Pannicelli caldi” che non rilasciano opportunità

PIOMBINO 30 mag­gio 2016 — Che i lavori di pub­bli­ca util­ità siano stru­men­ti assis­ten­ziali e non stru­men­ti per politiche attive del lavoro fat­te per aiutare i dis­oc­cu­pati a trovare o creare lavoro si sa da tem­po. Almeno dal­la fine  del­l’es­pe­rien­za più che fal­li­menta­re che si è trasci­na­ta dagli anni ottan­ta  fino alla fine degli anni novan­ta, quan­do il gov­er­no fu costret­to a incen­ti­vare lo svuo­ta­men­to del baci­no dei “lavo­ra­tori social­mente utili” dato il richi­amo del­la  Corte di gius­tizia euro­pea.
Il pres­i­dente del­la Regione Toscana, Enri­co Rossi, li con­sid­era invece come l’u­ni­co stru­men­to, ancorché lim­i­ta­to, per affrontare il prob­le­ma del­la dis­oc­cu­pazione delle aree di crisi e non solo dichiaran­do esplici­ta­mente: «…Per ora pos­si­amo solo met­tere pan­ni­cel­li cal­di sul prob­le­ma, pro­po­nen­do lavori di pub­bli­ca util­ità, a 500 euro al mese, negli enti pub­bli­ci, a chi è sen­za red­di­to. A chi li ritiene provved­i­men­ti da assis­ten­zial­is­mo, auguro di trovar­si in quelle stesse con­dizioni…».
Las­ci­amo da parte l’anatema (lan­cia­re anate­mi è diven­ta­to ormai una moda dal­la quale sem­bra non si pos­sa pre­scindere) e las­ci­amo pure da parte la coren­za con quel­la parte del jobs act teso a creare in Italia politiche attive di ricer­ca e costruzione del lavoro sos­ti­tu­tive del­l’as­sis­ten­zial­is­mo del pas­sato. Vedi­amo  in cosa si tra­duce conc­re­ta­mente la volon­tà del pres­i­dente.
Ce lo con­sente la recente approvazione da parte del­la Regione Toscana dell’ avvi­so per la pre­sen­tazione di prog­et­ti volti alla real­iz­zazione di opere e servizi di pub­bli­ca util­ità dal­la cui let­tura si apprende che

  • l’ obi­et­ti­vo è quel­lo di favorire l’occupabilità di sogget­ti svan­tag­giati nel mer­ca­to del lavoro e di con­trastare la dis­oc­cu­pazione di lun­ga dura­ta attra­ver­so l’at­tuazione di inizia­tive final­iz­zate all’impiego tem­po­ra­neo e stra­or­di­nario in lavori di pub­bli­ca util­ità,
  • des­ti­natari degli inter­ven­ti sono i dis­oc­cu­pati iscrit­ti al Cen­tro per l’impiego che abbiano esauri­to il peri­o­do di cop­er­tu­ra degli ammor­tiz­za­tori sociali o ne siano sprovvisti, siano sprovvisti di trat­ta­men­to pen­sion­is­ti­co e siano inter­es­sati da licen­zi­a­men­to o da ces­sazione del rap­por­to di lavoro.

I prog­et­ti pre­sen­tati da pub­bliche ammin­is­trazioni devono essere carat­ter­iz­za­ti di stra­or­di­na­r­i­età e tem­po­raneità e riguardare ambiti di inter­ven­to come

  • val­oriz­zazione del pat­ri­mo­nio ambi­en­tale, tutela degli asset­ti idro­ge­o­logi­ci, bonifi­ca delle aree indus­tri­ali dismesse e inter­ven­ti di bonifi­ca dal­l’amianto;
  • val­oriz­zazione del pat­ri­mo­nio pub­bli­co urbano, extrau­r­bano e rurale, com­pre­sa la rel­a­ti­va manuten­zione stra­or­di­nar­ia;
  • val­oriz­zazione dei beni cul­tur­ali e artis­ti­ci anche medi­ante l’attività di sal­va­guardia, pro­mozione,
  • alles­ti­men­to e cus­to­dia di mostre rel­a­tive a prodot­ti, ogget­ti, attrez­za­ture del ter­ri­to­rio, nonché riordi­no o recu­pero e val­oriz­zazione di beni archivis­ti­ci, librari e artis­ti­ci di inter­esse stori­co e cul­tur­ale;
  • riordi­no stra­or­di­nario di archivi e recu­pero di lavori arretrati di tipo tec­ni­co o ammin­is­tra­ti­vo;
  • attiv­ità ausil­iarie di tipo sociale a carat­tere tem­po­ra­neo.

Pos­sono pre­sentare prog­et­ti gli enti pub­bli­ci o i parte­nar­iati pub­bli­co-pri­va­to.
Per i prog­et­ti che riguardano i Comu­ni di Piom­bi­no, Campiglia, San Vin­cen­zo, Suvere­to e Sas­set­ta, Livorno, Colle­sal­vetti, Rosig­nano e tut­ti quel­li del­la Provin­cia di Mas­sa Car­rara la Regione mette a disp­po­sizione 2.500.000 euro. Gli enti che pre­sen­tano i prog­et­ti devono a loro vol­ta met­tere 1.346.153 euro per­ché il loro cofi­nanzi­a­men­to obbli­ga­to­rio è pari al 35%.
La Regione finanzia una quo­ta fis­sa pari a 6.500 euro del cos­to del lavoro di ogni lavo­ra­tore assun­to con un impeg­no orario set­ti­manale di 20 ore e una dura­ta con­trat­tuale di 12 mesi, ogni ente 3.500 euro.
Tra l’ente pub­bli­co ed i des­ti­natari sono instau­rati rap­por­ti di lavoro sub­or­di­na­to a tem­po deter­mi­na­to per una dura­ta mas­si­ma di dod­i­ci mesi.
Ammes­so dunque che tut­ti i prog­et­ti duri­no un anno c’è la pos­si­bil­ità di impeg­nare in lavori di pub­bli­ca util­ità 250 dis­oc­cu­pati per un anno nelle aree che abbi­amo det­to.
Gli iscrit­ti allo sta­to di dis­oc­cu­pazione nei cen­tri per l’impiego di Livorno, Rosig­nano, Piom­bi­no e Mas­sa Car­rara il 31 dicem­bre 2015 era­no 99.009:

disoccupazione al 31 dicembre 2015

Per avvic­i­nar­ci ancor di più alla tipolo­gia dei dis­oc­cu­pati che pos­sono accedere ai prog­et­ti di pub­bli­ca util­ità pren­di­amo solo quel­li di età supe­ri­ore a 39 anni. Arriv­i­amo a un numero pari a 64.161:

disoccupati superiori a 39 anni

È evi­dente la dis­tan­za che inter­corre tra il totale dei dis­oc­cu­pati e il numero di quel­li imp­ie­ga­bili nei lavori di pub­bli­ca util­ità.
La doman­da è se questi finanzi­a­men­ti più profi­cua­mente potreb­bero essere uti­liz­za­ti in politiche attive del lavoro e le esi­gen­ze di assis­ten­za che esistono essere affrontate con inter­ven­ti mirati, per­son­al­iz­za­ti e indi­vid­u­al­iz­za­ti in base ai sin­goli e diver­si bisog­ni nel­l’am­bito delle politiche sociali.

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