PD preferisce il Phalesia al consiglio comunale
PIOMBINO 24 febbraio 2018 — Ieri, il sindaco Massimo Giuliani ha aggiornato i consiglieri con le informazioni a sua disposizione circa la trattativa tra Aferpi e Jindal in ordine alla cessione delle acciaierie di Piombino e ha spiegato che il ministro Calenda è stato uno degli attori protagonisti della vicenda.
Nel merito il gruppo di Rifondazione Comunista ha presentato una mozione d’ordine con cui chiedeva, attesa la sua presenza in città, che il ministro Calenda venisse invitato in consiglio comunale a illustrare meglio le pieghe della trattativa fra Aferpi e Jindal.
Hanno votato a favore della mozione di Rifondazione Comunista, anche Un’Altra Piombino, M5S, Ascolta Piombino, Spirito Libero e Sinistra per Piombino. Forza Italia non era presente. Il Partito Democratico si è astenuto. La mozione è stata quindi approvata.
Non abbiamo avuto notizie sugli esiti della richiesta.
Alla ripresa dei lavori del consiglio, alle 15,30, non c’era ancora il numero legale, perché erano presenti solo due consiglieri del PD e nessun altro. Quindi la sessione pomeridiana non ha avuto luogo, né per ottenere una risposta da Calenda, né per discutere tutti i documenti all’ordine del giorno.
Probabilmente tutti i membri della maggioranza avranno ritenuto più importante andare a sentire il ministro Calenda nell’incontro programmato dal loro partito. Il problema è il valore che il PD assegna alle istituzioni, che sembra essere quello di una sovrastruttura destinata a funzionare a uso e consumo dei loro scopi e non della comunità, come invece dovrebbe essere.
Come era assolutamente giusto che il ministro, che sta conducendo la trattativa della cessione di Aferpi, venisse a dire in consiglio comunale cosa sta succedendo in merito alla sorte dei Piombinesi, così è sempre giusto ricordarsi che la maggioranza ha anche la responsabilità del funzionamento delle istituzioni.
Ieri hanno anteposto la campagna elettorale del loro partito all’istituzione rappresentativa di tutti. Non è la prima volta che i consiglieri del PD fanno mancare il numero legale impedendo lo svolgimento del consiglio e la discussione dei documenti proposti dalle opposizioni.
Pare che manchi del tutto la consapevolezza del valore democratico dell’essere maggioranza e la differenza con i compiti delle opposizioni.
È un grave atto di scorrettezza politica che sia la maggioranza a far cadere il numero legale, impedendo la discussione dei documenti proposti dalle minoranze, perché la maggioranza ha i numeri per far funzionare le istituzioni, mentre le minoranze no, da sole non potrebbero materialmente garantire il numero legale e lo svolgimento dei lavori. In pratica, la maggioranza ha il potere di impedire la discussione dei documenti delle opposizioni, compiendo con ciò un atto antidemocratico. In questa consiliatura, purtroppo abbiamo dovuto constatare spesso che questi principi sono sconosciuti ai consiglieri della coalizione di governo.
Rifondazione Comunista
Ferrari Sindaco Forza Italia
Un’Altra Piombino
Movimento5Stelle
(Foto di Pino Bertelli)