Perché l’accordo con Jindal è un salto nel buio

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PIOMBINO 26 set­tem­bre 2018 — Recen­te­mente la nos­tra asso­ci­azione ha dif­fu­so un comu­ni­ca­to in cui esprimeva­mo sin­teti­ca­mente alcu­ni giudizi sul­la vicen­da dell’ acqui­sizione del locale sta­bil­i­men­to Afer­pi (grup­po Cevi­tal) da parte di Jin­dal South West Steel Italy srl  (JSW)  ed in par­ti­co­lare sul Busi­ness Plan prodot­to dall’ azien­da e sul­l’Ac­cor­do di Pro­gram­ma, siglato dal­l’azien­da e dalle isti­tuzioni. Rias­sumeva­mo il nos­tro giudizio nel­la frase : “Mani com­ple­ta­mente libere per Jin­dal; un salto nel buio per i lavo­ra­tori e la cit­tà”. Con il pre­sente doc­u­men­to inten­di­amo moti­vare in maniera più arti­co­la­ta i giudizi espres­si.
Rite­ni­amo doveroso questo lavoro, dal momen­to che i doc­u­men­ti fon­da­men­tali disponi­bili pre­sen­tano alcune ambi­gu­i­tà , talo­ra con­trad­dizioni e non sono sta­ti ogget­to di un opera di dif­fu­sione e divul­gazione ver­so la soci­età civile né di dis­cus­sione e approvazione nelle sedi nat­u­ral­mente dep­u­tate (i Con­sigli Comu­nali del­la Val di Cor­nia ). Al momen­to è anco­ra dub­bio se esista un vero Piano Indus­tri­ale; se esiste, lo han­no vis­to in pochi, e comunque il testo non è disponi­bile per la lib­era dis­cus­sione cit­tad­i­na (prob­le­ma di ris­er­vatez­za o prob­le­ma di democrazia?). Le col­let­tiv­ità del­la Val di Cor­nia sono state infor­mate solo tramite i nec­es­sari­a­mente stringati reso­con­ti gior­nal­is­ti­ci e le dichiarazioni uffi­ciali del­lo “estab­lish­ment” locale, fonti comu­nica­tive per lo più incli­ni a forzare l’in­ter­pre­tazione dei fat­ti ( tranne qualche lode­v­ole eccezione di siti di infor­mazione on line) ver­so tran­quil­liz­zan­ti aspet­ta­tive che han­no fat­to attec­chire, nel sen­so comune del­la nos­tra col­let­tiv­ità, una nuo­va “nar­razione felice”, che a noi pare poco fon­da­ta.
Ci siamo quin­di pro­posti, con le nos­tre mod­este forze e capac­ità, di fare, almeno parzial­mente, ciò che ben altre orga­niz­zazioni e isti­tuzioni avreb­bero dovu­to e potu­to fare meglio di noi: divul­gare il con­tenu­to dei doc­u­men­ti in modo molto real­is­ti­co e dis­in­can­ta­to, sen­za las­cia­r­si con­dizionare dal­la sper­an­za, dal­la pau­ra o dagli inter­es­si politi­co-elet­torali. Noi ten­ti­amo di far­lo in maniera pos­si­bil­mente snel­la e acces­si­bile anche a chi non sia avvez­zo al pesante lin­guag­gio buro­crati­co, lim­i­tan­do­ci a met­tere a fuo­co i pas­sag­gi salien­ti dei doc­u­men­ti e soprat­tut­to i pun­ti che ci appaiono crit­i­ci.
Con­sid­e­ri­amo questo solo l’ inizio di un lavoro aper­to, su cui invi­ti­amo chi­unque abbia osser­vazioni, critiche o inte­grazioni da pro­porre. Avre­mo fat­to cen­tro se al ter­mine del per­cor­so qual­cuno tra i ras­si­cu­rati dal “pen­siero uni­co cor­rente” si por­rà qualche inter­rog­a­ti­vo in con­tro­ten­den­za rispet­to al nar­co­tiz­zante mes­sag­gio “il più è fat­to!”.

Coor­di­na­men­to Art 1 — Camp­ing CIG

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