo Giuliani e il direttore della progettazione l’ingegner Anas Stefano Liani.
In quella occasione la fine dei lavori venne indicata nei primi mesi del 2021. La scaletta, con tanto di nodo al fazzoletto che allora pubblicammo ed oggi riproponiamo, indicava però la predisposizione della gara d’appalto entro il 30 giugno 2018. Quindi un ritardo rispetto a quel che sta avvenendo di un annetto circa. Ne potrebbe conseguire che, se tutto andrà per il verso giusto, cosa mai scontata, si potrà arrivare all’apertura del tratto alla fine 2021 o inizio 2022. Quindi, considerata l’attesa di anni e anni per un pezzetto di strada, diventa oggi accettabile perfino un ritardo neanche enorme sulla tabella di marcia indicata all’Hotel centrale.
Certo viene da riflettere su come ormai si realizzano le opere nel Belpaese che vorrebbe competere nel contesto di una economia globale. Basti pensare che i cinesi hanno recentemente inaugurato il ponte più lungo del mondo (55 chilometri) realizzato sul mare e per in parte in una galleria sottomarina in soli otto anni. E noi siamo oggi ad esultare per tre chilometri di strada da finire da qui a tre-quattro anni con due viadotti, un cavalcavia e due rotatorie.
Il finanziamento, secondo quel che viene indicato, nasce dal Contratto di programma Anas 2016–2020. Cosa che fu annunciata anche nell’incontro del luglio 2017 quando comunque quell’atto non era ancora firmato per gli ostacoli frapposti dall’allora ministro delle finanze. Il tempo ha portato al superamento delle difficoltà ed oggi almeno i soldi sembrano esserci. E non è poca cosa.
Resta il bell’inghippo relativo al secondo tratto, cioè quello che dal Gagno dovrebbe arrivare al porto.
Va evidenziato che le enormi code e le difficoltà incontrate nella viabilità su Piombino all’arrivo e alla partenza dei traghetti, non sono certo superate con la realizzazione dei soli tre chilometri fino al Gagno. Non ci vuol molto a immaginare una situazione davvero difficile su viale dell’Unità d’Italia quando, a lavori finiti, le quattro corsie arriveranno alle porte di Piombino.
Il secondo tratto del lotto 7, appunto quello fino a Poggio Batteria, negli anni è stato oggetto di infinite prese di posizione e di annunci che non hanno sortito effetto. Vale la pena al riguardo rileggere l’articolo che Stile libero Idee dalla Val di Cornia pubblicò il 21 dicembre 2013, quando commentando il così definito “progetto definitivo” per il prolungamento della 398 da Montegemoli fino a Poggio Batteria, l’allora sindaco Gianni Anselmi (24 gennaio 2013) disse: “Siamo stati noi a concordare con il Cipe questo iter perché volevamo essere sicuri di avere in mano la progettazione dell’intero tratto fino al porto e non soltanto del lotto 7, da Montegemoli a Gagno. Per non correre questo rischio, abbiamo preferito avere la progettazione definitiva di tutta la strada, definendone i tempi in maniera chiara e prevedendo poi un secondo ritorno al Cipe per l’approvazione di tutto il progetto. Purtroppo con la crisi istituzionale il Cipe non potrà essere riunito a breve, ma bisognerà aspettare l’insediamento del nuovo governo. In ogni caso nella delibera si dice chiaramente che finché il Cipe non approverà il progetto definitivo dei lotti non ancora ratificati, tra i quali anche il nostro, non saranno avviati i lavori della Tirrenica. Il nuovo governo dovrà scegliere se rimanere collegato all’autostrada oppure se ci darà la possibilità, prendendo atto della grave situazione economica del territorio, di estrapolarla prevedendo un percorso alternativo che ne velocizzi la realizzazione. Intanto però l’elaborazione del progetto da parte di Sat rappresenta un risultato molto importante, che ci consente di giocare un ruolo con i prossimi interlocutori istituzionali per definire le modalità di attuazione dell’opera completa”.
I fatti poi hanno preso direzioni diverse. Il punto è che l’Anas, a cui le competenze oggi sono passate, non ha proprio voglia di impegnarsi in un progetto fino al porto che la società definisce completamente “urbano” e che quindi esula dalle proprie competenze. Un bel pasticcio perché chi altri potrebbe avere mezzi e sostanze per impegnarsi in una progettazione, in un finanziamento e nella realizzazione di un’opera simile? Forse il Comune? Forse l’Autorità portuale? Cioè gli enti che già il 18 dicembre 2013, correndo ai ripari, sposarono il progetto di quello che molti hanno ironicamente ribattezzando come “il viottolo”. Ovvero un progetto da 13 milioni e 770 mila euro per una strada che, senza interessare il centro urbano, potesse raggiungere le banchine del porto, in realtà la parte più esterna del porto, quella a nord ancora inagibile. Allora si parlò di “una bretella che originando dal Gagno, scendesse lungo un tratto già previsto da Sat, fino a giungere ad una rotonda in zona ex Irfird e da qui, in sinistra idraulica del Cornia Vecchio, riuscisse a raggiungere la nuove banchine. È il progetto di cui recentemente ha parlato Stile libero Idee dalla Val di Cornia nell’articolo Accesso al porto non prima della fine del 2020 mostrando tutti i passi (non pochi) ancora da fare.