Pianificazione territoriale: idee diverse dagli atti
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CAMPIGLIA 28 settembre 2018 — La federazione del PD ha preso atto che negli ultimo venti anni, quelli in cui hanno ininterrottamente amministrato tutti i Comuni della Val di Cornia, “sono state abbandonate” le strategie di governo unitario del territorio. Aggiungiamo noi che è stato sciolto anche il Circondario e non è stato sostituito da nessun’altro strumento di governo sovracomunale. Per chi, come noi, sostiene da sempre che dalla crisi si esce con maggiore coesione tra i Comuni dell’area e con coraggiose politiche di riconversione economica, questa autocritica, anche se tardiva, non può che essere accolta con favore.
Ma l’autocritica non basta. Di buoni propositi traditi sono pieni i programmi del PD. Servono azioni coerenti e immediate. Ne indichiamo due, praticabili da subito.
Entro il 2019 i Comuni devono adeguare i propri strumenti urbanistici alle disposizioni della nuova legge urbanistica regionale (la n. 65/2014) e la Regione, giustamente, cofinanzia solo quelli che si associano per definire strategie unitarie di governo del territorio. Piombino e Campiglia hanno però già deliberato di procedere da soli alla revisione del Piano Strutturale che, nel 2007, approvarono insieme al Comune di Suvereto. San Vincenzo, Suvereto e Sassetta hanno invece approvato da poco una convezione che prevede la redazione di un proprio Piano Strutturale tramite uffici che dovranno poi rapportarsi con quelli di Piombino e Campiglia per “riallineare la pianificazione”. Dove sta la coerenza? Chiunque comprende che si tratta di una clamorosa contraddizione. Si pensi solamente al fatto che l’avvio della pianificazione, che si vorrebbe unitaria, sta avvenendo sulla base di due distinti atti d’indirizzo politico dei Comuni. Si proceda dunque a dotarsi subito di un unico ufficio di piano e di un atto unitario d’indirizzo di tutti i Comuni della Val di Cornia: costa meno e risponde sicuramente meglio alla volontà di pianificare unitariamente il territorio.
L’ufficio di piano è un ufficio, ovvero il luogo dove apparati tecnici traducono gli obiettivi politici delle amministrazioni. Se si vuole davvero la partecipazione attiva di tutte le componenti politiche, occorre costituire da subito un “comitato d’indirizzo per l’ufficio di piano” con la partecipazione di tutte le forze politiche, comprese le minoranze, e il pieno coinvolgimento dei consigli comunali. Fino ad oggi le decisioni sono state prese dalle cosiddette “conferenze dei sindaci” (che non hanno nessun potere deliberativo) e ratificate dai consigli comunali ai quali spetta invece, per legge, la pianificazione del territorio. La complessità dei problemi che la Val di Cornia si trova ad affrontare richiede il massimo della partecipazione e del confronto democratico. Non è un vezzo formale, ma la condizione per rispondere davvero ai bisogni delle popolazioni.
Se questa sarà la direzione che intraprenderanno le amministrazioni avranno il nostro consenso. Altrimenti saremo ancora una volta di fronte a propositi contraddetti dai fatti.
Comune dei Cittadini