Pensiamo alla piccola e media impresa diffusa

PIOMBINO 21 dicem­bre 2016 — Per colare acciaio forse è tar­di, si pote­va approntare un forno elet­tri­co ai tem­pi dell’altoforno, ma sono rimasti a ter­ra 800 mil­ioni. Ora per la siderur­gia servirebbe un sogget­to che pro­duce semi­prodot­ti, mag­a­ri con un treno rotaie nuo­vo; un’illusione chiedere sol­di gov­er­na­tivi per sostenere l’industria. Ma il quadro dovrebbe aver­lo ben chiaro Nar­di, chi ammin­is­tra Piom­bi­no dovrebbe par­lar­ci. Al gov­er­no pos­si­amo chiedere con forza invece due cose : le infra­strut­ture per il por­to (viarie e fer­roviarie) e le boni­fiche, improntan­do un piano di occu­pazione che ci traghet­ti in ques­ta lun­ga fase, ver­so un vero prog­et­to di riu­so dell’enorme ter­ri­to­rio occu­pa­to dal­la fab­bri­ca. Nel frat­tem­po, in copi­ani­fi­cazione con la Regione e den­tro le deroghe con­cesse per le aree di crisi com­p­lessa, si può avviare una vera fase di diver­si­fi­cazione, par­tendo dagli usi del­la cos­ta est, nel­la fat­tispecie le aree del­la Ster­pa­ia, una conc­re­ta des­ti­nazione di uso delle aree oggi dell’Enel, anche qui dovrebbe inter­venire il gov­er­no. Urban­iz­zare l’area delle Fab­bric­ciane sig­ni­ficherebbe dieci anni di lavori per car­pen­tieri, idrauli­ci e mura­tori, sanan­do una bom­ba eco­log­i­ca. Ripen­sare il promon­to­rio con la pre­sen­za del­la soci­età parchi come motore e gestore per con­to del Comune, di un’area del­i­ca­ta ma di estrema red­di­tiv­ità eco­nom­i­ca fun­zionale sia nel com­par­to nau­ti­co che in quel­lo tur­is­ti­co ricetti­vo. Si dovrebbe riesam­inare la cos­ta urbana, il nuo­vo canile, uti­liz­zare le poten­zial­ità di Calam­oresca, spi­ag­gia lun­ga e il Fal­cone, il poten­zi­a­men­to del promon­to­rio, insom­ma aprire il ter­ri­to­rio agli inves­ti­men­ti pri­vati. Infine e’ indis­pens­abile svilup­pare il com­par­to del­la nau­ti­ca, del­la cantieris­ti­ca e la fil­iera del pesca­to, la dove è più nat­u­rale e cioè l’ex cen­trale Enel. Non esistono mirabolan­ti piani B, esiste però la ver­ità e le poten­zial­ità inespresse di un ter­ri­to­rio, ma servirebbe la polit­i­ca, oggi com­ple­ta­mente assente.

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(Foto di Pino Bertel­li)

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