Ospedale di Piombino di male in peggio
PIOMBINO 21 settembre 2019 — Con ogni provvedimento che la Regione adotta si aggravano i rischi per i pazienti.
Abbiamo appreso che l’azienda sanitaria ha comunicato al personale del Pronto Soccorso che dovrà seguire un corso di appena sei ore che, ad avviso di qualche benpensante, dovrebbe bastare a formare gli operatori per fronteggiare l’emergenza legata al parto e alle possibili patologie conseguenti, della donna e del nascituro. Mi domando a quale necessità risponda questo corso visto che il Pronto Soccorso ha a disposizione, almeno di giorno, personale specializzato per far fronte a questo tipo di esigenze. Significa che Piombino rimarrà totalmente sprovvista di ginecologi e ostetriche?
L’azienda e la Regione Toscana devono dare delle spiegazioni alla città: ben venga il dialogo e la concertazione per arrivare a un obiettivo finale, ben vengano tavoli tecnici per fronteggiare i problemi dell’ospedale di Piombino ma certamente non possiamo accettare che vengano apportati ulteriori tagli alle già precarie condizioni dell’ospedale, in particolare il Pronto Soccorso e il settore materno neonatale. Inoltre, è impensabile caricare i medici del Pronto Soccorso, settore già sotto organico, di ulteriore lavoro che, oltretutto, non compete loro: il momento del parto, come tutte le emergenze che potrebbero verificarsi prima e dopo, ha bisogno di medici specialisti. In questo modo stanno esponendo a gravi rischi la salute delle madri e dei loro bambini e stanno investendo il personale di una responsabilità che non è giusto debba sostenere.
Inoltre la chiusura del punto nascita ha fatto venire meno anche il supporto necessario durante tutta la gravidanza: non ci si può aspettare che una donna incinta debba andare a Cecina per i controlli necessari, che spesso negli ultimi giorni prima del parto sono quotidiani. Come, allo stesso modo, non si può chiedere al personale del 118 di prendersi la responsabilità di accompagnare una donna incinta in una condizione di emergenza all’ospedale di Cecina, quando la normativa impone di accompagnare i pazienti al Pronto Soccorso più vicino. Oltretutto, il trasporto di una donna in stato interessante è considerato un trasferimento speciale secondo la normativa regionale, ciò significa che è obbligatoria la presenza di uno specialista. Come si può pensare di garantire questo servizio se il nostro ospedale continua a essere svuotato di risorse e personale?
Senza contare le difficoltà logistiche di un trasferimento da Piombino, visto il problema del traffico sulla 398. La Regione Toscana deve rendersi conto che la generale operazione di depotenziamento che ha avviato negli ultimi anni mette a rischio la vita dei pazienti piombinesi. Che fine hanno fatto gli impegni che si era assunta? I novanta giorni (in realtà 60 giorni secondo la deliberazione della Giunta Regionale n. 846 dell’ 1 luglio 2019, ndr) che la Regione si era presa sono agli sgoccioli ma la situazione è ancora praticamente la stessa. Speriamo che, dal dialogo della Regione Toscana con questo nuovo governo, nasca un percorso virtuoso che abbia come obiettivo la riapertura del Punto nascita. Il Comune sta facendo il possibile per contribuire secondo le proprie competenze: abbiamo istituito una commissione consiliare per l’esame dei dati sulla salute della popolazione, formata anche da professionisti, così da avere un quadro più chiaro sull’incidenza delle varie patologie, in particolare quelle inquinamento dipendenti. Abbiamo sempre sostenuto che la presenza di patologie cardiache, respiratorie, tumorali e di malformazioni congenite sul nostro territorio siano in numero maggiore rispetto alle medie regionali e nazionali. La creazione di questa commissione ha un duplice scopo: in primis quello di verificare se a Piombino esiste veramente problema di salute, e poi, di fotografare la situazione attuale per poter verificare, negli anni successivi, se il trend va verso un miglioramento. A partire dalla lettura di questi dati potremo formulare richieste ancora più puntuali per il futuro dell’ospedale cittadino.
Dopo lo spegnimento dell’AFO , passiamo allo “spegnimento” dell’ospedale. Il sig. Rossi Enrico dice “Piombino deve tornare a colare acciaio” e intanto pensa a chiudere l’ospedale. Ottima mossa da prestigiatore, agitare la mano destra per non far vedere cosa fa la sinistra. Risultato: Piombino e non solo impoverirà ancor di più.
Al sindaco consiglio la lettura degli articoli del sig. Faggiani in particolare quelli dove riporta l’esempio, efficace, della rana bollita.