Perché la commissione consiliare a porte chiuse?

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La Com­mis­sione Con­sil­iare del 4 mag­gio 2013, avente all’ODG la dis­cus­sione in mer­i­to al Col­le­gio dei Revi­sori con­tabili e la val­u­tazione su inadem­pi­men­ti di legge, è sta­ta con­vo­ca­ta “a porte chiuse”. Al 3° pun­to dell’articolo 19 del Rego­la­men­to delle attiv­ità del Con­siglio Comu­nale (Fun­zion­a­men­to delle Com­mis­sioni) c’è scrit­to: “Le sedute delle com­mis­sioni sono di rego­la pub­bliche, sal­vo diver­sa dis­po­sizione del Pres­i­dente”. Ecco, ci chiedi­amo per­ché è sta­to deciso di con­vo­care ques­ta Com­mis­sione “a porte chiuse”, sen­za dare l’opportunità al cit­tadi­no di pot­er assis­tere alle dis­cus­sioni che riguardano argo­men­ti fon­da­men­tali per l’intera vita ammin­is­tra­ti­va delle cit­tà. Ci risul­ta che siano state pochissime le occa­sioni in cui il Comune ha opta­to per riu­nioni pri­vate, e soli­ta­mente per ragioni di tutela del­la pri­va­cy di per­sone delle quali era nec­es­sario dis­cutere, tut­tavia non ci sem­bra questo il caso. Riepi­loghi­amo un atti­mo, per chiarez­za, l’intera situ­azione. L’attuale Col­le­gio dei Revi­sori con­tabili ha espres­so il suo parere neg­a­ti­vo sul Bilan­cio Con­sun­ti­vo 2012, det­taglian­do le moti­vazioni in una Relazione. La crit­i­ca prin­ci­pale che essi muovono nei con­fron­ti dell’Amministrazione Comu­nale riguar­da la ges­tione dell’indebitamento e l’operazione che coin­volge la Soci­età Piom­bi­no Pat­ri­mo­ni­ale, S.r.l. posse­du­ta intera­mente dal Comune di Piom­bi­no, nata nel 2006 allo scopo di val­oriz­zare il pat­ri­mo­nio immo­bil­iare comu­nale. Per acquistare tali beni, la soci­età ha acce­so dei mutui pres­so MPS e Uni­cred­it, e per i quali il comune rico­pre il ruo­lo di fideius­sore. A causa del­la crisi del mer­ca­to immo­bil­iare, la soci­età non è rius­ci­ta a real­iz­zare le plus­valen­ze sper­ate dal­la ges­tione del pat­ri­mo­nio, per­ciò il comune ha deciso di riap­pro­pri­ar­si dei pro­pri beni attra­ver­so l’accollo dei deb­iti. L’accollo non è però anda­to a buon fine, per­ché le banche non han­no rispos­to alla richi­es­ta. E’ sta­to stip­u­la­to quin­di un cosid­det­to “accol­lo inter­no”, con cui il Comune non si assume le pas­siv­ità del mutuo, che rimane intes­ta­to alla Soci­età, ma si limi­ta a pagare alla Piom­bi­no Pat­ri­mo­ni­ale le rate semes­trali di tale mutuo. Non com­pren­di­amo il per­ché un ente pub­bli­co deb­ba cedere il pro­prio pat­ri­mo­nio ad una soci­età intera­mente posse­du­ta dal­lo stes­so, assumen­do per giun­ta il ruo­lo di fideius­sore dei mutui con­trat­ti da tale soci­età, per acquisire det­to pat­ri­mo­nio, ed infine ritrovar­si nel­la con­dizione di dover riac­quistare in un modo così buro­crati­ca­mente macchi­noso i pro­pri beni. L’accusa più grave che i Revi­sori esp­ri­mono è per­ciò quel­la di “elu­sione del Pat­to di Sta­bil­ità”, in cui vi è una sor­ta di “dolo” che si aggiunge al sem­plice sfora­men­to, in quan­to la soci­età è posse­du­ta intera­mente dal Comune, per­ciò di fat­to colui che assolve agli impeg­ni è sem­pre il Comune stes­so. Dal momen­to del rice­vi­men­to del­la Relazione si sono susse­gui­ti una serie di fat­ti che han­no dimostra­to un approc­cio un po’ con­fu­sion­ario al prob­le­ma da parte del Comune. Durante il Con­siglio Comu­nale del 30 aprile, data in cui è sta­to approva­to il Bilan­cio incrim­i­na­to, era­no pre­sen­ti in sala i Revi­sori, ma non è sta­ta data loro l’opportunità di par­lare all’intero con­siglio, con­frontan­dosi con tut­ti i con­siglieri e per­me­t­ten­do che anche i cit­ta­di­ni pre­sen­ti, e quel­li even­tual­mente col­le­gati in stream­ing, fos­sero infor­mati del­la situ­azione. Ci doman­di­amo il per­ché si è prefer­i­to non far inter­venire i revi­sori in quell’occasione. Sono state poi indette alcune Com­mis­sioni Con­sil­iari in cui si dibat­te­va sui con­tenu­ti del­la Relazione, sulle spie­gazioni del Ragion­iere Capo Mon­teleone, sul ritar­do con cui tale Relazione è sta­ta pre­sen­ta­ta, ed il tut­to dopo aver ormai approva­to il Bilan­cio in sede di Con­siglio. Alla penul­ti­ma Com­mis­sione sono sta­ti invi­tati i Revi­sori, che han­no parte­ci­pa­to attra­ver­so la pre­sen­za di un mem­bro del Col­le­gio, il Dott. Van­ni, il quale si è lim­i­ta­to a rib­adire il con­tenu­to del­la Relazione. All’ultima ulte­ri­ore Com­mis­sione, a cui era­no sta­ti nuo­va­mente invi­tati, i Revi­sori han­no deciso di non pre­sen­ziare, con la moti­vazione con­sis­tente nel non ritenere utile la dis­cus­sione ristret­ta di una Com­mis­sione e rite­nen­do molto più impor­tante la loro parte­ci­pazione in un Con­siglio Comu­nale. A tale assen­za qual­cuno ha pro­pos­to addirit­tura la revo­ca dei Revi­sori dal loro incar­i­co, adducen­do alla man­can­za di col­lab­o­razione. Ed infine l’epilogo: con­vo­cazione del­la com­mis­sione del 4 giug­no 2013 “a porte chiuse”. Per­ché esclud­ere i cit­ta­di­ni? Si vuole forse andare a fon­do con la pro­pos­ta di revo­ca? Si vuole anal­iz­zare il com­por­ta­men­to di un organo che ha il com­pi­to isti­tuzionale di esprimere pareri sull’adeguatezza di un Bilan­cio Comu­nale, e che ha l’obbligo di denun­cia dei fat­ti non chiari? Ques­ta vicen­da inter­es­sa tut­ti. Se la Corte dei Con­ti si esprimesse attra­ver­so una deci­sione infaus­ta ver­so il comune di Piom­bi­no, con­fer­man­do quin­di le tesi dei Revi­sori, ver­reb­bero appli­cate una serie di sanzioni a causa del­la vio­lazione del pat­to di sta­bil­ità. 
Tali sanzioni preve­dono:

1. la riduzione degli impor­ti ero­gati dal­lo Sta­to all’ente locale pari agli impor­ti che ecce­dono i lim­i­ti del pat­to; 

2. il divi­eto di ogni tipo di assun­zione, anche tem­po­ranea;

3. l’impossibilità di atti­vare nuovi mutui;

4. la definizione delle spese cor­ren­ti in misura non supe­ri­ore all’importo annuale medio degli impeg­ni effet­tuati negli ulti­mi 3 anni;

5. la ride­ter­mi­nazione delle inden­nità di fun­zione e dei get­toni di pre­sen­za, appli­can­do una riduzione del 30% rispet­to al loro ammontare.

Sono sanzioni che si riper­cuotono su tut­ta la cit­tad­i­nan­za. Ricor­diamo inoltre che questo è il pri­mo anno in cui, gra­zie ad un’apposita legge, la scelta dei Revi­sori Con­tabili del Comune deve avvenire attra­ver­so un sorteg­gio e non sul­la base di una scelta effet­tua­ta dal­lo stes­so Ente Locale. Il MoVi­men­to 5 Stelle Piom­bi­no esige spie­gazioni sul per­ché la Com­mis­sione sia sta­ta effet­tua­ta “a porte chiuse”, in quan­to rite­ni­amo che il rispet­to del­la pri­va­cy sia una moti­vazione che non tro­va nes­suna gius­ti­fi­cazione su quest’argomento.

MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO

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