Nulla sarà come prima
PIOMBINO 28 marzo 2014 — La vicenda Lucchini sta arrivando al capolinea ‒e le altre aziende locali, fra le quali la Magona, non stanno certamente vivendo un periodo facile con tutte le incognite legate alle problematiche aziendali. Non è il momento delle recriminazioni, qualcuno vorrebbe dire “io l’avevo detto”, ma servirebbe a ben poco e non sarebbe utile a trovare soluzioni. Purtroppo stiamo arrivando alla fine di un percorso industriale, peraltro ampiamente annunciato, non ci resta che riuscire a limitare al massimo i danni, con la consapevolezza che vi saranno comunque ripercussioni sul territorio.
Sono state spese impropriamente troppe parole, ora è il momento del silenzio o delle dichiarazioni che facciano riferimento esclusivamente a fatti concreti. Confidiamo negli accordi di programma, ma allo stesso tempo dobbiamo mettere in conto che non sono le firme che pesano, bensì le coperture finanziarie e su queste i dubbi permangono. Certamente lo sforzo delle Istituzioni locali garantirà attenzione sul nostro territorio, ma serve uno sforzo importante da parte del governo, soprattutto per quel che riguarda gli ammortizzatori sociali per l’indotto, visto che le grandi aziende sono comunque coperte.
Auspichiamo interventi importanti per le bonifiche, senza le quali qualsiasi progetto di riconversione, peraltro ancora da individuare, non sarebbe sostenibile. Mentre sulla Concordia i dubbi permangono, in quanto anche dal Ministero le notizie che arrivano non sono in sintonia con le dichiarazioni del Presidente Enrico Rossi, in quanto in quell’ambito considerano l’arrivo della nave a Piombino un problema per il Ministero stesso e per la città. Purtroppo le incognite sono molte e per evitare inutili speculazioni che abbiano origine da promesse o da possibili soluzioni, sarebbe opportuno che fossero evitate dichiarazioni eclatanti facilmente strumentalizzabili.
È il momento di serrare le fila e sostenere le ipotesi percorribili, anche se non sono considerabili le migliori, poiché in gioco c’è il futuro di una comunità intera, sia di chi lavora nell’ambito industriale, ma di riflesso nell’immediato, soprattutto per chi opera nei settori del commercio e dei servizi, oramai in ginocchio. Se riusciremo a fare un passo alla volta senza grandi ambizioni forse qualcosa potremo ottenere, ed avremo qualche opportunità per uscire dalla crisi, ma dovremo mettere in conto il fatto che nulla sarà come prima, avendo vissuto al di sopra delle nostre possibilità per troppi anni, dovremo avere la forza ed il carattere di ridimensionarci in ogni senso».
Luigi Coppola