O un progetto integrato o non rinasce niente

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 12 gen­naio 2019 — Il nos­tro ter­ri­to­rio ha bisog­no di un prog­et­to di ricon­ver­sione a 360°. Tale proces­so spes­so  deve pri­ma pas­sare da una “ricon­ver­sione men­tale”.
Le prob­lem­atiche, ad oggi, sono state trat­tate sep­a­rata­mente, mai in un’ot­ti­ca di uni­co prog­et­to di “rinasci­ta ” di un sito di inter­esse nazionale (SIN) e area di crisi com­p­lessa.
Come sin­da­ca­to sono anni che con­tin­u­amo a rib­adire che dob­bi­amo pre­tendere una nor­ma­ti­va ad hoc, sia a liv­el­lo regionale che nazionale, sen­za la quale dif­fi­cil­mente potrem­mo creare lavoro, diver­si­fi­cazione e un futuro per i nos­tri figli . Si con­tin­ua a riporre enorme fidu­cia nei vari impren­di­tori di turno con una visione miope e a dipin­gere il nos­tro ter­ri­to­rio a servizio del­la fab­bri­ca, come lo è sta­to per decen­ni .
Nes­suno può negare che siamo cresciu­ti con i fumi e gli odori delle nos­tre fab­briche e che l’ac­ciaieria, la Mag­o­na, l’Enel fan­no e faran­no sem­pre parte del­la nos­tra sto­ria. Innega­bile che l’ econo­mia e il benessere delle nos­tre famiglie sia deriva­to da queste realtà.
Ma oggi molte cose sono cam­bi­ate e per quan­to anco­ra mol­ta impor­tan­za abbiano le realtà indus­tri­ali pre­sen­ti, dob­bi­amo par­tire  da un proces­so di ricon­ver­sione e di boni­fiche dove vari set­tori pos­sano coesistere sen­za osta­co­lar­si.
Solo in ques­ta log­i­ca avrebbe  davvero sen­so una dis­car­i­ca enorme come quel­la che abbi­amo all’in­gres­so di Piom­bi­no . Una dis­car­i­ca che,  invece di accogliere rifiu­ti da fuori, dovrebbe trattare i molti rifiu­ti che abbi­amo a casa nos­tra.
Si dovrebbe poi, invece di invo­care il mostro “amianto” per scac­cia­re altri mostri,  iniziare a pre­tendere  reali provved­i­men­ti per lim­itare ed elim­inare un tale peri­co­lo per la salute di tut­ti !!
Par­lare di econo­mia cir­co­lare e legar­la alla dis­car­i­ca o al nuo­vo prog­et­to delle pale eoliche al Quaglio­dro­mo, sen­za una visione  di come sarà ridis­eg­na­to il nos­tro ter­ri­to­rio, non ha sen­so . Par­lare di fonti ener­getiche che dan­no “ener­gia puli­ta ” piace a tut­ti, ma saran­no  quan­tità lim­i­tate. La “green econ­o­my”  entu­si­as­ma ma se pri­ma non fac­ciamo le boni­fiche del SIN e non valu­ti­amo l’e­si­gen­za di una nor­ma­ti­va ad hoc dif­fi­cil­mente il ter­ri­to­rio uscirà fuori da una crisi com­p­lessa come la nos­tra.
Ripro­gram­mi­amo la nos­tra econo­mia, diver­si­fichi­amo uscen­do da ogni mono­cul­tura che si  riv­ela sem­pre per­dente.   Raf­forzi­amo  la  san­ità locale e lot­ti­amo per preser­var­la,  usci­amo da attiv­ità, come dis­cariche ed altro, che non siano al servizio del ter­ri­to­rio.
Pro­gram­mi­amo il  futuro con umiltà e lungimi­ran­za  ma con la con­sapev­olez­za che, ad oggi, siamo anco­ra un sito di inter­esse nazionale  .

Sab­ri­na Nigro, Seg­re­tario gen­erale Ugl Livorno 

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