Parchi: in Val di Cornia la follia detta le delibere

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SAN VINCENZO 17 mar­zo 2014 — La fol­lia ormai det­ta le delibere e non c’è nul­la che fer­mi ques­ta deri­va. Men­tre Campiglia por­ta in Con­siglio Comu­nale un con­trat­to di ges­tione di un anno, Piom­bi­no ne appro­va uno com­ple­ta­mente diver­so del­la dura­ta di tre anni e San Vin­cen­zo, sen­za rac­con­tare nul­la in Con­siglio, appro­va in Giun­ta un rin­no­vo di un solo anno.
Quan­do la visione ammin­is­tra­ti­va si fer­ma al con­fine comu­nale nel­la ridi­co­la prete­sa di farcela da soli, si arri­va a sim­ili assur­di. Servirebbe un prog­et­to coer­ente, forte e di lun­go respiro sul nos­tro pat­ri­mo­nio cul­tur­ale, pae­sag­gis­ti­co e arche­o­logi­co. Chi nega ques­ta evi­den­za fa com­piere enor­mi pas­si indi­etro al nos­tro ter­ri­to­rio. Inutile par­lare di sis­tema pro­dut­ti­vo, di miglio­ra­men­to dei servizi, di desta­gion­al­iz­zazione o di diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca se non si riesce nem­meno a rispettare la con­ven­zione di una Soci­età di pro­pri­età dei comu­ni e non ci si mette d’ac­cor­do su un con­trat­to di servizio.
La pos­si­bil­ità di pro­muo­vere la Val di Cor­nia con le ric­chezze dei comu­ni di San Vin­cen­zo, Campiglia, Suvere­to, Sas­set­ta e Piom­bi­no è fon­da­men­tale e dovrebbe essere allarga­ta ad altri comu­ni lim­itrofi. Ma questi ragion­a­men­ti sono trop­po com­p­lessi, forse, per chi oggi ci ammin­is­tra.
La delib­era di Giun­ta n°28 del 19/2 chiarisce bene la caratu­ra dell’Amministrazione san­vin­cen­z­i­na: rin­novi­amo il con­trat­to per un anno per­ché ci sono le elezioni. Nel frat­tem­po Piom­bi­no rin­no­va il con­trat­to per tre anni, e in quel con­trat­to il con­trib­u­to da ver­sare a cari­co dei comu­ni non è più mis­ura­to in base ai res­i­den­ti, come prevede la con­ven­zione, ma su una media tra res­i­den­ti, pre­sen­ze tur­is­tiche e cen­tri di spe­sa.
La soci­età, che avrebbe potu­to rap­p­re­sentare una oppor­tu­nità di lavoro per molti cit­ta­di­ni del­la zona e lo stru­men­to per man­tenere alte le pre­sen­ze tur­is­tiche anche in pri­mav­era, viene sman­tel­la­ta sen­za prospet­tive alter­na­tive. Le buf­fonate sul prog­et­to di mar­ket­ing si sono riv­e­late per quel­lo che era­no: scioc­chezze usate come diver­sivi men­tre Piom­bi­no sot­trae­va alla Soci­età gli introiti dei parcheg­gi di Ster­pa­ia e Barat­ti.
I tem­pi in cui la soci­età si aut­o­fi­nanzi­a­va sono ormai lon­tani. La Parchi è diven­ta­ta una muc­ca da mun­gere per il comune di Piom­bi­no e da nutrire per i comu­ni del­la Val di Cor­nia. Ovvi­a­mente ques­ta situ­azione è insosteni­bile ma è solo rimuoven­do le cause che l’hanno deter­mi­na­ta che si può sper­are di capo­vol­ger­la. A far pre­cip­itare la situ­azione è sta­to lo sciogli­men­to del Cir­con­dario che non è sta­to sos­ti­tu­ito da nul­la. In questo regime il più grande ha sovras­ta­to il più pic­co­lo (nel caso di San Vin­cen­zo il Sin­da­co è sta­to con­sen­ziente), col risul­ta­to che ciò che anda­va preser­va­to nell’interesse pub­bli­co, sta per essere dis­si­pa­to.
In realtà c’è la volon­tà di elim­inare la Parchi per sos­ti­tuir­la con il nul­la. L’urgenza è invece quel­la di rifor­mar­la per far­la tornare ai liv­el­li d’aut­o­fi­nanzi­a­men­to del 2007.

Nico­la Berti­ni, Forum del Cen­trosin­is­tra per San Vin­cen­zo

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