Pd e Regione ringraziano Sbrilli, esperto in cave

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PIOMBINO 8 mar­zo 2016 — La polit­i­ca che scam­bia le isti­tuzioni con il par­ti­to e ne fa luo­go di risoluzione dei pro­pri prob­le­mi interni non finisce mai di stupire. In questo il nuo­vo cor­so del Pd altro non è che la riedi­zione, aggra­va­ta, delle peg­giori pratiche politiche del­la pri­ma repub­bli­ca. Non abbi­amo mai espres­so val­u­tazioni su Luca Sbril­li per­ché il prog­et­to dei parchi è sta­to inde­boli­to pri­ma di tut­to dai Comu­ni. La sua respon­s­abil­ità è sta­ta quel­la di assec­on­dare, sen­za mai fiatare, le deci­sioni arbi­trarie dei Sin­daci, anche quan­do anda­vano con­tro ogni log­i­ca di buona con­duzione del­la soci­età di cui era pres­i­dente, tra cui quel­la che ha vis­to sot­trarre arbi­trari­a­mente dal Comune di Piom­bi­no 1,2 mil­ioni di euro dal bilan­cio del­la Parchi.
La scelta del Pres­i­dente Rossi di nom­i­narlo come esper­to nel­la «com­mis­sione regionale per la val­u­tazione del­la com­pat­i­bil­ità pae­sag­gis­ti­ca delle cave» get­ta un’ombra anco­ra più pesante sul­la sua pres­i­den­za.
Intan­to i tem­pi. La sua nom­i­na nel­la com­mis­sione regionale avviene subito dopo la fine, antic­i­pa­ta, del suo manda­to come pres­i­dente delle soci­età Parchi. Tem­p­is­mo per­fet­to, di cui godono solo col­oro che ser­vono la polit­i­ca, ma non i pro­fes­sion­isti e i cit­ta­di­ni comu­ni.
Poi il pro­fi­lo. Luca Sbrili è sta­to pres­i­dente di una soci­età che ha come mis­sione quel­la di val­oriz­zare pat­ri­mo­nio cul­tur­ale e pae­sag­gis­ti­co. Ved­er­lo nom­inare in una com­mis­sione regionale come «esper­to in mate­ria di escav­azioni e attiv­ità estrat­tive» des­ta non poche per­p­lessità. Per la ver­ità in questo c’è una cer­ta con­ti­nu­ità, vis­to che quan­do venne nom­i­na­to pres­i­dente del­la Parchi era mem­bro del col­le­gio comu­nale che dove­va con­trol­lare le cave campigliesi, com­pre­sa quel­la che ave­va reso inac­ces­si­bile una parte del par­co di San Sil­ve­stro per spari di mine, mai più ria­per­ta al pub­bli­co.
Infine il mer­i­to e l’autonomia. Non ce n’era bisog­no, ma ques­ta vicen­da evi­den­zia come per il Pd mer­i­to, com­pe­ten­ze e capac­ità man­age­ri­ale nel­la ges­tione delle aziende pub­bliche ven­gono sem­pre dopo, o addirit­tura mai. Ciò che con­ta davvero è l’obbedienza ai bisog­ni del­la polit­i­ca che, come purtrop­po doc­u­men­tano i fat­ti, non sem­pre coin­cide con la buona ammin­is­trazione dei servizi pub­bli­ci e con gli inter­es­si dei cit­ta­di­ni. E la polit­i­ca (quel­la cat­ti­va), quan­do può, ringrazia e acco­mo­da.

Comune dei Cit­ta­di­ni

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