Piano industriale, JSW ha chiesto una proroga
PIOMBINO 24 gennaio 2020 — JSW Steel Italy ha inviato la lettera che riportiamo di seguito ai Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente, alla Regione Toscana, alla Provincia di Livorno, al Comune di Piombino, alla direzione generale dell’Agenzia del demanio, alle Agenzie per il demanio di Toscana e Umbria, all’Autorità del sistema portuale del mar Tirreno settentrionale e, per conoscenza, al Ministero dei trasporti, alla Lucchini Spa in amministrazione straordinaria e alla direzione di Terna Spa:
Egregi Signori,
come noto. JSW Steel Italy S.r.l. ha acquisito il sito produttivo di Piombino in data 24 Luglio 2018. Contestualmente è stato sottoscritto, con le Amministrazioni in indirizzo. l’Accordo di Programma citato in oggetto (in breve, “l’ADP”). Tale acquisizione vede impegnato l’acquirente nei termini ivi rappresentati e secondo quanto contenuto nel Piano industriale ad esso allegato (in breve. il “Piano”). Ricordiamo altresì che il sito di Piombino è stato ricompreso fra le “Aree di crisi industriale complessa” ai sensi dell’articolo 1 D.L. 26 Aprile 2013 n.ro 43 legge 24 giugno 2013 n.ro 71.
Nel rispetto degli impegni assunti con la suddetta acquisizione la scrivente, tramite le aziende del gruppo (ora denominate JSW Steel Italy Piombino, Piombino Logistics Spa, A JSW Enterprise a socio unico e GSI Lucchini Spa) ha dato seguito all’impegno relativo al mantenimento e alla ripresa dell’attività di laminazione, la cd “Fase I del Piano”, la quale, per inciso, ha visto, solo per rimanere all’ultimo semestre. un livello occupazionale pari a 615 FTE/mese per JSW Steel Italy Piombino S.p.A., 41 FTE/mese per GSI Lucchini S.p.a. e 85 FTE/mese per Piombino Logistics S.p.A. — A JSW Enterprise a Socio Unico, per un per un totale combinato di 741 FTE/mese, dato in linea con le aspettative occupazionali della “Fase I del Piano”.
Sul piano ambientale, le linee guida per il dismantling sono state depositate nei termini previsti dall’ADP e sono state avviate e concluse alcune attività di demolizione e smantellamento. segnatamente la principale rappresentata dalla demolizione del capannone industriale denominato Ex Tundish, oltre a altri impianti/fabbricati di portata minore.
Oltre a quanto sopra esposto, sono state avviate le progettazioni degli interventi di miglioramento della qualità produttiva necessari a sostenere le odierne aspettative del mercato, riguardanti la realizzazione dell’estensione della lunghezza della rotaia prodotta da 108 metri a 120 metri, l’indurimento della testa della rotaia, l’ottimizzazione qualitativo e produttivo dei laminatoi per barre e vergella. oltre al raggiungimento di un accordo preliminare per l’acquisto di un ulteriore laminatoio per la produzione delle sfere in acciaio, per un totale investimento previsto pari a circa 55 milioni di euro.
Parimenti, il gruppo. come privato incolpevole ai sensi del D.Lgs. 152/2006 articolo 252bis, ha depositato il progetto di “MISO Fase 0”, consistente nella rimozione dei depositi incontrollati ereditati sul sedime, dando inizio alle relative attività propedeutiche (campionamenti, analisi e simili) ed esecutive.
La scrivente ha altresì dato avvio e ampio seguito all’attività di implementazione della cd “Fase 2 del Piano”. ovverosia, principalmente, allo studio di fattibilità per la nuova produzione siderurgica da acciaieria elettrica, nonostante dalla data di acquisizione del sito il mercato mondiale dell’acciaio ed il correlato quadro economico siderurgico abbiano subito un peggioramento costante e consistente e non si siano mai concretizzati gli auspicati aumenti quantitativi di rotaie destinate al mercato nazionale, che la nostra azienda sarebbe facilmente in grado di produrre.
Inoltre, nonostante le migliori intenzioni, la società capogruppo indiana e le altre società del gruppo devono loro malgrado rilevare che, ad oggi. non si è ancora arrivati alla definizione delle modalità, dei tempi e dei parametri di attuazione ed esecuzione, nonché della durata, degli impegni presi dalle istituzioni (a livello nazionale, regionale e per il tramite di Invitalia) e contenuti nell’accordo di programma. che sono pur sempre in concreto determinanti per il corretto completamento di un qualsiasi di studio di fattibilità che aspiri a concretizzarsi in un piano industriale di successo, ovvero:
- l’agevolazione del costo di approvvigionamento dell’energia elettrica;
- l’identificazione del sito e relativi termini di utilizzo, dedicato allo smaltimento delle scorie e dei refrattari provenienti dalla produzione di acciaio della “Fase 2”;
- il rilascio della concessione demaniale marittima trentennale (con evasione della richiesta di riduzione del canone oltre la conferma della concessione temporanea e dell’utilizzo delle banchine pubbliche a fronte della presentazione del piano di ristrutturazione del pontile);
- il raggiungimento di un accordo per realizzazione di un collegamento ferroviario dedicato che consenta di raggiungere direttamente i nuovi banchinamenti e che non interferisca con quello già esistente, di proprietà di JSW Steel Italy Piombino S.p.A.;
- l’impegno ad attivare le iniziative volte a individuare le risorse finanziarie ed erogazione del finanziamento, pari a euro 15 milioni, previsto dalla normativa dei contratti di sviluppo;
- l’impegno ad attivare le iniziative volte a individuare le risorse finanziarie ed erogazione del finanziamento, pari a euro 18 milioni, previsto dalla legge 181 /89;
- la onferma ed erogazione delle agevolazioni a fondo perduto, pari a euro 30 milioni dal POR del FESR 2014–2020.
Non essendo stati ancora definiti i punti di cui sopra, quindi, inevitabilmente si impone uno slittamento rispetto al termine di 18 mesi inizialmente ipotizzato per la presentazione del piano.
Tuttavia, poiché resta ferma l’intenzione del gruppo di confermare appieno i previsti sforzi per il progetto di rilancio del sito produttivo, la scrivente propone alle amministrazioni in indirizzo di presentare, nel termine di 4 mesi dalla data della presente, e solamente nella forma preliminare che la mancanza dei parametri di attuazione ed esecuzione degli impegni di cui sopra inevitabilmente ci impone, un piano industriale iniziale condizionato all’ottemperamento dei suddetti adempimenti, ai quali chiediamo agli enti pubblici di provvedere nel termine ulteriore di 4 mesi dalla data della presentazione del piano preliminare medesimo.
In attesa di un vostro unanime e concorde riscontro, rinnoviamo la nostra completa disponibilità ad una fattiva collaborazione con le autorità italiane per la definizione dei punti ancora pendenti, con l’invito altresì, a dare concreto seguito agli impegni assunti dalle Istituzioni locali e nazionali: senza tale supporto concreto, nei termini rappresentati dall’ADP, l’operazione non presenterebbe infatti, reali possibilità di riuscita.
Commento del sindaco al comunicato di JSW
“JSW Steel Italy ha chiesto una proroga di quattro mesi per la presentazione di un piano industriale preliminare: è inaccettabile che l’azienda continui a tenere un intero territorio appeso a un filo”.
Inizia così il sindaco Francesco Ferrari per commentare la richiesta di proroga da parte della proprietà dell’impianto siderurgico piombinese.
“Il termine per la presentazione del piano industriale — continua Ferrari — è scaduto, l’azienda aveva assicurato al Ministero dello sviluppo economico che entro una settimana avrebbe presentato il piano di investimenti che la città aspetta dal luglio del 2018. Oggi, invece, arriva una richiesta di proroga adducendo la scusante del mancato adempimento da parte del ministero e della Regione Toscana agli impegni contenuti nell’accordo di programma. Tutto ciò è inaccettabile: l’azienda prova e tenere in scacco le istituzioni e, di conseguenza, una città intera. E mentre i lavoratori aspettano di conoscere quale sarà il proprio futuro, si continua solamente a sperimentare la lavorazione dell’acciaio al piombo. JSW pretende concessioni giocando sulla condizione critica di un territorio: chiede ulteriori quattro mesi per presentare un piano industriale che dichiara essere preliminare e, dunque, ancora una volta non risolutivo.
È giunto il momento di avere il coraggio di smarcarsi dai ricatti dell’azienda, di cambiare strategia pretendendo conseguenze certe per il mancato rispetto degli impegni. È di certezza che Piombino ha bisogno, non di istituzioni superiori prone davanti alle richieste di un’azienda che si approfitta di un territorio e sorde davanti a quelle di una città. È indispensabile cambiare approccio: oggi più che mai si impone la necessità di rivedere i numerosi accordi di programma e di stilare un unico atto concreto che affronti complessivamente tutti i temi cruciali del territorio, a partire dalle bonifiche, dalle opere infrastrutturali e dall’industria; il tutto con impegni economici certi da parte dei vari ministeri, anche sulla base dei finanziamenti che l’Europa ha dichiarato di mettere a disposizione per la riqualificazione ambientale. Piombino potrà rinascere solo diventando luogo di sperimentazione di una nuova politica nazionale ed europea. Questo è ciò di cui Piombino ha bisogno, è il contenuto del documento che abbiamo proposto al tavolo al Ministero dello sviluppo economico e l’unica azione veramente risolutiva per i problemi del territorio”.
Comunicato di Segreteria Provinciale UGLmetalmeccanici e RSU UGLM delle ore 9:34
Dopo l’incontro a Roma, al MiSE, del 16 gennaio scorso, avevamo appreso, con favore e con ottimismo, la notizia che Jindal avrebbe presentato il piano industriale entro una settimana, anche in virtù degli sconti sul costo dell’energia che il Governo ha confermato. Mentre aspettavamo il Piano Industriale siderurgico, non solo il Piano Industriale non è arrivato, ma è ripartita la sperimentazione di lavorazione di acciaio al piombo.
Per il Piano Industriale si dice che è necessario attendere la conformazione del nuovo “management”.
Siamo sbalorditi, per usare un eufemismo. Prima sembrava che il problema per il Piano Industriale fosse il costo dell’energia. Ora il problema sembra essere il nome di qualche manager ? Intanto si riparte con la lavorazione al piombo.
UGL vorrebbe sapere, a questo punto, a che gioco stia giocando la multinazionale indiana.
Quanto tempo ancora i lavoratori dovranno aspettare per sapere se esiste un Piano Industriale che dia un futuro a loro, alle loro famiglie e ad una città intera? Non sono stati sufficienti 18 mesi?
Forse si sta sfruttando al massimo quello che resta degli impianti, senza avere una visione per il futuro?
Per quanto riguarda la lavorazione al piombo UGL ribadisce la sua totale contrarietà perché si tratta di una lavorazione potenzialmente pericolosa.
In una azienda dove ci risulta scarseggino addirittura le tute, le scarpe antinfortunistiche e gli indumenti protettivi si sperimenta una lavorazione di quel tipo?
Basta rinvii, basta ricatti, basta lavorazioni pericolose.
Non c’è ad oggi uno straccio di Piano industriale, il Governo ne tragga le giuste conseguenze.
Si inizi a pensare ad uscite volontarie con incentivi economici, come è stato fatto a Taranto. Si inizino urgentemente le bonifiche del SIN.
I lavoratori di Piombino non possono permettersi di aspettare Jindal a tempo indeterminato.
Se non ci saranno altre novità importanti l’era Jindal a Piombino può considerarsi conclusa.
Comunicato di Fiom, Fim, Uilm delle ore 18:04
Abbiamo appreso solo oggi che il Gruppo JSW ha inviato a tutti i soggetti firmatari dell’Accordo di Programma la richiesta di proroga per la presentazione del Piano Industriale.
È stato richiesta ufficialmente una proroga di 4 mesi indicando che la presentazione del Piano Industriale è vincolata al fatto di avere risposte certe e definitive, non promesse di massima, sui temi ancora sul tavolo.
Ancora una volta i lavoratori di Piombino si vedono costretti a subire le conseguenze economiche e una prospettiva di totale incertezza a causa delle responsabilità di soggetti che non rispettano gli impegni sottoscritti.
Da una parte abbiamo l’azienda che non ha ancora rispettato nessuno degli impegni sottoscritti : gli investimenti sulla laminazione, gli smantellamenti, la presentazione del progetto per la nuova acciaieria elettrica entro i 18 mesi previsti.
Solo un mese fa la proprietà annunciava di volere produrre fino ad 80.000 tonnellate al mese dall’inizio del 2020.
Produzioni che ritenevamo fin da subito poco credibili visto anche lo stato in cui versano i treni di laminazione.
Timori purtroppo oggi confermati dai fatti e da un procedere ancora a singhiozzo:
- la ripartenza del treno vergella continua ad essere posticipata (ad oggi laminerà forse per poco più di una settimana a metà Febbraio);
- il treno barre si fermerà la prossima settimana senza ancora avere una data di ripartenza prevista;
- nessuna profondità produttiva del treno rotaie.
Chiaro che così, senza un programma e senza una normale progettazione si va ben poco lontani.
È quantomai paradossale sentirsi dire che il problema della continuità è la mancanza di semiprodotto ed allo stesso tempo annunciare la richiesta di una proroga per la costruzione dei forni elettrici.
Dall’altra parte abbiamo un Governo che pensa solo alle proprie beghe interne ed alle campagne elettorali regionali. L’ennesimo Ministro dello Sviluppo Economico che snobba la vertenza del secondo polo siderurgico italiano delegato alla scarsa attenzione del Vice Capo di Gabinetto.
Nessuna risposta alla richiesta di un incontro di verifica né delle Segreterie Provinciali né delle Segreterie Nazionali di Fim-Fiom-Uilm.
Nessuna risposta in merito ai tavoli dell’energia, delle bonifiche, degli smaltimenti delle scorie.
L’unica cosa che i lavoratori di Piombino hanno percepito dal Governo sulla propria pelle è una differenza di trattamento economico nei confronti di lavoratori di altre vertenze.
Infine una politica locale e regionale troppo attenta a polemizzare tra loro in perenne campagna elettorale.
Da più parti si propone un nuovo Accordo di Programma senza capire a che pro.
Rischia di diventare una proposta irresponsabile destinata solo a far perdere ulteriore tempo, mentre sarebbe molto più utile applicare o al massimo implementare quello attuale. A Piombino serve questo, non l’eterna revisione.
I lavoratori non hanno più bisogno di nuove promesse elettorali o di nuove promesse dall’imprenditore che poi continuano a non realizzarsi e si tramutano solo in nuove delusioni e danni economici.
Abbiamo bisogno di sederci tutti intorno ad un tavolo permanente, capire come si può rilanciare la siderurgia in un’area di crisi complessa come la nostra dove tutti devono fare la propria parte per Piombino.
Quando i tavoli si riuniscono una volta ogni sei mesi non possono che produrre solo chiacchiere e promesse.
Entro la fine della prossima settimana si terranno le assemblee in fabbrica con tutti i lavoratori per organizzare un’iniziativa pubblica da svolgersi nella prima settimana di febbraio.
L’iniziativa che come Fim-Fiom-Uilm abbiamo in mente di organizzare è quella in qualche modo di sostituirsi a ciò che non sta svolgendo il Governo e mettere ad un tavolo tutti i soggetti di fronte ai cittadini e lavoratori.
Per questo motivo coinvolgeremo azienda, Regione, Sindaci del Comprensorio, Cgil-Cisl-Uil, Fim-Fiom-Uilm Nazionali e tutte le Istituzioni consci che questo Territorio merita quel rispetto che fino ad oggi è mancato e chiunque sceglierà di non essere presente, o di non contribuire a proporre soluzioni, dovrà assumersene le proprie responsabilità.
Comunicato di USB PIOMBINO LAVORO PRIVATO delle ore 21:52
Governo se ci sei batti un colpo, aspettare ancora mesi e anni è dura per tutti.
Abbiamo appreso oggi la comunicazione da parte dell’azienda JSW del rinvio del piano industriale di 4 mesi, giustificano il motivo dei ritardi da parte del Governo e della Regione chiedendo la proroga al Ministero dello Sviluppo Economico.
Noi di USB abbiamo sempre ribadito nei precedenti comunicati e nella manifestazione dell’ 11 gennaio in Piombino che JSW non presentava il piano industriale nei tempi stabiliti. Qui si fa la lotta da parte delle altre sigle sindacali a USB per non farlo partecipare alle elezioni RSU, ma si dimenticano dello stabilimento che è fermo e ci sono più di 1000 dipendenti in cassa integrazione. Si fanno riunioni con il Presidente della Regione Toscana e Confindustria qui in Piombino con strette di mano e tutto va bene. Il Governo pensa alle elezioni regionali ma intanto le aziende chiudono e Piombino viene lasciata nel dimenticatoio. La multinazionale chiede proroghe e il Governo la concede? Il sindaco di Piombino Ferrari dichiara che l’azienda se ne deve andare perché gli investimenti promessi non si vedono, non si può sfruttare il territorio.
Noi di USB ribadiamo che se la multinazionale non investe se ne deve andare via, tutto quel territorio occupato per 500 posti di lavoro non ne vale la pena, il territorio deve essere bonificato e riconvertito. Il Governo e la Regione devono decidere cosa voglio fare di Piombino e del suo polo siderurgico che è secondo in Italia, se si vuole fare acciaio si deve intervenire tempestivamente con investimenti pubblici, rendere lo stabilimento parastatale con intervento pubblico/privato o nazionalizzando, questo vale anche per Taranto e per Piombino. Siamo dall’aprile 2014 quando fu spento l’altoforno che aspettiamo, ora siamo a fine gennaio 2020 bisogna dire basta alle prese in giro. I lavoratori e le loro famiglie non ne possono più, gli stipendi non bastano per mantenere le famiglie.
Comunicato del Comune di Piombino del 25 gennaio 2020 ore 14:47
Convocata l’assemblea pubblica per parlare di ciò che è emerso alla riunione al Mise del 16 gennaio scorso e delle recenti novità che interessano l’impianto siderurgico: appuntamento giovedì 30 gennaio alle 18 al Centro giovani.
“L’avevamo annunciato prima dell’incontro — dichiara Francesco Ferrari — e credo che adesso, alla luce delle ultime novità che riguardano Jsw, sia ancora più importante che l’amministrazione si confronti con i cittadini, con i sindacati e le associazioni. L’abbiamo detto e lo ripetiamo:è essenziale cambiare approccio nei confronti dei problemi del territorio, affrontarli in modo unitario e stilare un atto unico che li metta in relazione. Non si può pensare di risolvere le criticità di Piombino continuando ad applicare soluzioni parziali e a breve termine, serve un progetto ampio e a lungo termine che includa il futuro della siderurgia, le bonifiche e le opere infrastrutturali. Ne parleremo insieme giovedì 30 alle 18 al Centro giovani”.
Comunicato di Coordinamento Art. 1 – Camping CIG del 25 gennaio 2020 ore 16:30
Jindal South West Italy ha chiesto un rinvio di 4 mesi per il “Piano di Fattibilità”, dopo avere consumato tutto il già incredibilmente lungo periodo di 18 mesi concesso dallo Accordo di Programma. Ciò mentre gli impianti deperiscono ulteriormente, senza alcun segno concreto di rilancio dello stabilimento. Uno schiaffo ai lavoratori e alla città,. inchiodata dai “giochi planetari“ della multinazionale.
Sgomento suscita il Governo, che gira gli occhi altrove e fornisce gli alibi al disimpegno di JSW. Un perverso gioco delle parti, distruttivo per la città di Piombino e pericolosissimo per i dipendenti in cassa integrazione.
Senza alternative di lavoro, con bonifiche, infrastrutture e diversificazione economica al palo, Piombino sprofonderà ancora più in basso, con ulteriore devastazione di commercio, artigianato, libere professioni e. a seguire, dei servizi pubblici essenziali. Non è più l’ora delle recriminazioni, delle spaccature e delle speculazioni elettorali. È l’ora della massima responsabilità per tutti.
Facciamo un forte appello alla Città per
UNA GRANDE MOBILITAZIONE UNITARIA del mondo del lavoro, delle istituzioni locali, delle associazioni di categoria e dell’ associazionismo tutto, e non ultimo degli studenti, verso i quali abbiamo tutti la responsabilità di ricostruire un futuro possibile in questa città. Mobilitiamoci in città e portiamo la città anche sotto le sedi del Governo nazionale e regionale. Rompiamo il muro di omertà che ha impedito alla “vertenza Piombino” di imporsi alla attenzione dei media e della politica a livello nazionale.
PROGETTI PER L’OCCUPAZIONE, sotto regia comunale , innescati da fondi pubblici adeguati, che indirizzino pubblico e privati verso interventi per bonifiche, infrastrutture, diversificazione produttiva, siderurgia ecocompatibile allontanata dalla città. Riconvertiamo gli ammortizzatori sociali in investimento per il lavoro (come nei Lavori di Pubblica Necessità).
PARTECIPAZIONE, TRASPARENZA E CONTROLLO SOCIALE da parte delle organizzazioni dei lavoratori , delle associazioni, della cittadinanza, contro le pastoie della burocrazia e le inerzie della politica.
Su questi temi il Camping CIG promuove, nel centro cittadino, uno sciopero della fame , a partire dal 28 gennaio, con presidio e assemblea aperta permanente (in luogo che sarà precisato) in cui le forze sindacali, sociali, politiche e la cittadinanza sono invitate ad intervenire ed esprimersi sul futuro della città e sulle forme di mobilitazione da realizzare. Lo sciopero della fame sarà realizzato da Paolo Francini, operaio siderurgico cassaintegrato, da anni impegnato per la difesa dell’occupazione, e Ugo Preziosi, ex operaio siderurgico, oggi uno dei simboli cittadini per la difesa dell’ ambiente. Essi si sottoporranno ad un digiuno prolungato mentre altri lavoratori e cittadini (Paolo Gianardi, Leonardo Civitelli, Alessandro Babboni e altri ancora) digiuneranno “a staffetta”. Dopo l’ assemblea pubblica che sarà indetta prossimamente dal sindaco di Piombino si valuteranno tempi e forme del nostro ulteriore impegno.