Per il Pd contano più i numeri delle regole
PIOMBINO 11 ottobre 2015 — Ciò che è accaduto nell’ultimo consiglio comunale è molto grave: il Pd, con il peso dei numeri, ha bocciato la delibera sul nuovo assetto dei quartieri (delibera peraltro presentata dalla sua stessa giunta), pur di non cedere all’evidenza della propria sconfitta. Lo stesso sindaco, consapevole della criticità della situazione si è astenuto. La storia è nota, ma giova ricordarla: il partito di maggioranza, non avendo presentato i suoi rappresentanti nei consigli di quartiere nei tempi stabiliti da un regolamento che lui stesso aveva scritto, ha modificato tale regolamento con valenza retroattiva. Il fatto costituisce una grave lesione dei principi democratici, per più motivi:
- le modifiche statutarie devono essere apportate nelle commissioni istituzionalmente deputate,
- le modifiche statutarie non si apportano in corso d’opera,
- è arbitrario attribuire a tali modifiche un valore retroattivo.
Inequivocabile il vulnus giuridico, tanto che il TAR ha bocciato tale illecito amministrativo. Il Pd avrebbe semplicemente dovuto prenderne atto: le sentenze si rispettano. Invece, dopo la prima violazione, ha raddoppiato la dose e ci ha messo sopra un pesante carico non rispettando la sentenza di un tribunale.
Con ciò si è, per la seconda volta, violato un principio giuridico fondante: il rispetto delle regole.
Le argomentazioni con le quali venerdì si è cercato di giustificare un gesto così grave sono artificiose e insostenibili: all’epoca il Pd non ha nominato i propri rappresentanti perchè distratto dalla grave situazione della siderurgia piombinese, mentre oggi non può rispettare la sentenza perché ciò inficierebbe il principio della rappresentanza. Cioè a dire che contano più i voti delle regole. Una motivazione tristemente berlusconiana che ormai il Pd ha fatto propria. Hanno addotto anche un’altra giustificazione: i quartieri lavorano con i volontari e la loro dedizione va rispettata. Si scopre solo ora tale dedizione? Non andava rispettata anche un anno fa, presentando le nomine nei tempi previsti dalle normative vigenti? La verità purtroppo è una sola e molto semplice: il partito che da quasi 70 anni controlla ogni istanza istituzionale e associativa della vita locale non tollera l’esclusione da istituzioni che considera proprie, al punto di tenerle bloccate per un anno per poi chiuderle in attesa di una modifica ad hoc del regolamento. I quartieri sono sospesi e il partito di maggioranza cerca di rovesciare le carte in tavola attribuendone la responsabilità alle minoranze, la cui colpa è quella di esigere il rispetto delle regole e di non voler essere coinvolte nel gesto illegale di mancato rispetto di una sentenza. E questo avviene dopo un altro grave episodio, quello delle nomine nei consigli di amministrazione di Atm e Asiu , in evidente violazione della legge Madia.
A Piombino stiamo assistendo alla soppressione della certezza del diritto.
*Carla Bezzini è consigliere comunale di Un’Altra Piombino