Per non rimanere con il cerino acceso in mano
PIOMBINO 27 ottobre 2016 — Non ci sono molte cose da dire sulla Variante Aferpi sotto il pofilo tecnico, tanto meno utile parlarne, in quanto è la fotografia sbiadita del passato, tutto un sistema genuflesso di fronte alla monocultura industriale che continua a perpetrarsi.
Nonostante la città abbia già pagato un prezzo pesantissimo negli anni in termini ambientali e quasi la metà del territorio sia stato contaminato, se serve, e se viene richiesto, non si può dire di no, questa la tesi della Giunta comunale, a concedere nuove aree alla fabbrica.
Tutto avviene senza un progetto preciso e definitivo, insomma, un assegno in bianco ad Aferpi, senza se e senza ma: del resto così la politica ha fatto fin dall’inizio a tutti i livelli.
Sinceramente tutto ciò è alquanto confuso, forse gli stessi amministratori non hanno compreso il vero senso di tale decisione che forse qualcuno di peso dietro le quinte avrà consigliato.
Il problema non è il Quagliodromo e la conversione per la rotazione delle rotaie da 120 metri, tanto meno altre questioni di lana caprina, compresa la mancanza in questa variante di riferimenti precisi alla riconversione, la vera partita che sarebbe dovuta essere giocata, bensì l’esigenza di avere uno strumento urbanistico in “tutta fretta” ad immagine e somiglianza di Aferpi.
La lettura a questo punto non può che essere di tipo politico: di fatto è evidente che più che una variante si tratti di un alibi per l’amministrazione comunale e per chi la sostiene, qualora si verificasse che non ci fossero le risorse per il progetto industriale.
Insomma, una strategia per evitare di restare con il cerino acceso in mano, come se il problema principale per la comunità fosse la sorte di una classe politica e dei partiti che la sostengono.
Sarebbe un “refrain” già utilizzato in altri famosi fallimenti a cui questo territorio è abituato, sostenendo che è stato fatto tutto e se le cose sono andate diversamente ancora una volta la colpa è degli altri.
A fronte di ciò, i dubbi che vi erano prima su tutta la vicenda si rafforzano. Anche il messaggio positivo che dovrebbe in genere passare da ogni futuribile pianificazione urbanistica, stavolta al contrario ha prodotto precisamente l’effetto opposto con un messaggio anche inutilmente devastante, perlomeno per una parte consistente della popolazione.
Ormai il timone lo ha solo Aferpi e tutti gli altri viaggiano a vista, compresi coloro che al gruppo algerino sono stati devoti fin dall’inizio donando anima e corpo.
In caso di naufragio c’è il serio rischio che “muoia Sansone con tutti i filistei”, allora ecco la frettolosa “variante salvavita”: chissà se tutti coloro che venerdì prossimo dovrebbero votarla avranno capito come stanno veramente le cose.