Ospedale unico Cecina/Piombino: cosa vuol dire?
PIOMBINO 20 maggio 2016 — L’analisi del recente report sulle performances sanitarie pubblicata dall’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali, mette in evidenza l’ottimo risultato degli ospedali di Piombino e Cecina che si attestano nei primissimi posti regionali per quello che concerne il trattamento di due patologie gravi quanto frequenti come l’ictus cerebrale e l’infarto del miocardio. Questo risultato dimostra quanto sia errato e superficiale l’assunto per cui i piccoli ospedali siano insicuri e vadano ridimensionati. Su tale asserzione fondamentalmente ruota la riforma regionale della sanità firmata Saccardi che, seguendo le linee guida del decreto Balduzzi, tende a ridistribuire le risorse sanitarie in base alla densità di popolazione, di fatto smantellando il servizio sanitario dei territori periferici, già di fatto notevolmente ridimensionato negli ultimi anni. Una politica sanitaria che si basi solo sulla densità abitativa senza tener conto altri fattori altrettanto importanti (come ad esempio la distanza dai centri erogatori di servizi sanitari fondamentali) sancisce definitivamente la distinzione tra cittadini toscani di serie A e d serie B. La costituzione di una rete ospedaliera tra Cecina e Piombino, che potrebbe rappresentare un rilancio della sanità nel nostro territorio, rimane un progetto in perenne fase di definizione e, nonostante i molteplici ed entusiasti messaggi provenienti dai politici e dagli amministratori locali del Partito Democratico, rimane, allo stato attuale, un vuoto contenitore in assenza di un vero contenuto. Ma è proprio su questa definizione che si gioca il futuro della Sanità nel nostro territorio. Se il concetto di rete ospedaliera sarà espresso come conservazione e potenziamento degli attuali servizi sanitari del territorio, che passi anche attraverso una sinergia tra nosocomi, con condivisione dei servizi che attualmente sono presenti solo in uno dei due ospedali, (anche attraverso l’utilizzo di vari strumenti come l’équipe sanitarie itineranti), tale opzione può costituire una risposta moderna e apprezzabile alle esigenze del territorio. Ma se, al contrario, il progetto della rete si attuerà attraverso la fusione di due ospedali in un unico presidio ospedaliero con i servizi dislocati in uno o nell’altro nosocomio, dimezzando di fatto l’offerta sanitaria pubblica locale, saremo di fronte all’ennesimo atto di ulteriore grave ridimensionamento, se non addirittura smantellamento della sanità del nostro territorio. Tale scelta aprirebbe nuovi scenari disastrosi. Da una parte infatti molti pazienti rinuncerebbero a curarsi, soprattutto per le difficoltà legate alla mobilità (si pensi, ad esempio, ai grandi anziani, utenti che hanno maggiore necessità di ricorrere alle cure mediche). Dall’altra verrebbero favorite le fughe verso altri ospedali, per cui molti pazienti, dovendo comunque muoversi, sceglierebbero altre strutture in cui curarsi, tenendo anche presente l’offerta qualitativa di grandi ospedali vicini come quelli di Pisa e Grosseto. Quest’ultimo aspetto, oltre che essere economicamente molto dispendioso, produrrebbe una consistente dispersione di pazienti e quindi una conseguente perdita di importanza e prestigio dei nostri ospedali, sancendo, di fatto, il loro inesorabile quanto definitivo declino. Il silenzio dei Sindaci PD del territorio sulla questione, sembrano evidenziare una totale sottovalutazione del problema o forse, peggio, l’incapacità di guidare un progetto di difesa e tutela della sanità locale in contrasto alla politica regionale, da sempre matrigna rispetto ai territori periferici. Ma è proprio sugli esiti di questa fondamentale battaglia che i nostri Sindaci si giocheranno la propria credibilità di amministratori e forse il loro futuro politico”.
Gianluigi Palombi è responsabile provinciale sanità di Forza Italia
Paolo Barabino è responsabile regionale enti locali di Forza Italia