Per aumentare l’occupazione non esistono progetti

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 21 mag­gio 2014 — Il lavoro che non c’è è il prob­le­ma dei nos­tri tem­pi, pri­ma di tut­to per i gio­vani. Gius­ta­mente ci sti­amo occu­pan­do di difend­ere l’occupazione nelle fab­briche e nell’indotto del­la siderur­gia. Sono migli­a­ia di lavo­ra­tori che rischi­ano di perdere il lavoro o che vedran­no ridur­si il red­di­to. Non pos­si­amo las­cia­re da sole queste famiglie, ma è altret­tan­to nec­es­sario occu­par­si di chi il lavoro non l’ha mai trova­to o l’ha già per­so. In Val di Cor­nia ci sono 9.000 iscrit­ti nelle liste di col­lo­ca­men­to, la mag­gio­ran­za sono gio­vani. Molti altri ormai rin­un­ciano anche ad iscriver­si tra i dis­oc­cu­pati per­ché han­no per­so anche la sper­an­za. Chi si sta occu­pan­do oggi di queste per­sone? Quali sono i prog­et­ti mes­si in cam­po? Qual è sta­to il ruo­lo delle nos­tre ammin­is­trazioni nel delin­eare un futuro che non potrà essere uguale al pas­sato?
In questi 5 anni abbi­amo vis­to demolire la col­lab­o­razione tra i nos­tri Comu­ni, dimen­ti­care la pic­co­la e media impre­sa, igno­rare l’agricoltura fino ad incen­ti­vare la dis­mis­sione dei ter­ri­tori agri­coli, smontare il prog­et­to dei parchi, priv­i­le­gia­re gli inter­ven­ti spec­u­la­tivi di sec­onde case a politiche di val­oriz­zazione dell’impresa tur­is­ti­ca sal­da­mente anco­ra­ta alle risorse nat­u­rali e cul­tur­ali dei nos­tri ter­ri­tori.
Abbi­amo assis­ti­to ad annun­ci di svolte epocali (e altret­tan­to epocali fal­li­men­ti) frut­to di even­ti esterni, dai fanghi di Bag­no­li, che dove­vano trasfor­mare Piom­bi­no e la Val di Cor­nia nel polo nazionale per i rifiu­ti delle boni­fiche, fino al naufra­gio del­la Con­cor­dia che dovrebbe can­di­dar­ci a diventare il polo europeo per la rot­ta­mazione delle gran­di navi. Ci chiedi­amo di cosa avrem­mo dis­cus­so oggi se il coman­dante Schet­ti­no non avesse por­ta­to la Con­cor­dia sug­li scogli dell’isola del Giglio. Scon­cer­ta il vuo­to d’idee, la man­can­za di prog­et­ti, l’attenzione a tut­ti i set­tori del­la nos­tra econo­mia e la con­sapev­olez­za del val­ore delle nos­tre risorse.
Il dram­ma sociale è molto più vas­to e non bas­ta cer­to l’ennesimo accor­do per siderur­gia e boni­fiche (con pochissime risorse vere e promesse tutte da dimostrare) a inver­tire la ten­den­za al decli­no che carat­ter­iz­za le nos­tre zone.

Comune dei Cit­ta­di­ni

 

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