Oltre l’industria puntare su ben altri progetti

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 20 novem­bre 2013 — Caris­si­mo sin­da­co, le scri­vo ques­ta let­tera aper­ta. Ho let­to del suo incon­tro con il papa e mi è venu­to voglia di scriver­le, sti­mo­la­ta però anche dal­la scrit­ta sul retro delle magli­ette indos­sate all’ultima man­i­fes­tazione: “Chi pen­sa il con­trario peste lo col­ga”. Las­cian­do­mi cogliere volen­tieri e sen­za pau­re dal­la peste, per­ché qual­cosa di diver­so lo pen­so, vor­rei far­la partecipe di alcune idee che mi frul­lano per la tes­ta, tan­to più dopo aver tira­to con tan­ti un respiro di sol­lie­vo nel sapere che lo spet­tro chiusura Afo e rel­a­tivi licen­zi­a­men­ti è sta­to tem­po­ranea­mente allon­tana­to. La pri­ma mi è sor­ta d’impeto nel cuore quan­do ho vis­to sul Tir­reno la sua foto con il papa e leggen­do la let­tera che lei gli ha con­seg­na­to. Approvan­do il fat­to di approf­ittare di tutte le occa­sioni per dare vis­i­bil­ità ai prob­le­mi del­la nos­tra cit­tà e alle sue gri­da di dolore, ma con­vin­ta anche che sono altri, più che il papa, che devono far­si por­tav­oce politi­co di questi prob­le­mi e di queste gri­da, sug­gerisco che lei e gli altri ai quali è chiesto di ammin­is­trare la cit­tà, ripren­deste il dis­cor­so che papa Francesco ha fat­to ai politi­ci e agli impren­di­tori a Rio, in Brasile nel luglio scor­so e quel­lo tenu­to, cre­do in set­tem­bre, all’università di Cagliari. Sono dis­cor­si alta­mente eti­ci e ric­chi di spun­ti per avviare pro­ces­si di soluzione a tan­ti prob­le­mi, dis­cor­si però che andreb­bero tradot­ti da voi in prog­et­ti politi­ci di ampio respiro, per questo siete sta­ti elet­ti! Infat­ti l’attuale soluzione trova­ta per le acciaierie tam­pona solo il prob­le­ma, riman­dan­do così un po’ più avan­ti l’arrivo di altri momen­ti dif­fi­cili, per­ché di mono­cul­tura lavo­ra­ti­va si muore. Siamo alla par­roc­chia del Cotone da 27 anni e l’allora vesco­vo che ci accolse, mon­sign­or Loren­zo Vival­do, nel suo ulti­mo anno di vita ci ripete­va: con ques­ta cul­tura monoin­dus­tri­ale e riman­dan­do sem­pre la diver­si­fi­cazione, Piom­bi­no si avvierà ver­so tem­pi dif­fi­cilis­si­mi. Eppure anche allo­ra ave­va­mo un bravis­si­mo sin­da­co. Poi gli anni sono pas­sati e siamo anco­ra qui sen­za troppe diver­si­fi­cazioni lavo­ra­tive e soprat­tut­to mi sem­bra sen­za una prog­et­tual­ità glob­ale che met­ta il naso fuori dall’industria attuale, com­pre­so il prog­et­to por­to e rot­ta­mazione navi, per rilan­cia­re glob­al­mente la vita e il futuro del lavoro per la nos­tra cit­tà. Pen­so a tut­to il cam­po dell’agricoltura da tute­lare, da sostenere e da val­oriz­zare, ponen­do fine alle politiche a dir poco miopi attuate ulti­ma­mente ver­so il ter­ri­to­rio del­la cam­pagna. Oppure a quel­lo che si potrebbe inventare con l’ambiente splen­di­do che ci ritro­vi­amo, anco­ra molto da val­oriz­zare… e mag­a­ri anche da resti­tuire a noi cit­ta­di­ni e al tur­is­mo, dopo che il mostro acciaieria ce l’ha ruba­to per tan­ti anni. Pen­so ai lavori che potreb­bero essere inven­tati da gio­vani locali, quel­li per esem­pio usci­ti con i migliori voti dalle scuole supe­ri­ori o dalle uni­ver­sità, mag­a­ri anche insieme a quel­li che oggi can­tano “Bel­la ciao”, se anche loro vogliono fare qual­cosa per il bene comune oltre a dis­eg­nare magli­ette, tut­ti con­vo­cati da voi per far­li sognare e inventare insieme con voi il futuro di Piom­bi­no. Un futuro che non tiri solo sem­pre fuori un coniglio alla vol­ta dal cilin­dro, ma che abbia una prog­et­tual­ità di ampio respiro e molto diver­si­fi­ca­ta, investen­do in questo sol­di del­la Regione o del­la Comu­nità euro­pea che si pos­sono trovare. Ci sono cen­tri anche in Toscana che riflet­tono su questo, come ad esem­pio il polo Lionel­lo Bon­fan­ti di Lop­pi­ano, ma ce ne sono tan­ti altri su tut­to il ter­ri­to­rio nazionale. Cer­to, ci occorre a tut­ti un cam­bi­a­men­to di men­tal­ità e di lin­guag­gio, anche quel­lo dei sin­da­cati, e un deside­rio di impara­re uno stile di impren­di­to­ri­al­ità in pro­prio per il quale ci vuole tem­po. Ora, con la pos­i­ti­va soluzione attuale di con­tin­uare anco­ra per un po’ il lavoro in acciaieria e forse anche nel prog­et­to por­to, ci è sta­to dona­to un ulte­ri­ore peri­o­do di tem­po per prog­ettare in grande e più glob­al­mente. Lo auguro di cuore a lei e all’amministrazione comu­nale per il vostro fine manda­to e al nuo­vo sin­da­co che ver­rà. Fate­ci sognare! Con sti­ma.

Emma Grem­mo ( Fra­ter­nità mis­sion­ar­ia del Cotone)

 

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