Per i parchi una società pubblica è modello positivo

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pervenuta in redazione

SAN VINCENZO 21 aprile 2014 — Il ricor­so a una soci­età a parte­ci­pazione pub­bli­ca per la ges­tione delle aree nat­u­ral­is­tiche ter­ri­to­ri­ali non era una neces­sità ben­sì una oppor­tu­nità per far­lo in modo effi­ciente e appro­pri­a­to.
Questo sia per­ché si riduce­vano i mec­ca­n­is­mi politi­co-buro­crati­ci rispet­to a quel­li intrin­sechi nelle ges­tioni diret­ta­mente isti­tuzion­ali, sia per­ché le aree rap­p­re­sen­tano un’en­tità sovra­co­mu­nale. In par­ti­co­lare, una soci­età ha la pos­si­bil­ità di pren­dere deci­sioni e gestire il per­son­ale in modo flessibile e rapi­do.
Per questo fu cre­a­ta la Soci­eta Parchi s.p.a. attuale il 18 luglio 1993 per inizia­ti­va dei Comu­ni di Piom­bi­no, Campiglia Marit­ti­ma, San Vin­cen­zo, Suvere­to e Sas­set­ta e di soci pri­vati, ai sen­si dell’art. 22 del­la legge 142/1990 .
Ovvi­a­mente è impor­tante però che le deci­sioni pro­gram­matiche deriv­i­no da un con­trol­lo politi­co da parte delle ammin­is­trazioni locali; e infat­ti è ciò che avviene negli ulti­mi anni, da quan­do sono usci­ti i soci pri­vati.
Per con­tro, un ter­ri­to­rio gesti­to da un organ­is­mo sovra­co­mu­nale è meno diret­ta­mente e uni­vo­ca­mente con­trol­la­bile dal­la polit­i­ca locale (e local­is­ti­ca): questo per l’in­ter­esse col­let­ti­vo ten­den­zial­mente è un bene, per­ché si evi­tano i rischi che un’am­min­is­trazione miope devii l’in­ter­esse di tutela del ter­ri­to­rio ver­so mire pro­dut­tivis­tiche.
Tut­tavia bisogna stare atten­ti che non si pren­dano pieghe di stam­po pseu­do-pri­vatis­tiche tali da coin­vol­gere inter­es­si di parte, ma questo dipende dal­la volon­tà e coeren­za delle ammin­is­trazioni comu­nali che ne fan­no parte.
Adesso sem­bra che i Comu­ni vogliano svin­co­lar­si per avere loro tutte le redi­ni deci­sion­ali sul pro­prio ter­ri­to­rio e con­trol­lo dei ben­efi­ci eco­nomi­ci.
I cit­ta­di­ni, dis­in­for­mati e seguen­do l’attuale polit­i­ca nazionale, ten­dono a con­sid­er­are ogni ulte­ri­ore strut­tura come uno spre­co.
Invece il mod­el­lo delle soci­età di emanazione pub­bli­ca è con­ve­niente e in cen­tro Europa rap­p­re­sen­ta un mod­el­lo molto pos­i­ti­vo, essendo­ci ammin­is­trazioni “serie”.
I cit­ta­di­ni e l’am­bi­ente han­no tut­to da guadagnare.
Quel­lo che si dovrebbe capire è che bisogna chiedere di essere tenu­ti infor­mati del­l’­op­er­a­to, delle deci­sioni e dei bilan­ci, in modo traspar­ente e parte­ci­pare atti­va­mente ove pos­si­bile.

MoVimento5stelle San Vin­cen­zo

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