Percorsi obbligati altro che innovazione
PIOMBINO 4 luglio 2016 — L’ultimo comunicato dell’assessore Carla Maestrini rispetto alla questione di Cambiaverso e le prospettive di questo territorio, ci induce a due riflessioni. La prima sarebbe sulle dinamiche interne al partito che alla luce della situazione in cui versiamo, ci paiono inutili quanto autoreferenziali. Mentre ci interessa la seconda, quella delle prospettive del territorio, che giustamente l’assessore ha legato all’urbanistica. Sono tre i punti espressi da Carla Mestrini. Il primo riguarda la pianificazione delle aree industriali e la sinergia con il porto; noi lo riteniamo un atto dovuto di fronte ad un nuovo progetto industriale. Sono ben altre le dinamiche che cercano risposte per la fase di reindustralizzazione, come i tempi, la disponibilità di aree, le bonifiche, le dismissioni, l’assetto viario, il tema dei rifiuti. Magari bisognerebbe concentrarsi sul perché l’area di Città Futura “ ex Siderco” già finanziata, non sia stata ancora restituita alla città. Il secondo punto afferisce al nuovo Piano Strutture d’Area, in questo caso servono almeno cinque anni, fate voi. Nel terzo punto indicato dall’assessore si parla di rilettura del Regolamento Urbanistico, questa è un’enunciazione un po’ troppo generica, anche se incoraggiante. La variante urbanistica sarebbe lo strumento più rapido per muovere l’economia, lo abbiamo sollecitato da sempre per favorire nuovi investimenti, ma forse è già tardi per le scadenze indicate dalla nuova legge regionale. Il fatto che si voglia far passare come innovazione, percorsi formalmente obbligati, senza marcare una discontinuità rispetto al passato ci preoccupa, poiché non è supportato da alcun elemento concreto; speriamo che lo stile degli annunci non sia sostituito dagli hashtag.
Riccardo Gelichi