Per una siderurgia ecologicamente rinnovata
PIOMBINO 2 ottobre 2013 — Sono almeno 15 anni che noi di Legambiente chiediamo un radicale rinnovamento ecologico del ciclo produttivo, un salto di qualità nei prodotti e l’innovazione. Abbiamo denunciato più volte il pericolo di una drammatica crisi della siderurgia a Piombino, con probabile chiusura. Lo abbiano spiegato con un convegno nel 2003.
Piombino, uno stabilimento squilibrato che produce in gran parte prodotti grezzi o semilavorati, con una capacità di laminazione inferiore al 50% della capacità produttiva. Un unico prodotto finito, le rotaie, prodotte con un impianto dell”800 ristrutturato innestando pezzi di impianti raccattati da cicli dismessi. L’incapacità di commercializzare i prodotti offrendo servizi correlati. Una logistica irrazionale e costosa per la dislocazione degli impianti (uno stabilimento lungo e stretto).
Lo abbiamo ribadito dopo l’uscita di Lucchini e al momento del subentro, nel 2005, di Mordashov, esprimendo forti preoccupazioni per la genericità e l’inconsistenza degli impegni assunti sia in termini di produzione che nel campo ambientale.
Noi della Legambiente abbiamo sempre ritenuto che ambiente ed economia siano fortemente ed inscindibilmente legati. Intendendo l’ambiente come un’insieme di natura e risorse, ma anche diritti e dignità per le persone. È nostra convinzione che il sereno futuro di un’economia è strategicamente basato sulla qualità del paesaggio, la bio – diversità, la salvaguardia delle risorse, ma anche formazione, ricerca, innovazione, qualità dei prodotti, e fondamentali perché tutto funzioni: diritti, maggior sicurezza dell’occupazione e del reddito, cultura, partecipazione, democrazia, coesione sociale e anche i necessari (perché fisiologici) conflitti.
La sparizione di migliaia di posti di lavoro e il conseguente impoverimento del territorio mettono a rischio la coesione sociale e anche la possibile diversificazione economica con un crollo anche delle attività commerciali e turistiche oltre alle attività portuali e di altre imprese manifatturiere.
Comunque, parlando di prospettive impiantistiche per la siderurgia, ben vengano le nuove tecnologie, soprattutto se producono risparmio energetico e abbattimento degli inquinanti. Ci preoccupiamo invece della possibilità ventilata di costruire un forno elettrico nel capannone dell’attuale acciaieria, praticamente in città. Ci preoccupa non solo l’impatto ambientale, rumore, vibrazioni, polveri sottilissime e pericolosissime, ma ci pare un’operazione di piccolo cabotaggio e di scarse prospettive farlo in spazi ristretti in una logica di mantenimento dell’irrazionale e costosa logistica attuale. La naturale allocazione di un’acciaieria elettrica è vicino ai treni utilizzatori.
Con questi contenuti Legambiente aderisce e partecipa alla manifestazione a Piombino di giovedì 3 ottobre indetta da Cgil, Cisl e Uil.
Legambiente Piombino