Per ora gli annunci, i fatti concreti non si sa quando
PIOMBINO 22 marzo 2015 — Noi abbiamo sempre sostenuto che la nostra fabbrica doveva continuare a produrre acciaio mantenendo l’area a caldo, veramente ci ricordiamo che lo sosteneva che gran parte di questa città, compresa l’amministrazione. Poi abbiamo accettato un altro tipo di produzione, il forno elettrico, perché è arrivato Rebrab e ha promesso anche una diversificazione economica ( logistica, agro industriale, sviluppi sul porto). Ora, per motivi evidentemente economici tutti interni, Cevital ripropone, insieme a tutto il resto, anche la riaccensione dell’altoforno. Noi avremmo voluto che su Piombino si intervenisse con finanziamenti statali ( come a Taranto) e non che si lasciasse in mano a un bel padrone tutta la partita, perché adesso siamo nelle mani di questo volubile signore che sta rimandando giorno dopo giorno la presentazione di un piano industriale vero e dettagliato in cui si diano precise garanzie sulle modalità di riaccensione di un altoforno fermo da quasi 1 anno e garanzie di tutela dell’ambiente e di emissioni, perché non si pensi di fare un investimento approssimativo giusto per trovare una soluzione immediata a problemi di tipo economico. Quindi l’altoforno si riaccende, ma si riaccende utilizzando le migliori tecnologie per una produzione di acciaio importante soprattutto dal punto di vista ambientale, perché noi crediamo che alimentare un forno elettrico con la ghisa liquida, cioè calda, prodotta direttamente in situ ci può portare ad un livello qualitativo notevole nel campo della produzione siderurgica e ci consentirà di avere un’acciaieria d’avanguardia a livello mondiale. Detto questo resta però un problemino: ad aprile finiscono i contratti di solidarietà e i lavoratori andranno in cassa integrazione; l’indotto rischia la mobilità o la NASPI, sempre che venga concessa, perché grazie ai cambiamenti della normativa sugli amortizzatori sociali, per ottenerla bisogna aver lavorato almeno 30 giorni nell’ultimo anno e tanti lavoratori delle ditte non lo hanno fatto. Rossi annuncia ancora una volta che per Piombino è tutto a posto, adesso (ma fra quanto?) verrano realizzati investimenti sul porto, 400 posti di lavoro, si ma per chi? Per i lavoratori in cds o in cig o in mobilità, per i 300 che restano fuori dall’operazione Cevital, per i lavoratori delle ditte come la Hasco Metal che dal 27 maggio sono a casa? o saranno ditte specializzate esterne? Nell’attesa, noi non vogliamo distrarci da ulteriori sirene, e vogliamo capire per quanto ancora si posticiperanno le scadenze per l’acquisto da parte di Rebrab. Il nostro volubile padrone bisogna che smetta di rimandare e presenti il piano industriale SUBITO, perché le persone mangiano tutti i giorni e non con i tempi che lui stabilisce. Che decida cosa fare da grande, i cittadini e i lavoratori non possono più aspettare. Quando, dagli annunci avremo finalmente un fatto concreto? E per fatto concreto noi intendiamo la riassunzione dei primi lavoratori dalla cds o cig o altro, solo questo, per ora il resto fa volume.
Rifondazione Comunista Circolo di Piombino