Ormai siamo molto più indietro dell’anno zero

PIOMBINO 29 gen­naio 2017 — L’ultimo incon­tro al MiSE si è riv­e­la­to per quel­lo che era facile prevedere: un NULLA!
Nes­suna rispos­ta di Rebrab alle richi­este “ulti­ma­tive” del min­istro, nes­sun tem­po lim­ite fis­sato, nes­sun impeg­no da parte di nes­suno. I comu­ni­cati fat­ti dai vari respon­s­abili di FIOM, FIM, UILM evi­den­ziano tutte le dif­fi­coltà di chi ha per­me­s­so di trascinare in questo cul de sac Piom­bi­no e tut­to il ter­ri­to­rio ed oggi non sa come com­por­tar­si.
Peg­giore anco­ra è l’atteggiamento delle forze di gov­er­no a tut­ti i liv­el­li, che oggi si fan­no pal­a­dine del­la mobil­i­tazione dei lavo­ra­tori, dopo che per due anni han­no affos­sato ogni inizia­ti­va di lot­ta.
Anco­ra si sten­ta a dichiarare mor­to il prog­et­to piom­bi­no di Rebrab, anco­ra si vor­rebbe insis­tere su ques­ta ridi­co­la richi­es­ta sec­on­di cui  “Rebrab deve man­tenere gli impeg­ni”. Ma quali impeg­ni, se fin dall’inizio non ne ha pre­so nes­suno? Ma di cosa si sta par­lan­do, se fin dall’inizio era evi­dente che si nav­i­ga­va a vista? Ma di cosa ci si stupisce se per due anni per­son­ag­gi impor­tan­ti come il pres­i­dente del­la Regione Toscana, sot­toseg­re­tari vari, min­istri (tut­ti fir­matari dell’accordo, nota bene) han­no sbandier­a­to la loro “piena fidu­cia” nelle capac­ità e nel­la volon­tà di Cevi­tal e del suo pro­pri­etario Rebrab? Dove è sta­ta l’opera di vig­i­lan­za sul rispet­to delle sca­den­ze del piano, che avreb­bero dovu­to essere ver­ifi­cate trimes­tral­mente? Dove sono le con­tes­tazioni for­mali ai ritar­di, alle inadem­pien­ze?
L’altro ele­men­to emer­so dal­la dis­cus­sione è sta­ta la dichiarazione del com­mis­sario stra­or­di­nario ex-Luc­chi­ni Nar­di sul paga­men­to del TFR: ha garan­ti­to che con il salario di mar­zo (quin­di a fine aprile) ver­rà paga­to il TFR, ma solo ai lavo­ra­tori ex-Luc­chi­ni; per quel­li del­la ex-Luc­chi­ni Servizi non ci sono fon­di. Anco­ra una vol­ta situ­azioni cre­ate dal­la man­can­za di una seria inizia­ti­va sin­da­cale divi­dono i lavo­ra­tori. Come nel caso dei lavo­ra­tori dell’indotto, per i quali il sin­da­ca­to non ha mai aper­to una verten­za unica,coinvolgendo tut­ti i lavo­ra­tori del­la (allo­ra) Luc­chi­ni, ma si è lim­i­ta­to a trattare alla meno peg­gio ogni sin­go­lo caso, così oggi ci tro­vi­amo di fronte a una situ­azione di “figli e figlias­tri”. Eppure la soluzione, per­fet­ta­mente legale, esiste: il gov­er­no obb­lighi l’INPS a rispettare i suoi obb­lighi isti­tuzion­ali e ad antic­i­pare il dovu­to anche ai lavo­ra­tori per i quali l’impresa non ha effet­tua­to accan­ton­a­men­ti suf­fi­ci­en­ti.
Comunque, se da un pun­to di vista del­la sostan­za l’incontro è sta­to solo una dilazione, da altri pun­ti di vista è sta­to illu­mi­nante. Che qual­cosa non fos­se chiaro lo si è capi­to fin dal momen­to che è sta­to reso noto che all’incontro non avreb­bero parte­ci­pa­to i coor­di­na­tori del­la RSU: questi com­por­ta­men­ti pre­ludono sem­pre alla pre­sen­za di par­ti di dis­cus­sione ris­er­vati, da non divul­gare pres­so i lavo­ra­tori. In questo caso alla fine sono state divul­gate ed oggi sono alla conoscen­za di tut­ti.

  • La pre­oc­cu­pazione del gov­er­no (che ha coin­volto il sin­da­ca­to) è che, nel caso il gov­er­no annul­li il con­trat­to, Rebrab potrebbe aprire un con­tenzioso legale; a questo pun­to due sono le ques­tioni che si pon­gono:
    a. su quali basi Rebrab baserebbe il suo ricor­so alla mag­i­s­tratu­ra? Ci sono inadem­pien­ze del gov­er­no che lo gius­ti­fichi­no? Se si, quali? I lavo­ra­tori che (loro) non sono inadem­pi­en­ti han­no dirit­to a sapere!
    b. se le pre­oc­cu­pazioni del min­istro sono fon­date (e non abbi­amo motivi per dubitarne) sig­nifi­ca che i fir­matari dell’accordo han­no cre­ato per Piom­bi­no una situ­azione insosteni­bile: oggi siamo legati mani e pie­di ad un impren­di­tore (?) inaf­fid­abile e inadem­pi­ente.

NON SIAMO ALLANNO ZERO, SIAMO MOLTO PIÙ INDIETRO!

Nell’assemblea dei lavo­ra­tori tenu­ta il giorno suc­ces­si­vo all’in­con­tro l’atteggiamento di FIM, FIOM, UILM è sta­to quel­lo di sem­pre: “non dis­tur­bate il manovra­tore…”, spin­gen­do sem­pre più i lavo­ra­tori nel­la rasseg­nazione.
I lavo­ra­tori che aderiscono al Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG han­no pre­sen­ta­to delle pro­poste, che i rap­p­re­sen­tan­ti region­ali di FIM, FIOM, UILM non han­no pre­so in con­sid­er­azione e non han­no fat­to votare ai lavo­ra­tori:

  • che lo sciopero del 2 feb­braio sia uno sciopero gen­erale com­pren­so­ri­ale;
  • che si dichiari esauri­to il per­cor­so di Cevi­tal e che il gov­er­no ritorni a gestire la pro­duzione di acciaio;
  • se pro­prio non si vuol con­sid­er­are chiu­so, che almeno si fis­si una data ragionevol­mente ravvi­c­i­na­ta e che sia effet­ti­va­mente ulti­ma. RICORDIAMO CHE ILLUGLIO È ORMAI AD UN PASSO;
  • che par­tano imme­di­ata­mente i lavori per le infra­strut­ture stradali e fer­roviarie;
  • che par­tano le boni­fiche e che par­ta la for­mazione per i lavo­ra­tori da imp­ie­gare nelle stesse.

Lo sciopero e la man­i­fes­tazione del 2 feb­braio non pos­sono essere la soli­ta passerel­la con autorità e forze di gov­er­no che scar­i­cano tutte le respon­s­abil­ità su Rebrab per nascon­dere le loro, ma devono porre al cemtro i bisog­ni dei lavo­ra­tori e del­la comu­nità tut­ta, sen­za fare scon­ti a nes­suno.
Soprat­tut­to non può essere un momen­to iso­la­to e fine a se stes­so, ma deve essere l’inizio di una vas­ta cam­pagna di mobil­i­tazione, tesa da un lato a smascher­are le respon­s­abil­ità ed obbli­gare i fir­matari dell’accordo ad assumere deci­sioni con­seguen­ti. Dall’altro a met­tere insieme tutte le forze, tutte le intel­li­gen­ze, tutte le risorse per costru­ire tut­ti insieme un nuo­vo futuro per Piom­bi­no ed il suo com­pren­so­rio.

Coor­di­na­men­to Art.1 – Camp­ing CIG

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