Nuova fase, nuovo commissario e governo più forte

PIOMBINO 10 feb­braio 2018 — Come ave­va­mo annun­ci­a­to, una del­egazione di lavo­ra­tori ader­en­ti alla mozione con­gres­suale “Il sin­da­ca­to è un’altra cosa – Oppo­sizione CGIL”, assieme a lavo­ra­tori ader­en­ti al Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG, han­no orga­niz­za­to un pre­sidio sot­to il MiSE nel momen­to in cui le seg­reterie nazion­ali e provin­ciali di Fim, Fiom, Uilm, Ugl­Met, assieme ai coor­di­na­tori del­la Rsu Afer­pi e Piom­bi­no Logis­tics era­no all’incontro con il min­istro Car­lo Cal­en­da e il com­mis­sario Piero Nar­di. I risul­tati dell’incontro, o almeno la percezione di tali risul­tati, sono sta­ti resi noti dai comu­ni­cati stam­pa che i sin­da­cati han­no dif­fu­so e rib­a­di­ti nell’assemblea tenu­ta il giorno seguente ai lavo­ra­tori sot­to la sede del con­siglio di fab­bri­ca. A noi non res­ta che fare alcune notazioni, dici­amo così “di cos­tume” (o di mal­cos­tume): le autorità di gov­er­no (regionale e locale) si sono guar­dati bene dal venire a par­lare con i lavo­ra­tori. Il sin­da­co Mas­si­mo Giu­liani non è nep­pure pas­sato dal por­tone pre­sidi­a­to. Ha prefer­i­to un’entrata che lo nascon­desse agli occhi dei suoi rap­p­re­sen­tati. Anche tra i sin­da­cati c’è chi ha bril­la­to per la sua assen­za. Solo Fiom e Ugl sono venu­ti a riportar­ci i risul­tati del­la dis­cus­sione; gli altri han­no prefer­i­to glis­sare ogni con­fron­to, come se la loro autorità fos­se di orig­ine div­ina e non avesse bisog­no di nes­sun con­fron­to.
E veni­amo ai risul­tati dell’incontro: sec­on­do le infor­mazioni rice­vute, il min­istro, esauri­ti alcu­ni adem­pi­men­ti buro­crati­ci, nomin­erà entro la fine del mese un com­mis­sario stra­or­di­nario che avrà il manda­to di gestire la fab­bri­ca e far ripar­tire la pro­duzione attin­gen­do ad un fon­do rota­ti­vo di due­cen­tot­tan­ta mil­ioni. Ciò per­me­t­terà la ripresa del­la pro­duzione e la parte­ci­pazione alla gara delle Fer­rovie per la commes­sa delle rotaie nei prossi­mi anni. Ques­ta pro­ce­du­ra ver­rà bloc­ca­ta qualo­ra Cevi­tal fos­se in gra­do di dimostrare (in un tem­po lim­ite di dieci giorni) che esiste un accor­do di ven­di­ta alla soci­età Jin­dal, correda­to di piano indus­tri­ale e finanziario ver­i­fi­ca­bili. A parte la totale man­can­za di cred­i­bil­ità di Issad Rebrab, per cui è facile che si trat­ti del nuo­vo coniglio dal cilin­dro, ci chiedi­amo per­ché i sin­da­cati accetti­no di far con­durre la trat­ta­ti­va a Rebrab. Se Jin­dal è effet­ti­va­mente inter­es­sato all’acquisto, pre­sen­ti la pro­pos­ta diret­ta­mente al com­mis­sario stra­or­di­nario. Las­cia­re che sia Cevi­tal a trattare la ven­di­ta ci espone a moltepli­ci rischi: se Cevi­tal cede solo la parte del busi­ness siderur­gi­co e mantiene il resto, il ter­ri­to­rio rimane in ostag­gio di Cevi­tal, che avrà mano lib­era sul por­to e che, di sicuro, non real­izzerà gli inves­ti­men­ti pre­visti nelle altre par­ti del piano; anche le garanzie per i lavo­ra­tori saran­no minori: si trat­terà infat­ti di una ven­di­ta tra pri­vati, con minori pos­si­bil­ità di con­trol­lo e di trat­ta­ti­va per sin­da­cati e autorità locali. Il ris­chio con­cre­to è che non ci sia nes­sun pas­sag­gio auto­mati­co da una soci­età all’altra, andan­do ad intac­care non solo il numero degli occu­pati, ma anche la parte delle con­dizioni di lavoro e dei dirit­ti.
Solo con l’apertura di una fase com­ple­ta­mente nuo­va, con un nuo­vo com­mis­sario e con un impeg­no più forte del gov­er­no si può pen­sare a inter­ven­ti di pro­gram­mazione ter­ri­to­ri­ale che per­me­t­tano effet­ti­va­mente di lan­cia­re pro­gram­mi di diver­si­fi­cazione effi­cace, non las­ciati ad inizia­tive sco­or­di­nate e gestite da sogget­ti atti­rati solo da facili guadag­ni a breve, per poi mol­lare tut­to, o anche ad inizia­tive serie, des­ti­nate però al fal­li­men­to da una man­can­za di coor­di­na­men­to ed effi­caci mezzi di sosteg­no.
Per tut­to ciò, per la real­iz­zazione delle boni­fiche e degli sman­tel­la­men­ti urgen­ti ed indis­pens­abili noi sug­ge­ri­amo cautela e soprat­tut­to chiedi­amo una mobil­i­tazione atti­va, sen­za atten­dere che sia il gov­er­no (o meglio un min­istro di questo gov­er­no) ad atteggia­r­si a “sal­va­tore del­la patria”.

Il Sin­da­ca­to è un’altra cosa-Oppo­sizione Cgil

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