Ospedali in rete senza soldi è una presa in giro

· Inserito in Spazio aperto
Giuliano Parodi

SUVERETO 9 aprile 2018 — La mon­tagna ha par­tori­to il topoli­no, ver­rebbe da com­mentare a lat­ere del prog­et­to di rior­ga­niz­zazione degli ospedali di Ceci­na e Piom­bi­no, pre­sen­ta­to dopo anni di stu­di da parte dell’Asl e del­la Regione Toscana il 28 mar­zo scor­so ai sin­daci, che l’11 aprile sarà pre­sen­ta­ta in assem­blea pub­bli­ca a Dono­rati­co ai cit­ta­di­ni.
Un fas­ci­co­let­to pieno di buoni proposi­ti figlio del pec­ca­to orig­i­nale ovvero il DM 70/2015, noto come decre­to Bal­duzzi, e il suo con­cet­to, a mio parere in con­trasto con l’art. 32 del­la Cos­ti­tuzione, di diver­si­fi­care l’offerta san­i­taria in pro­porzione al numero di abi­tan­ti dei Comu­ni dove un cit­tadi­no ha la for­tu­na o la sfor­tu­na di nascere. Sono anni che con­testo in prim­is la rifor­ma regionale del­la san­ità toscana che ha prodot­to ques­ta abor­to delle 3 ASL, aree vaste che non han­no prodot­to nes­sun ben­efi­cio nei servizi per i cit­ta­di­ni e tan­to meno rispar­mi , e in sec­on­do luo­go il famiger­a­to Bal­duzzi che obbli­ga a tagli e depoten­zi­a­men­to dei pre­si­di in virtù uni­ca­mente del numero di abi­tan­ti o delle per­for­mance otteni­bili.
Dalle poche pagine del prog­et­to, per quan­to riguar­da l’ospedale di Piom­bi­no, si evin­cono due cose: che il repar­to mater­nità già in dero­ga da anni, per­ché sec­on­do il min­is­tero non per­for­mante (con meno di 500 par­ti anno, é ormai a ris­chio di chiusura defin­i­ti­va e che la sala di emod­i­nam­i­ca, fon­da­men­tale come sal­vavi­ta per gli infar­ti vista la dis­tan­za supe­ri­ore all’ora del baci­no di uten­ti servi­to  per rag­giun­gere Livorno o Gros­se­to, teori­ca­mente si potrebbe fare a Piom­bi­no (non ser­vivano anni di stu­dio per capir­lo, bas­ta­va dare un occhi­a­ta alla posizione dell’ospedale di Vil­la­ma­ri­na e i chilometri che lo sepra­no dalle sale emod­i­namiche esisten­ti). Ma al di là dei buoni proposi­ti indi­cati dall’ASL bas­ta poi dare un occhi­a­ta al report prodot­to sul­la rete d’infarto per capire che sono molte le prob­lem­atiche per la sua real­iz­zazione. Bas­ta citarne alcune tutte col­le­gate sem­pre all’anticostituzionale decre­to Bal­duzzi:

  • non rag­giung­i­men­to dei volu­mi indi­cati nel doc­u­men­to GISE (il DM 70/2015 prevede almeno 250 pro­ce­dure /anno, di cui 30% per IMA-STE, obi­et­ti­vo di angio­plas­tiche in IMA-STE che potrebbe non essere rag­giun­to),
  • gli stan­dard indi­cati nel DM 70/2015 preve­dono 4 unità di emod­i­nam­i­ca com­p­lessi­va­mente in area vas­ta a fronte delle 5 attual­mente esisten­ti,
  • in base agli stan­dard indi­cati nel DM 70/2015 nelle ex Ausl 6 di Livorno, che con­ta un baci­no di cir­ca 350mila abi­tan­ti, sarebbe pre­vista una sola emod­i­nam­i­ca.

Det­to questo sic­come la polit­i­ca è fare scelte anche in dero­ga ai rego­la­men­ti nel momen­to in cui si crede nel­la neces­sità di fare inter­ven­ti per i cit­ta­di­ni, mi auguro al prossi­mo incon­tro sul tema l’ASL e la Regione Toscana affi­anchi­no ai buoni proposi­ti le risorse che inten­dono inve­stire già a par­tire dal 2018.
Le urgen­ze per l’ospedale di Vil­la­ma­ri­na sono

  • lo sposta­men­to del pron­to soc­cor­so e la breve osser­vazione in locali idonei,
  • la cresci­ta delle attiv­ità di chirur­gia, orto­pe­dia, otori­no, urolo­gia, oculis­ti­ca con la creazione delle­U­nità Oper­a­tive Dipar­ti­men­tali,
  • il poten­zi­a­men­to del­la diag­nos­ti­ca,
  • la prog­et­tazione del­la sala emod­i­nam­i­ca.

Si trat­ta di inter­ven­ti che richiedono la mes­sa a bilan­cio da parte dell’azienda di qualche mil­ione di euro. Se ciò sara’ fat­to conc­re­ta­mente come sin­da­co sarò ben lieto di accettare il prog­et­to di rior­ga­niz­zazione così come ce lo han­no con­seg­na­to, ma se non c’è cop­er­tu­ra finanziaria ques­ta oper­azione è sola­mente fumo negli occhi per i sin­daci e i cit­ta­di­ni.

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