Piombino, area di crisi complessa, ha il fiocco nero
PIOMBINO 14 novembre 2018 — A proposito degli ultimi sviluppi sulla questione degli ammortizzatori sociali in Aferpi, abbiamo letto di recente un comunicato del M5S che ci ha lasciato stupiti. Vi si giustifica il fatto che il salario di un lavoratore possa andare tranquillamente anche sotto la soglia di povertà. Si ignora che i siderurgici piombinesi hanno già subito il taglio del 30% del salario. Si ignora che siamo area di crisi complessa; il che non è una finzione burocratica, ma una durissima realtà, come sanno i molti disoccupati (ad esempio dell’indotto), o in Naspi all’ultimo stadio, o cassintegrati a 900 euro (con famiglia e mutuo). Come sanno anche i molti commercianti falliti o che hanno comunque dovuto chiudere la loro attività e ciò proprio grazie, principalmente, alla drastica riduzione della massa salariale nel settore siderurgico. Si ignora che con decreto ministeriale del giugno 2017 lo stabilimento siderurgico piombinese fu ritenuto, insieme ad altri, di rilevanza strategica per l’ economia nazionale, il che comporta, tra l’ altro, fare scelte che scongiurino la dispersione delle professionalità che si sono formate negli anni. Si ignora che siamo uno dei SIN più grandi e inquinati d’Italia, il che ostacola non poco la diversificazione e il rilancio economico.
I siderurgici piombinesi non chiedono una cassa “speciale” perchè Piombino ha il “fiocchino rosso”. La chiedono perché le aree di crisi complessa (quella di Piombino come le altre) hanno il fiocco nero, il fiocco del tracollo della economia locale al di là di quanto avviene nel resto del Paese per la crisi economica generale.
Un governo appena dignitoso non dovrebbe puntare alla “pari dignità” intesa come appiattimento al livello di povertà; dovrebbe avere l’ambizione di favorire il risollevamento delle zone come questa, con misure varie a favore non solo degli operai dell’industria (indotto compreso) ma anche degli altri settori e ceti cittadini colpiti dalla doppia crisi: quella generale e quella della siderurgia locale.
Commercianti, artigiani, professionisti, piccole imprese etc ‚possono essere aiutati con speciali e mirati strumenti di politica fiscale, previdenziale e creditizia. Concetti tra l’ altro che il governo sta sostenendo su scala nazionale a fronte dei tecnocrati di Bruxelles, quando afferma che il sostegno pubblico della domanda interna è necessario per uscire dal declino. Quel comunicato invece incita a schiacciare tutti verso la povertà, alimenta la “guerra tra poveri” invece di contribuire alla mobilitazione unitaria affinché tutte le categorie sociali popolari risalgano verso l’ alto, contribuisce a peggiorare la crisi per tutte le attività economiche.
Un comunicato filopadronale che dà una coltellata alla schiena dei lavoratori esponendoli ancor di più al ricatto occupazionale, costringendoli ad accettare qualsiasi condizione di asservimento e di rischio sul lavoro pur di fare qualche giornata in più.
Tutto ciò per inseguire gli umori di chi, non avendo capito che qui come altrove tutti i ceti popolari sono sulla stessa barca, vorrebbe far passare come privilegiati i cassaintegrati, che invece chiedono lavoro e sviluppo per tutti. Un brutto comunicato dalla logica pre-elettorale, che punta alle schermaglie mediatiche tra partiti piuttosto che guardare alla vita concreta ed agli interessi della larga maggioranza della popolazione e di sicuro dà una grossa mano al partito dominante locale che, dopo aver contribuito alla catastrofe di questi ultimi anni, avrà gioco facile a sfruttare questo infortunio per i propri fini elettorali.
Coordinamento Art 1 – Camping CIG