Piombino è tutt’altro che una vertenza chiusa

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PIOMBINO 28 dicem­bre 2019 — Queste fes­tiv­ità han­no por­ta­to davvero delle brutte sor­p­rese per i lavo­ra­tori di JSW Steel Italy Piom­bi­no. Bas­ta leg­gere le dichiarazioni del Com­mis­sario Piero Nar­di che preve­dono almeno 250 esuberi (cfr l’ar­ti­co­lo di Stile libero Idee dal­la Val di Cor­nia JSW Steel Piom­bi­no sec­on­do JSW, ndr)!
E il Com­mis­sario è sta­to pure timi­do, per­ché se Jin­dal non parte con gli inves­ti­men­ti promes­si gli esuberi saran­no oltre mille!
Nonos­tante i 70mila euro che ci risul­ta siano sta­ti spe­si dal mag­nate indi­ano per la fes­ta di Natale e le migli­a­ia di euro che pare siano sta­ti investi­ti in inseg­ne varie.
Ma veni­amo ai fat­ti con­creti e quel­li che ad oggi non abbi­amo anco­ra vis­to.
Ci risul­ta che in azien­da le con­dizioni dei lavo­ra­tori sono dis­as­trose:

  • man­sioni che ven­gono accor­pate per risparmi­are sul per­son­ale,
  • indu­men­ti pro­tet­tivi come tute, guan­ti e scarpe, che scarseg­giano, quan­do addirit­tura, man­cano del tut­to,
  • poca manuten­zione,
  • impianti ora­mai fatis­cen­ti.

Di con­tro l’im­pren­di­tore indi­ano si è dota­to di un nuo­vo par­co auto, con qualche “Alfa Romeo Stelvio “full option­al”.
Ci auguri­amo che siano comode ed effi­ci­en­ti.
Sul­la tem­pra delle rotaie anco­ra non si vedono gli inves­ti­men­ti promes­si, pur essendo solo un impianto acces­so­rio.
I 18 mil­ioni che dove­vano servire al revamp­ing dei treni di lam­i­nazione?
Niente.
Delle boni­fiche neanche si par­la, anzi si prende pure una dif­fi­da dal­la Regione Toscana sul­lo stoccag­gio dei pochi scar­ti indus­tri­ali.
Gli sman­tel­la­men­ti sono solo una vaga ipote­si. Ad oggi l’u­ni­co capan­none che è sta­to demoli­to è quel­lo che è crol­la­to per le intem­perie.
In questo dram­mati­co quadro gen­erale a fine gen­naio scadono i 18 mesi che Jin­dal si era pre­so, per decidere se fare o meno i forni elet­tri­ci.
A nos­tro avvi­so il tem­po per Jin­dal a Piom­bi­no è arriva­to il tem­po per dire, a chiare let­tere , se è inten­zion­a­to a fare i forni elet­tri­ci o se vuole tenere solo i lam­i­na­toi.
I lavo­ra­tori devono sapere che cosa li aspet­ta. Nes­suno deve più per­me­t­ter­si di rac­con­tare “fav­ole”. Occorre avere il cor­ag­gio di affrontare la realtà. È nec­es­sario met­tere sul tavo­lo azioni e provved­i­men­ti che ser­vano a tute­lare i lavo­ra­tori che rester­an­no fuori dal ciclo pro­dut­ti­vo:

  • uscite volon­tarie con incen­tivi eco­nomi­ci;
  • scivoli pen­sion­is­ti­ci;
  • revi­sione nor­ma­ti­va dei req­ui­si­ti per il riconosci­men­to amianto;
  • cor­si di for­mazione di riqual­i­fi­cazione.

Il Gov­er­no deve inter­venire in modo deci­si­vo e sen­za remore nel­la verten­za di Piom­bi­no che è tut­t’al­tro che una verten­za chiusa! Deve ripren­dere in mano la fab­bri­ca nom­i­nan­do un Com­mis­sario Stra­or­di­nario, con portafoglio, che met­ta mano alla situ­azione, fac­cia gli inves­ti­men­ti nec­es­sari per risanare l’azien­da e dare un futuro a migli­a­ia di lavo­ra­tori.
È impens­abile che un ter­ri­to­rio pos­sa con­tin­uare a vivere anco­ra per molti anni di ammor­tiz­za­tori sociali.
Piom­bi­no ha bisog­no di certezze, non di vaghe e fumose promesse.
Abbi­amo già dato con Rebrab.

Clau­dio Luc­ch­esi, Seg­rete­ria Provin­ciale UGLRSU  JSW Steel Italy Piom­bi­no

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