Questa volta il Pd si divide: Orlando o ancora Renzi?
PIOMBINO 12 marzo 2017 – Questa volta, in casa Pd, una novità ci sarà di certo. Finora i quadri di riferimento della federazione Piombino — Val di Cornia — Elba si sono comportati come un sol uomo: tutti compattamente schierati dalla parte risultata poi vincente. È successo con i congressi del 2009 e del 2013.
Con il prossimo appuntamento, invece, accanto ai festeggianti sul carro del trionfo, si dovranno contare, a terra e delusi, i gruppetti dei perdenti.
In questi giorni di aspre contese “familiari” si parla poco e poco approfonditamente dei programmi e delle linea di intervento mentre lo spazio politico viene occupato dalle tattiche, dagli schieramenti e dalle collocazioni di cui, anche noi, cerchiamo alla meglio di dare, qui, conto.
I candidati alla segreteria nazionale
Come ormai tutti sanno, i candidati alla segreteria nazionale del Pd sono tre. Il primo è Matteo Renzi, segretario uscente e premier recente. Lo danno per favorito ma per ora di favori ne sta avendo pochi. Nel momento meno adatto è stato investito infatti da una bufera, dall’esito imprevedibile, che — brutta cosa – lo sta travolgendo anche negli affetti più cari. Il secondo è personaggio di apparato, ministro conosciuto ma mai uomo illuminato a giorno dai riflettori degli studi televisivi. Andrea Orlando viene da La Spezia dove ha bazzicato fin dall’età dei pantaloni corti le sezioni e poi la federazione del Pci. È stato leader dei giovani comunisti e poi anche di quelli più anziani al vertice federale. Nel tempo, che non si è concesso neanche per chiudere i propri studi universitari, è passato attraverso tutte le sigle dei figli “legittimi” del vecchio Pci: Progressisti, Pds, Ds e Pd. Di fatto ha palesato le proprie intenzioni a candidarsi da Bruno Vespa per poi presentarsi come una sorta di Svizzera non precisamente allineata, un terra franca, buona per riunire le anime diverse del partito e financo quelle dei fuggitivi che hanno mollato la tessera: Rossi, Bersani, Speranza, D’Alema e via abbandonando. Ruolo che, invero, al pacato e poco effervescente Orlando si addice perfettamente. Al punto che, alla fine, ha attratto anche molti che, una volta seguaci delle annunciate e mai realizzate rottamazioni, si sono oggi stancati delle tante grida alte e dei molti risultati bassi.
Del terzo candidato diciamo quel che dicono gli addetti ai lavori. Ovvero che non ci doveva essere, essendo tra i cantori, con Rossi ecc., di melodie rivoluzionarie. C’è invece per improvvisa decisione ma, almeno in Val di Cornia, non si riesce a vedere nonostante la imponente mole. Nelle ultime pagine dei taccuini i cronisti hanno riportato per dovere, anche il suo nome: Michele Emiliano che – non pensate ad un piatto di tagliatelle — è pugliese e pure magistrato dalle dimissioni richieste da tanti ma alle quali lui, in aspettativa, neanche pensa.
Queste sono le opzioni per i dirigenti locali e, come si diceva una volta, anche per le masse popolari del Partito democratico di Piombino, Elba e Val di Cornia.
Quelli della tessera riconsegnata
Il presidente Rossi, in zona, è stato osannato a lungo ai tempi della Concordia che nessuno ha visto arrivare; ha incensato più di recente il suo amico Rebrab, quello dell’annuncio di due forni elettrici nuovi e dell’addio all’altoforno vecchio, venduto in Internet. Quando, però, il Governatore ha deciso di riconsegnare le credenziali, quelli dei vecchi consensi si sono ben guardati dal cavare le loro tessere dal portafoglio. E oggi, nonostante l’ultima visita piombinese, non c’è notizia, in Val di Cornia, di qualcuno che si esaurisca in applausi scroscianti per Enrico Rossi e meno che mai per il giovane Speranza. Per non parlare poi di Bersani e soprattutto di D’Alema, un antico amore finito in divorzio senza esclusione di colpi. Ed anzi ricco di colpi di scena.
Trattando dei candidati non facciamo sosta sul nome di Emiliano del quale, poco sopra, si è già detto.
Di battaglia invece conviene parlare riferendosi all’ex rottamatore ed al ministro di La Spezia che qualche burlone toscano ha già bollato con un soprannome debolmente curiale: “Pretino rosso”. Lui, che è uomo di spirito, non fa caso alle battute e prosegue neanche scalfito.
I precedenti del 2009 e del 2013
Nel 2009 in gara erano Bersani, Franceschini e Marino. In Val di Cornia ci fu poca storia. Tutta la nomenclatura del partito, i sindaci, gran parte del mondo sindacale e via cantando si schierarono compattamente per il leader piacentino che vinse con il 58,83 per cento. Gli altri restarono al palo, secondo una scontata previsione.
Quattro anni dopo, con il congresso del 2013, gli orchestrali suonarono la stessa musica. Tutti uniti questa volta col volto relativamente nuovo di Gianni Cuperlo, chiamato a giocarsela con Matteo Renzi, Pippo Civati e l’outsider, Gianni Pittella.
Cuperlo, ex segretario della Federazione giovanile comunista, considerato allora vicino a Massimo D’Alema, è personaggio tutto di un pezzo, dai tratti e dall’eloquio squisitamente teutonici. La sua preparazione non si discute come non si discute la scarsa simpatia che, a pelle, un uomo del genere riscuote nell’estroversa provincia toscana.
Forse abbiamo esagerato ma di certo esagerarono anche i quadri del Pd. In un documento prodotto dalla federazione il 7 novembre 2013 si lesse:
“Nella prima riunione del Comitato a sostegno di Gianni Cuperlo, oltre al Segretario della Federazione PD Valerio Fabiani che l’ha introdotta ribadendo il suo convinto sostegno a Cuperlo, hanno partecipato molti militanti e personalità locali del partito, fra queste il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi, il deputato di zona Silvia Velo, il Consigliere regionale Matteo Tortolini, i segretari territoriali del Pd Ettore Rosalba (Piombino), Claudio Cerrini (Campiglia) e Lorenzo Lambardi (Elba). Fra gli altri che non hanno potuto partecipare ma che sosterranno Cuperlo sul territorio ci sono anche il commissario dell’Autorità Portuale Luciano Guerrieri, il deputato e membro della segreteria nazionale del Pd Andrea Manciulli e altri sindaci e assessori del territorio come Rossana Soffritti Sindaco di Campiglia, Massimo Bandini e Elisa Cecchini assessori a San Vincenzo”.
Mai localmente esercito era stato più compatto e più consistente dalla morte del Pci. La convinzione di vincere era grande, i timori di un successo renziano contenuti e la pattuglia locale, schierata col rottamatore, confinata sufficientemente ai margini.
Ma attenzione. A Piombino, soprattutto negli ultimi tempi, non raramente si è puntato sul cavallo sbagliato. E quella volta fu così. Matteo Renzi divenne segretario nazionale del Pd col 67,55 per cento dei consensi e la federazione di un comprensorio toscano, da sempre in linea con i sommi vertici del partito, si ritrovò in minoranza rispetto ad segretario toscano appena scelto nel Paese.
E oggi? La lezione del 2013 non è stata dimenticata. Magari sono state dimenticate vecchie appartenenze: così la vecchia convergenza dei consensi è stata rottamata e le divisioni hanno prodotto vere e proprie correnti che assai ricordano quelle dell’antica Dc, compresi i colpi non proprio alti sparati da un parte all’altra.
Quelli di Orlando
Secondo le notizie che popolano i giornali e che riferiscono di “convinte adesioni” abbiamo una sostegni per candidatura Orlando un po’ più marcatamente istituzionali.
Nel senso che la appoggia una grande parte dei vertici federali del partito dal segretario Valerio Fabiani, nominato recentemente coordinatore regionale della mozione del ministro della giustizia, il vice di Fabiani, il suveretano Francesco Lolini, per passare ai sindaci di Campiglia Marittima e pare anche di Piombino Massimo Giuliani con diversi assessori al seguito (Alberta Ticciati di Campiglia Marittima, Claudio Capuano, Marco Chiarei, l’ex Anna Tempestini, oggi presidente della Pubblica assistenza, e poi Margherita Di Giorgi e, Ilvio Camberini di Piombino). In testa a tutti, sostenitrice dalla prima ora, è il sottosegretario all’ambiente Silvia Velo, giovane turca da sempre, addirittura attiva nella campagna elettorale nazionale di Andrea Orlando. Con lo spezzino sono anche diversi dirigentini di unioni comunali e sezioni come il piombinese Ettore Rosalba e il venturinese Claudio Cerrini.
Quelli di Renzi
I seguaci di Renzi sono indubbiamente più variegati e contano e puntano su una base pronta a sostenere ancora l’ex sindaco di Firenze. Una riunione qualche sera, finita con foto in Facebook, ha messo a contatto dopo un lungo periodo di lontananza, personaggi che hanno avuto un ruolo importante nel partito e nelle istituzioni. Se la Velo guida la truppa orlandiana, il “generale” sul campo dei renziani è l’ex sindaco ed oggi consigliere regionale Gianni Anselmi. Su posizioni assai diverse dal 2013, egli ha trovato, come ha scritto su Facebook, un “perimetro valoriale condiviso”, nell’ultimo appuntamento al Lingotto.
Orientati verso il Matteo fiorentino sono gruppi consistenti provenienti da Suvereto, feudo renziano di lungo corso e da lungo tempo in rotta con la federazione (spiccano i nomi del segretario locale, voluto da molti e contestato dai dirigenti forestieri piombinesi, Massimo Tosi, dei consiglieri comunali Dell’Agnello e Mannari).
E a Suvereto è già nato il Comitato elettorale per sostenere l’ex premier. A presiederlo è stato chiamato Angelo Pagliaro con vice Dell’Agnello e Tosi.
A San Vincenzo decisiva è stata l’azione dell’assessore Massimiliano Roventini, renziano da sempre. Con lui si sono schierati il sindaco Massimo Bandini e pare alcuni altri quadri locali.
A Campiglia guasta la festa della giunta in prevalenza orlandiana, l’assessore Viola Ferroni, anche lei fermamente legata alle posizioni dell’ex premier.
Di rilievo la presenza di Matteo Tortolini, ex consigliere regionale, renziano dopo un periodo di silenzio per la discussa e discutibile scelta delle candidature nelle ultime elezioni regionali da parte della federazione. Nella truppa anche Marco Macchioni già alla testa dell’Atm. Scontata poi l’adesione di Carla Maestrini, uno dei leader renziani della primissima ora; apprezzata in passato ma oggi con un sostegno minore da parte della base. A Piombino anche i nomi del presidente del consiglio comunale Angelo Trotta e dei consiglieri Lucrezia Della Lena, Michela Corsini, Valerio Pietrini, compagno di traversata di Fabiani ai tempi della dimostrazione circa le presunte difficoltà marittime del trasporto della Concordia a Genova. Da segnalare l’approdo renziano dello storico parlamentare comunista, nonché sindaco anche lui, Enzo Polidori. Ed ancora le adesioni di Cinzia Cioncoloni e Dario Ballini, responsabili di importanti settori in seno alla federazione. Il deputato Andrea Manciulli completa poi la compagnia piombinese.
Con il rottamatore anche Sasseta dove ha sempre giocato un ruolo decisivo Saverio Baldassarri, già sindaco e indiscusso capopopolo. Per Renzi si sono schierati tra gli altri il sindaco Luciano Cencioni e la consigliera comunale Eleonora Lorenzelli.
Assai defilato e in altre faccende affaccendato è infine l’ex sindaco ed ex commissario all’autorità portuale Luciano Guerrieri che, per ora, non ha partecipato a specifiche iniziative di parte anche se i beni informati prevedono che, intervenendo ovviamente al congresso, alla fine si schiererà con Renzi.