Per i Consigli di quartiere ora servirebbe la politica
PIOMBINO 12 febbraio 2016 — Nel periodo in cui sono stato segretario del Pd comunale di Piombino, ricordo che fu affrontato il tema dei Quartieri.
Il DL 267/2000, di fatto, sopprimeva le circoscrizioni di decentramento, lasciando in ogni modo facoltà ai Comuni di promuovere i Quartieri, organismi di partecipazione popolare, attraverso funzioni di carattere consultivo e propositivo. All’epoca, la discussione politica verteva sulla necessità di creare comunque organismi collegiali di supporto alla Giunta, con l’obiettivo di promuovere un’ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica di quartiere, ponendo come cardine, la collaborazione rispetto a tutti i temi sociali e culturali. Fu una discussione appassionata, si decise che i quartieri dovevano esserci.
Non nascondo che si discusse di come istituire la corretta rappresentanza politica nei quartieri; qualcuno, ad esempio, propugnava elezioni a parte, diversamente dall’attuale ripartizione proporzionale, rispetto all’andamento delle ultime elezioni.
Ascolta Piombino, dopo la messa in evidenza del non rispetto regolamentare da parte del Pd, ha da subito suggerito un percorso politico dove lo stesso, riconoscesse l’errore di ritardo della consegna dei nominativi senza minimizzare e il M5S, consentisse ragionevolmente una corretta forma di rappresentanza di tutte le forze politiche dentro i quartieri. Per noi sarebbe ed è paradossale la costituzione di quartieri senza un’ampia rappresentanza politica. Altresì non possiamo biasimare il percorso scelto dal M5S. È evidente che il percorso diplomatico doveva essere caldeggiato e seguito dal partito fallace, per fare questo sarebbe stato necessario una buona dote di composta umiltà e lungimiranza. Andare alle prove di forza non è mai un guadagno, nemmeno quando hai i numeri per governare tranquillamente, ma soprattutto, quando sono messi in discussione quegli strumenti che tu stesso hai caldamente legittimato. Riteniamo che dopo due sentenze non ci possano essere margini d’interpretazione, ma soltanto atti di disponibilità; sarebbe un bel segnale politico in una fase così difficile, dare valore a quell’unità più volte richiesta alle opposizioni, prediligendo, nell’interesse comune, almeno per una volta il merito delle cose. Saper perdere, alcune volte insegna molto.