Parchi: meno costi, più sviluppo ed i partiti fuori

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PIOMBINO 28 set­tem­bre 2015 — Il noc­ci­o­lo che ruo­ta intorno al futuro del­la Soci­età dei Parchi è esclu­si­va­mente politi­co e richiede l’assunzione di respon­s­abil­ità pre­cise ver­so i cit­ta­di­ni. Non c’è cosa peg­giore, infat­ti, per un ter­ri­to­rio in fase di trasfor­mazione come il nos­tro che tirare a cam­pare e non decidere.
La Soci­età dei Parchi è nata come sup­por­to all’innovazione del nos­tro mod­el­lo di svilup­po: la sua mis­sione era gestire i beni cul­tur­ali, arche­o­logi­ci e ambi­en­tali del ter­ri­to­rio con risorse pub­bliche, ma anche pri­vate, rica­vate da una serie di attiv­ità (con­ces­sioni dema­niali, ges­tione dei parcheg­gi e servizi) prove­ni­en­ti diret­ta­mente dal set­tore tur­is­ti­co, set­tore nel quale la soci­età ha gio­ca­to un ruo­lo di pro­mozione e val­oriz­zazione del ter­ri­to­rio impor­tante. L’obiettivo era quel­lo di ridurre nel tem­po le risorse pub­bliche a cari­co dei Comu­ni per gestire tut­to il sis­tema e favorire la cresci­ta di un’economica tur­is­ti­ca autono­ma dal­la soci­età.
In nome di questo obi­et­ti­vo il Pd ha sem­pre dife­so la Parchi, ma oggi, pos­si­amo dir­lo, siamo ben lon­tani dal rag­giunger­lo. E allo­ra, vis­to che i Comu­ni non han­no nes­sun obbli­go, ha anco­ra sen­so tenere in pie­di una Soci­età con queste carat­ter­is­tiche?
È ques­ta la doman­da alla quale dob­bi­amo rispon­dere.
Se la rispos­ta è affer­ma­ti­va occor­rono scelte con­seguen­ti. Noi pro­poni­amo che ven­ga redat­to un piano azien­dale che pun­ti al pareg­gio di bilan­cio in tem­pi ragionevoli, nel quale siano indi­cate con pre­ci­sione le nuove fonti di red­di­to pos­si­bili. Un piano che scel­ga di ridare alla Parchi la ges­tione dei parcheg­gi; che preve­da la ges­tione di attiv­ità esisten­ti sit­u­ate sul demanio marit­ti­mo coer­en­ti con il tur­is­mo, la nau­ti­ca e servizi; che immag­i­ni negli stru­men­ti urban­is­ti­ci la pre­vi­sione di nuove attiv­ità tur­is­tiche da affi­dare alla ges­tione del­la Soci­età; un piano di ristrut­turazione azien­dale, insom­ma, coer­ente con la sua mis­sione.
Se, invece, la rispos­ta è neg­a­ti­va allo­ra si lavori per scor­po­rare la parte “tur­is­ti­ca” del­la Soci­età dal­la ges­tione dei beni cul­tur­ali e arche­o­logi­ci. Si costru­is­ca una pro­ce­du­ra di evi­den­za pub­bli­ca dove far emerg­ere imp­rese, coop­er­a­tive di gio­vani, e sogget­ti pri­vati che si can­di­dano a gestire le attiv­ità di natu­ra com­mer­ciale, che lavorino sul­la pro­mozione tur­is­ti­ca e sul­la rete di imp­rese, apren­do spazi per nuo­va impren­di­to­ri­al­ità nel set­tore. E si las­ci alla Parchi la sola ges­tione dei beni cul­tur­ali e dei parchi arche­o­logi­ci.
La nom­i­na degli ammin­is­tra­tori del­la soci­età viene dopo, per­ché è con­seguente a ques­ta scelta. In ogni caso non sono i par­ti­ti a dover­sene occu­pare, ma i sin­daci nel­la loro autono­mia. Ci auguri­amo lo fac­ciano in modo traspar­ente, con pro­ce­dure di evi­den­za pub­bli­ca in cui si val­u­tano i cur­ricu­lum delle per­sone, sceglien­do il mer­i­to e la com­pe­ten­za.

Comi­ta­to pro­mo­tore Cos­ta Toscana#CambiaVerso

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