Per il buco finanziario una tipica soluzione di destra

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PIOMBINO 2 mar­zo 2020 — La Corte dei Con­ti ril­e­va un dis­a­van­zo di ammin­is­trazione di qua­si 500000 euro, imputabile alle ammin­is­trazioni prece­den­ti ( anni 2015 e 2016), per il quale deve essere adot­tate mis­ure cor­ret­tive entro 60 giorni dal­la comu­ni­cazione di avvenu­to depos­i­to del­la pro­nun­cia di accer­ta­men­to. Il Sin­da­co e la Giun­ta, fra le altre mis­ure cor­ret­tive, deci­dono di abbas­sare il tet­to di esen­zione  del­l’ad­dizionale IRPEF da 20.000 euro a 10.000 euro, igno­ran­do il fat­to che il PIL di ques­ta cit­tà  è  a zero, che ci sono cas­sain­te­grati e  lavo­ra­tori pre­cari a iosa,  e quin­di “fa cas­sa” con gli ulti­mi, man­te­nen­do l’aliquo­ta uni­ca del­lo 0,8 per tut­to il resto del mon­do, ovvero per chi ha un red­di­to da 10.001 a 200.000 euro, se si coglie la sot­tile dif­feren­za. Ques­ta è la tipi­ca soluzione di destra, per la quale si dà un taglio oriz­zon­tale a tut­to van­tag­gio dei red­di­ti più alti, stile la salvini­ana flat tax.  Non sarebbe forse sta­to meglio man­tenere il tet­to  di esen­zione dei 20000 euro e aumentare pro­gres­si­va­mente l’aliquo­ta per i red­di­ti supe­ri­ori? La pro­gres­siv­ità è la garanzia dell’equità, a nos­tro avvi­so. Inoltre, per gius­ti­fi­care questo “ pic­co­lo sac­ri­fi­cio” si affer­ma che 80/100 euro da pagare in più  per il cit­tadi­no sono irril­e­van­ti. Purtrop­po non è così per­ché vista la situ­azione socio eco­nom­i­ca di questo ter­ri­to­rio dove una fab­bri­ca è sostanzial­mente chiusa da anni, dove il mer­ca­to immo­bil­iare è crol­la­to, dove i con­su­mi interni sono al lim­ite del­la soprav­viven­za e dove di con­seguen­za anche il set­tore del com­mer­cio è in cadu­ta lib­era,  80/100 euro rap­p­re­sen­tano la spe­sa al super­me­r­ca­to per una famiglia media di una o due set­ti­mane. Il cam­bio di mar­cia è chiaro, ed anche il sen­so.

Il Diret­ti­vo del Cir­co­lo PRC Piom­bi­no
Il Grup­po Con­sil­iare PRC Piom­bi­no

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