Occore una riflessione approfondita senza pregiudizi

Luigi Coppola

PIOMBINO 1 aprile 2017 — Dopo la tragi­com­i­ca com­me­dia di giovedì al MISE, a det­ta dei pre­sen­ti, tut­ta la cit­tà dovrebbe fare un esame di coscien­za e chieder­si se davvero è il caso di per­se­ver­are con ques­ta pan­tomi­ma.
Ora­mai la chi­ave di let­tura è chiara: sono sta­ti qua­si regalati 900 ettari di ter­ri­to­rio, accettan­do un fan­tomati­co piano indus­tri­ale sen­za le giuste garanzie, spac­cian­do­lo per diver­si­fi­cazione, vis­to che di logis­ti­ca ed agroal­i­menta­re non se ne sente neanche più par­lare.
È sta­ta innesca­ta una lot­ta con la lob­by del­l’ac­ciaio gri­dan­do a cospi­razioni e com­plot­ti, allon­tanan­do forse gli uni­ci com­pra­tori del set­tore conc­re­ta­mente inter­es­sati, pre­tenden­do di trovare qual­cuno dis­pos­to a bru­cia­re sol­di pro­pri per man­tenere un mod­el­lo eco­nom­i­co super­a­to e dato per fal­li­to uffi­cial­mente dal 2012.
Un ter­ri­to­rio ridot­to a far­si man­tenere dal­lo Sta­to, con una parte del­la cit­tà intimidi­ta da un sis­tema conso­cia­ti­vo anco­ra­to al pas­sato, sen­za il cor­ag­gio di uscire allo scop­er­to pro­po­nen­do un mod­el­lo eco­nom­i­co al pas­so con i tem­pi.
Purtrop­po ora è dif­fi­cile uscirne, qual­si­asi inizia­ti­va con­tro l’attuale pro­pri­età dovrà pagare un prez­zo ele­vatis­si­mo, in caso con­trario a luglio Cevi­tal avrà car­ta bian­ca e potrà fare tut­to ciò che vuole delle aree di sua per­ti­nen­za.
È evi­dente che Rebrab di sol­di pro­pri non vuole o non può inve­stirne alcuno, il che è impren­dioto­rial­mente com­pren­si­bile.
È altret­tan­to vero, come del resto era preved­i­bile, che non vi sono sta­ti isti­tu­ti di cred­i­to che abbiano ritenu­to fin dall’inizio cred­i­bile il prog­et­to indus­tri­ale per la ex fab­bri­ca Luc­chi­ni, ma per due anni volu­ta­mente non ne è sta­to tenu­to con­to.
Il prob­le­ma ora è la per­se­ver­an­za su posizioni non più difendibili che par­al­iz­zano una cit­tà intera, sostenu­ta dal­la men­tal­ità assis­ten­zial­ista rad­i­ca­ta in una parte del mon­do del lavoro, ora­mai sem­pre più minori­taria, e dall’incapacità di alcune com­po­nen­ti del­la polit­i­ca di pren­derne le dis­tanze.
Questo sis­tema oltre­tut­to sta cre­an­do forme di gelosia sociale che vede sem­pre meno man­i­fes­tazioni di sol­i­da­ri­età e di parte­ci­pazione alle prob­lem­atiche indus­tri­ali.
Le tante par­tite IVA ed i loro col­lab­o­ra­tori, con introiti spes­so di gran lun­ga infe­ri­ori ai min­i­mi sin­da­cali tradizion­ali, non sono più disponi­bili a com­pren­dere le dif­fi­coltà di chi da anni è comunque assis­ti­to da sol­i­da­ri­età o cas­sa inte­grazione.
È legit­ti­mo pen­sare che tut­ta la vicen­da Cevi­tal-Afer­pi avesse final­ità tutt’altro che indus­tri­ali, ma molto più mirate ver­so il pro­l­unga­men­to del per­cor­so assis­ten­ziale.
Alla fine il tan­to vitu­per­a­to Jin­dal o qual­cun altro, con il ben­estare di FEDERACCIAI e di un gov­er­no sem­pre meno autorev­ole, dovrà accor­dar­si con Rebrab per sal­vare il salv­abile a con­dizioni innegozi­a­bili ed insin­da­ca­bili.
A fronte di ciò, serve un per­cor­so di salute pub­bli­ca aset­ti­co alle ingeren­ze del pas­sato, che apra una sta­gione di pro­fon­da rif­les­sione, per poi ripar­tire con pic­coli pas­si con­creti, ben dis­tan­ti dai tan­ti annun­ci roboan­ti mis­era­mente fal­li­ti.
Dovrà chi­ud­er­si la sta­gione del com­plot­tismo puerile e del pregiudizio sis­tem­ati­co, ma soprat­tut­to quel sis­tema lob­bis­ti­co e pseudo­clien­te­lare che non ha per­me­s­so in pas­sato l’af­fer­mar­si di una classe impren­di­to­ri­ale lib­era ed indipen­dente dalle sub­dole logiche che han­no fos­siliz­za­to e con­t­a­m­i­na­to parte del mon­do del lavoro nel nos­tro ter­ri­to­rio.

*Lui­gi Cop­po­la è seg­re­tario dell’ UDC PROVINCIA DI LIVORNO

Commenta il post