Perché abbiamo perso e cosa dobbiamo fare
PIOMBINO 12 marzo 2018 — Le elezioni politiche del 4 marzo hanno segnato per il PD una sconfitta chiara e netta. Quel vento di populismo che ha travolto l’America di Trump, la Brexit, la Germania ha colpito anche in Italia e per l’ennesima ha dimostrato ancora una volta che non sono i populisti a essere forti ma i loro avversari a essere deboli. Ha vinto il M5S con il reddito di cittadinanza, la Lega con la flat tax, l’abolizione della legge Fornero e il rimpatrio degli immigrati. Argomenti che dopo le elezioni si stanno dimostrando, a maggior ragione, inapplicabili. Il PD si è presentato a queste elezioni forte dei risultati ottenuti nei 5 anni di governi a quota partito democratico, con la squadra dei ministri schierata e con un programma concreto e realizzabile. Tutto questo non è stato sufficiente, lo tsunami del populismo ha spazzato via tutte le speranze di una continuità nell’attività di governo. Il caso Minniti dimostra che credibilità, una buona azione di governo e presenza sul territorio non sono stati sufficienti. In tutto questo, la classe dirigente del PD non può sentirsi incolpevole della disfatta. Litigi continui, un accentuato personalismo, dirigenti politici non adeguati a svolgere il ruolo richiesto ed in alcuni casi anche lontani dai territori hanno fatto sì che dal 2014 ad oggi il PD perdesse 5 milioni di voti. Si tratta però di un fenomeno che va profondamente analizzato: il non aver avuto la capacità di intercettare la domanda che arrivava dal Paese da parte del Partito Democratico dovrà essere oggetto di una seria analisi, tanto a livello nazionale quanto a livello locale. Una cosa è certa, consegniamo ai populisti un’Italia migliore di quella di cinque anni fa e le cose fatte resteranno, nessuno potrà cancellarle. La discussione di questi giorni in cui si chiede al PD di essere responsabile e di fare un governo con il M5S, per il nostro circolo è incomprensibile. Non è stato il PD a decidere di andare all’opposizione, ma sono stati gli italiani che con il loro voto hanno bocciato la politica del nostro partito. Chi ha vinto si assuma la responsabilità di governare, noi faremo una opposizione costruttiva. Questi risultati elettorali rappresentano uno spartiacque: da un lato il PD ha il dovere di interrogarsi e di individuare le cause di distacco dai propri elettori; dall’altro Lega e M5S dovranno misurarsi con la prova di governo, rispettando il mandato che gli elettori hanno loro consegnato. Contestualmente, ci auguriamo che la strada scelta per stabilire il nuovo segretario non sia quella di un nuovo congresso. Il partito è stanco e non riuscirebbe a passare indenne anche questa prova. Si aprirebbero nuove ferite e nuove divisione. Adesso c’è bisogno di lavorare per ricostruire. A livello locale il PD piombinese si attesta ad un 30%, perdendo una decina di punti percentuale. A Riotorto la situazione non è migliore, arriviamo addirittura terzi in una delle tre sezioni. Mai successo. Dobbiamo capire cosa ha causato un travaso di voti così importante dal centrosinistra a forze così lontane dalla tradizione progressista e riformista come M5S e Lega. Cause che, se si vuole ricucire il rapporto con gli elettori del nostro territorio, vanno ricercate con una riflessione profonda. Come nostra abitudine, non tentenneremo e per questo, abbiamo iniziato questa riflessione. Già da adesso diciamo che per il Partito Democratico è scattato il momento di ripensare se stesso e il proprio ruolo nella società italiana e in quella piombinese, con l’intenzione di rimanere il partito inclusivo e in sintonia con i cittadini, in grado di interpretare i loro bisogni e su questi elaborare risposte innovative. Il circolo di Riotorto, per realizzare l’auspicio sopra indicato, si farà promotore negli organismi di federazione e dell’unione comunale di una serie di iniziative che hanno tutte lo scopo di rinsaldare il rapporto con la nostra comunità. Cercheremo di proporre tavoli di lavoro aperti alla società civile utili anche in prospettiva delle elezioni comunali. Cercheremo di proporre una serie di seminari pubblici per far confrontare la nostra comunità su argomenti ritenuti sensibili come sicurezza, sviluppo ed industria. Come prima tappa di questo percorso, cercheremo di organizzare un’iniziativa che vedrà coinvolti gli amministratori locali, gli organi intermedi, i rappresentanti istituzionali ed avrà come argomento la visione che vogliamo dare al nostro comune da qui a 10 anni. Dobbiamo pensare all’oggi e contestualmente costruire le basi economiche-sociali per un futuro in grado di far crescere, vivere e lavorare i nostri figli. Dobbiamo lavorare per risollevare il PD, in modo da poter tornare a sorridere.
Direttivo del Circolo “ALDO MORO” Riotorto