Piano Jindal fallito. Ripartire con nuovi scenari

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PIOMBINO 7 agos­to 2019 — E intan­to il tem­po se ne va… I giorni pas­sano e l’orizzonte a Piom­bi­no per i lavo­ra­tori e le lavo­ra­tri­ci del­la JSW Steel Italy Piom­bi­no si fa sem­pre più fos­co. Dopo le ultime riu­nioni del 9 e 23 luglio e 6 agos­to, con­cluse con un nul­la di fat­to tra azien­da e gov­er­no, diamo una val­u­tazione asso­lu­ta­mente neg­a­ti­va del­la situ­azione, così come valu­ti­amo neg­a­ti­va­mente l’attesa immo­bile, da parte delle orga­niz­zazioni sin­da­cali pre­sen­ti in azien­da, del­la nuo­va riu­nione di set­tem­bre che inevitabil­mente dovrà riaf­frontare il rin­no­vo del­la cas­sa inte­grazione in sca­den­za in autun­no. Lo sta­bil­i­men­to è in perdi­ta con­tin­ua, gli inves­ti­men­ti non ci sono, si ten­tano esper­i­men­ti con lavo­razioni obso­lete e peri­colose come gli acciai al piom­bo ai quali siamo total­mente con­trari indipen­den­te­mente dai val­ori sta­bil­i­ti per legge.
A nos­tro parere il gov­er­no lati­ta sen­za uno strac­cio di polit­i­ca indus­tri­ale e il piano Jin­dal è fal­li­to. Bisogna pren­derne atto e da questo par­tire con nuovi sce­nari che inevitabil­mente dovran­no vedere for­ti inter­ven­ti pub­bli­ci se vogliamo che Piom­bi­no abbia un futuro diver­so da quel­lo attuale. Cre­di­amo sia nec­es­sario sapere quan­ti lavo­ra­tori non rien­tr­eran­no in azien­da pro­po­nen­do, oltre all’impiego nel­la diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca (boni­fiche, demolizioni, infra­strut­ture viarie/ferroviarie e por­tu­ali, com­mer­cio, agri­coltura di qual­ità, cantieris­ti­ca, nau­ti­ca, arche­olo­gia indus­tri­ale e muse­ale) anche uscite volon­tarie ed incen­ti­vate. Inoltre, l’intervento pub­bli­co in siderur­gia deve avere alle pro­prie spalle un prog­et­to chiaro (ver­ti­cal­iz­zazione del­la pro­duzioni, acciai di alta qual­ità, servizi alle imp­rese, inter­scam­bio con Uni­ver­sità e cen­tri di ricer­ca), per evitare di subire le pretese dei vari Rebrab e Jin­dal, nonché il ripro­dur­si di inutili car­roz­zoni.
All’interno di ques­ta strate­gia è indis­pens­abile la revi­sione dell’accordo di pro­gram­ma, per imporre a Jin­dal un min­i­mo di regole ed obb­lighi che non dovreb­bero spaventare chi si è pro­pos­to 14 mesi fa di inve­stire 1 mil­iar­do di euro. Tut­to questo ha bisog­no del­la mobil­i­tazione dei sin­da­cati, delle isti­tuzioni locali e region­ali, dei lavo­ra­tori e dei cit­ta­di­ni del­la Val di Cor­nia e delle Colline Met­al­lif­ere per fare di Piom­bi­no e del suo com­pren­so­rio un caso nazionale.

Oppo­sizione CGIL Piom­bi­no

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