Piombino: chiude il punto nascita ma non solo
PIOMBINO 5 ottobre 2015 — L’assessore alla sanità toscana Stefania Saccardi ha annunciato la quasi certa chiusura del punto nascita di Piombino, con la motivazione del numero di parti troppo al di sotto dei 500 annui previsti dal decreto Balduzzi. I piombinesi nasceranno tutti a Cecina, dove invece di nascite se ne contano 700. Tanto la distanza è minima, dice l’assessore, 50 km da fare, magari in piena notte, magari con i dolori di parto iniziati, magari con qualche ingorgo estivo o con qualche imprevisto che non si può certo escludere in una percorrenza non proprio irrilevante. Ma questi elementi non contano nelle tabelle di calcolo, dove la fanno da padrone le cifre dei bilanci. Bisogna però ricordare ai vari amministratori che la salute e la sicurezza non sono parametri quantificabili. Ora che le elezioni sono passate, ci si ripara dietro la solita, ineludibile necessità del risparmio e della razionalizzazione. E ci si profonde in rassicurazioni : l’offerta sanitaria sarà migliore e più qualificata. Insomma il fine è quello di garantire eccellenza di servizio e sicurezza all’utente. Niente di tutto questo. Il fine è uno solo: tagliare, togliere servizi e impoverire l’offerta sanitaria alle periferie, concentrando le risorse nei punti di eccellenza. I disagi e i costi per chi è costretto a fare chilometri, quelli non pesano sul bilancio sanitario. La Regione toscana ha tagliato risorse al servizio sanitario pari a 300/350 milioni di euro e questo passa anche da una pesante penalizzazione delle realtà periferiche. Se a queste misure si aggiunge il decreto appropriatezza del ministro Lorenzin si ha un quadro chiaro di dove stia andando la sanità nel paese e nella regione.
La nostra Asl si è andata progressivamente impoverendo: chiusura notturna e festiva di alcune specialistiche con conseguenti spostamenti verso Livorno, liste d’attesa insostenibili, tickets onerosi, delocalizzazione delle analisi di laboratorio e ora la chiusura del punto nascita. Il privato fiorisce e addirittura, come dice lo stesso assessore, i suoi “prezzi” sono concorrenziali con il pubblico. Del resto — a dirlo è sempre l’assessore- le liste d’attesa si ridurranno anche grazie alle misure governative: tradotto, significa che le liste d’attesa si accorceranno perché molte indagini diagnostiche non saranno più prescrivibili. Chi necessiterà di certe prestazioni e avrà la disponibilità economica, si rivolgerà al privato. Chi non potrà, ne farà a meno.
Noi continuiamo a dire che la salute non è una merce, e che il servizio sanitario è un bene comune che non si può gestire come un’azienda qualsiasi. Piombino dista 50 km da Cecina, 70 km da Grosseto, 80 da Livorno, 100 da Pisa. Gli ospedali che immaginano sono virtuali, ma i chilometri da fare, i costi e i disagi per la gente sono reali.
(Carla Bezzini è consigliere comunale di Un’Altra Piombino)
Aggiungo: l’assessore regionale alla Sanità continua, scorrettamente, a parlare di 200 parti a Villamarina. In realtà, come ha detto il primario, i parti sono 200 ora e si prevede, come l’anno scorso — al 31/12 — un numero vicino ai 300 parti. E’ lo stesso lontano dai 500 parti previsti — burocraticamente — come minimo per garantire la sicurezza alle partorienti ed ai nascituri; non sono però 200 ma 300 e diamo esatta informazione. Il reparto, collegato a quello di Portoferraio — insopprimibile — dà un numero vicino ai 500. Finora non ci sono prove che questo abbia reso insicuri — per il numero basso dei parti — le nascite. La sicurezza si ottiene facendo ruotare e formando continuamente i medici ginecologici; non allontanado i centri nei quali partorire.
Vorrei aggiungere un’ultima considerazione che sottolinea come chi amministra agisce improvvisando anzichè programmando. Studi ed esperienze pluriennali hanno messo in evidenza come il territorio nel quale dobbiamo prevedere, organizzare, migliorare i servizi è quello che mette insieme Val di Cornia e Colline metallifere. Ciò impone — siamo sempre in tempo — la previsione di un Ospedale nuovo, centrale rispetto a questo territorio. Avere un simile punto di riferimento, avrebbe eliminato ogni simile discussione. Organizzare, invece, i servizi ospedalieri tra Piombino e Cecina sa di improvvisazione e comporta scelte cervellotiche, che porteranno un peggioramento ulteriore dei livelli di assistenza e mancano soprattutto di una prospettiva futura per le nuove generazioni. Non si tiri fuori il problema delle risorse perchè la giusta scelta di non costruire un ospedale nuovo a Livorno ( a 20 Km. da Cisanello !!! ) ne mette sul piatto a sufficienza.